La partita di Brescia per Marco Baroni è la partita del “dentro o fuori”.
Ovvero se il Pescara dovesse perdere la settima partita su tredici, giocando male così come ha giocato quasi tutte le partite sin qui disputate non ci sarebbe nessuna ragione plausibile per confermare il tecnico toscano sulla panchina dei biancazzurri.
Questi i numeri impietosi che descrivono la gestione di Baroni.
Il bilancio è il seguente: 12 partite, 2 vittorie, 4 pareggi e 6 sconfitte. Le reti realizzate sono state 18 mentre quelle subite sono 21. La squadra è penultima in classifica.
Questi numeri, ma soprattutto le brutte prestazioni della squadra inducono a pensare che se in terra lombarda non avviene qualcosa di clamoroso, la prossima settimana il Pescara potrebbe avere un nuovo tecnico sulla sua panchina.
Difendere il tecnico si può e si deve, ma non oltre la logica
Fino ad oggi la società e il presidente in prima persona hanno sempre difeso il tecnico di Firenze. Si può essere d’accordo o meno con la valutazione tecnica sull’allenatore così come sulla opportunità o meno di confermarlo sulla panchina dei biancazzurri, certo è che la società ha fatto bene a difendere il suo lavoro e garantirgli la sufficiente tranquillità per proseguire la sua opera. È importante avere alle spalle una società che si assume le proprie responsabilità sia per l’allenatore sia per i calciatori.
Il presidente e la società sono convinti che il lavoro di Baroni darà i suoi frutti e, per queste ragioni, non hanno mai messo in discussione il suo ruolo.
Abbiamo ascoltato le ragioni del presidente, così come abbiamo ascoltato le argomentazioni del tecnico dopo ogni partita. Alcune volte siamo stati d’accordo, altre meno. Alcune volte in completo disaccordo. Fa parte del gioco, ognuno ha il suo ruolo. Quando i risultati non arrivano, difendere il tecnico si può, e per certi versi si deve, ma mai oltre la logica.
Il gioco non c’è e i punti sono pochi
Contano la logica e, ovviamente, i risultati. I motivi per i quali non siamo d’accordo sulla conferma del tecnico risiede in due semplici osservazioni: l’impalpabilità del gioco che la squadra esprime e i risultati negativi ottenuti sin qui.
Si può anche pensare che i risultati siano il frutto di tanti fattori e non soltanto funzione della bravura, e noi lo pensiamo, ma se la squadra non esprime un gioco compiuto e di senso vuol dire che il progetto tecnico è fallito. Indipendentemente dal risultato sul campo di Brescia, dunque, ciò che conterà sarà capire se la squadra è in grado di esprimere trame di gioco interessanti ed efficaci. Se così non fosse la scelta sarebbe ineludibile: un nuovo allenatore sulla panchina del Pescara.