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«Il risultato è casuale, la prestazione no»

A Novara il Pescara conquista un buon pari disputando una partita noiosa
Il pareggio conquistato in Piemonte consente ai biancazzurri di allungare la serie positiva di risultati con una brutta prestazione che rischia di allontanare sempre più il pubblico dal calcio. Bisogna scriverlo o anche solo dirlo, senza reticenze. Queste prestazioni allontanano chiunque dal gioco del calcio, tranne coloro a cui interessa solo il perché delle cose e mai il come. Lo spettacolo offerto dalle due squadre in campo, anche il Novara infatti non ha brillato per qualità del gioco espresso, spiega il perché delle sparute presenze umane in uno stadio che si presentava, desolatamente, vuoto.
Il calcio è bello ed è coinvolgente quando appassiona. Quando i protagonisti disegnano sul campo geometrie euclidee. Quando gli allenatori osano. Quando in campo si afferma la voglia di vincere e non quella di non perdere. Quando la sfrontatezza della gioventù annichilisce il mero ragionamento che si basa sul calcolo e sulle opportunità. Quando i tifosi sognano di poter vincere contro qualunque avversario. Se il calcio non è questo, semplicemente non è.

Due squadre timorose che non volevano perdere
A Novara invece si sono affrontate due squadre che non volevano perdere. Entrambe schieravano cinque difensori puri più il portiere ovviamente: sei/undicesimi votati al “primo non prenderle”. Due schieramenti, 3-4-3 per il Pescara e 3-5-2 per il Novara, studiati per tenere la propria squadra dietro la linea del pallone pronta a ripartire in contropiede. Una versione aggiornata del catenaccio e contropiede all’italiana che, per paura del significato autentico delle parole, in molti oggi chiamano ripartenze.
Il Novara, forse anche per una manifesta superiorità numerica a centrocampo, ha provato, soprattutto nel primo tempo, a proporre trame offensive che non hanno avuto un buon esito sia per la buona prova di Pigliacelli sia per un difetto di fondo: erano il frutto di giocate singole più che di un gioco corale e di squadra.
Il Pescara invece dopo un primo tempo non pessimo, nel quale comunque non ha mai tirato in porta, ha disputato un secondo tempo da dimenticare. Nessuna pressione in fase non possesso e, come nel primo tempo, nessun tiro in porta. Eppure il Pescara, così come il Novara, ha in rosa calciatori di grande qualità tecnica certamente in grado di creare e proporre gioco offensivo.

Obiettivi futuri: vittoria contro il Carpi e riconquistare gli amanti del calcio
La sfida casalinga contro il Carpi offre a Marino la possibilità di proseguire nella serie positiva e di accorciare ulteriormente la distanza che separa il Pescara dalla zona play off. Ci sono tutte le premesse per ottenere un risultato positivo e prendere slancio per affrontare la trasferta di Siena e, soprattutto, l’attesissimo derby contro i rossoneri del Lanciano. Tre partite che possono determinare una svolta positiva nel cammino dei biancazzurri prima di affrontare le sfide che separano dalla lunga sosta invernale. Sfide nelle quali oltre al risultato c’è bisogno, necessariamente, di coniugare l’utile al dilettevole. Ovvero conquistare punti e giocare bene al calcio, perché i tifosi potrebbero stufarsi di seguire una squadra che non diverte, non osa e in ultima analisi conquista pochi punti. Non dimentichi Marino che il calcio, anche questo calcio spesso ostaggio del business e di qualche mascalzone, è, per la maggioranza degli sportivi, uno sport e un gioco, e proprio per questo deve soprattutto soddisfare le esigenze degli sportivi. Se si dovessero ripetere prestazioni come quella di Novara il “giocattolo” rischia di rompersi e di diventare un passatempo per pochi. Invece, tutti, abbiamo bisogno di divertirci e di sorridere. E cosa più di un gol o di una bella giocata possono esaudire questo desiderio?

Sull'autore: Oscar Buonamano

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