Il Pescara perde anche a Brescia e torna in Abruzzo con alcune certezze in meno. In questa occasione, oltre ad una prova sottotono di molti degli interpreti in campo, ci mette lo zampino anche Massimo Oddo che, con l’abituale franchezza, ammette le sue responsabilità. Cambiare assetto tattico non è stata una scelta felice, anzi ha creato solo problemi nuovi che si sono aggiunti a quelli già noti.
Un punto nelle ultime tre partite sono un bottino magro, magrissimo, e si può considerare come l’anticamera di una crisi. Crisi di risultati, ma anche di gioco.
La squadra ha subito un’involuzione tecnico tattica
Il Pescara non cresce più, si è interrotto quel circolo virtuoso che dall’inizio del campionato ha accompagnato una crescita progressiva della squadra. Crescita che era evidente anche nelle sconfitte. Nelle ultime due sconfitte subite fuori casa non c’è invece traccia di quello spirito indomito che ha caratterizzato questa prima del campionato. Anche i più bravi non sembrano essere in grado di invertire la rotta. Una considerazione che riguarda tutta la squadra, allenatore in testa. Una crisi che potrebbe essere accentuata se non si riesce ad invertire subito il senso di marcia.
Ritornare alle certezze costruite in questi primi mesi
Contro la Virtus Entella c’è la necessità di tornare indietro. Tornare indietro per andare avanti. Gli esperimenti tattici, il 4-1-4-1 di Brescia in particolare, possono contribuire a togliere alcune delle certezze sule quali la squadra aveva costruito la prima fase del campionato. Forse è giunto anche il momento di allargare la rosa dei titolari e portarla a tredici/quattordici calciatori. In questo momento c’è bisogno del contributo di tutti per uscire da un periodo che potrebbe relegare il Pescara in una zona grigia del campionato. Le prossime partite ci diranno se c’è spazio per riprendere il buon cammino intrapreso prima delle ultime prove negative, non dimenticando che il calcio è e resterà sempre un divertimento, un gioco. Il più bel gioco del mondo.
Buon calcio a tutti.