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D’Aversa vince, ai punti, la sfida con Baroni

La sfida Baroni-D’Aversa è vinta dall’allenatore della Virtus Lanciano
Nella partita Pescara e Virtus Lanciano, l’ex capitano e responsabile dell’area tecnica della Virtus e oggi allenatore, Roberto D’Aversa, vince la sfida contro l’ex allenatore dei frentani che oggi siede sulla panchina dei biancazzurri.
Una vittoria che lascia poco spazio a dubbi o interpretazioni. Non è stata la migliore Virtus Lanciano della stagione, ma per lunghi tratti del secondo tempo il Pescara è stato in balìa degli avversari soprattutto in virtù di un’organizzazione di gioco superiore. Roberto D’Aversa ha avuto il merito di non schierare la sua squadra in funzione degli avversari, ma di puntare sulle caratteristiche della sua squadra è lo svolgimento della partita gli ha dato ragione.

Baroni costruisce la squadra in funzione dell’avversario e perde la sfida delle panchine
A differenza del suo collega, Marco Baroni, per sua stessa ammissione nel dopo partita, schiera la squadra in funzione degli avversari.
Federico Melchiorri sulla linea di centrocampo, come esterno, doveva essere, nelle intenzioni dell’allenatore, la mossa a sorpresa per scardinare la difesa dei frentani con Sowe ad impensierire e i due centrali rossoneri, Troest e Ferrario.
L’esprimento non è riuscito e all’inizio del secondo tempo Baroni cambia, fuori Sowe e Pasquato e dentro Politano e Bjarnason. Pasquato dovrebbe essere uscito perché non in condizione fisica ottimale.
Sorge spontanea una domanda: può il Pescara schierare una formazione in virtù dello schieramento degli avversari, nel caso specifico della Virtus Lanciano?
La mia risposta è no. Non può. Il Pescara deve scendere in campo pensando ad imporre il proprio gioco per vincere tutte le partite. In un campionato così modesto da un punto di vista tecnico non è accettabile la scelta di Marco Baroni.

È Baroni l’uomo giusto per la panchina del Pescara?
La squadra schierata ieri, nonostante le assenze per squalifica e infortuni (Lazzari, Maniero, Pucino, Zuparic, Brugman) è una squadra importante. Calciatori che sarebbe titolari in qualunque altra formazione di serie B. Questo testimonia della buona qualità della rosa a disposizione del tecnico fiorentino. Le deludenti prestazioni della squadra non vanno ricercate dunque nella qualità dei singoli, ma soprattutto nei limiti di natura tattica che la squadra evidenzia. A sedici giornate dall’inizio del campionato la squadra non ha ancora un gioco riconoscibile e questo, certo, è un fallimento che si deve imputare al tecnico. Per queste ragioni la domanda da porsi è semplice: è Baroni l’uomo giusto per la panchina del Pescara?

Sull'autore: Oscar Buonamano

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