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Una squadra che non c’è

Alla ricerca della squadra perduta
La sconfitta di Vicenza c’informa molto sulla condizione attuale della squadra di Marco Baroni. Tre le problematiche più evidenti che la quarta sconfitta della stagione mette in rilievo: Il Pescara di Marco Baroni non gioca da squadra; Il gioco si basa quasi esclusivamente sulle giocate e la qualità dei singoli; Gli errori individuali si mescolano e confondono con gli errori collettivi.

Quattro mesi di lavoro, ma i frutti non si vedono
Dopo quattro mesi di lavoro il gruppo agli ordini di Baroni non è diventato una squadra. Quattro mesi sono infatti un tempo sufficiente per poter valutare e quindi esprimere un giudizio compiuto ed equilibrato sul lavoro sin qui svolto, e il giudizio non può che essere negativo. Sia in relazione ai risultati conseguiti sul campo sia in relazione alla qualità del gioco espresso. Risultati e qualità del gioco che ovviamente camminano affiancati. La squadra non ha un’identità tattica se non nello schierarsi, formalmente, con una disposizione che prevede 4 difensori, 3 centrocampisti e 3 attaccanti. In assenza di un gioco corale e di una strategia collettiva il gruppo si affida alle giocate dei singoli. Melchiorri, Pasquato e, soprattutto, in questa prima fase della stagione, Matteo Politano. A tutto questo si aggiungo evidenti errori tecnici, Pesoli e Cosic solo per citare due casi, che spesso condizionano anche il risultato della partita.

Serve un’inversione di tendenza, e serve in tempi rapidissimi
Le domande che aleggiano tra i tifosi e gli addetti ai lavori sono semplici: è una questione tecnico-tattica o una questione di mentalità? Ovvero il responsabile è l’allenatore, la cifra tecnica della squadra o è soltanto una questione di tempo? Domande che a Pescara ci poniamo da almeno da tre campionati. Ognuno ha la sua, personale risposta o spiegazione dei fatti. Nel calcio però, come nella vita di tutti i giorni del resto, c’è un metro oggettivo per valutare l’andamento delle cose: leggere i risultati ottenuti e ponderare questi con una valutazioni di merito che vada anche oltre i numeri. La classifica dice che il Pescara ha conquistato 9 punti in 9 partite, pochi, troppo pochi per la società, per i tifosi per la stessa squadra. Punti ottenuti non esprimendo un buon calcio, soprattutto mostrando un’estrema fragilità e una conduzione tecnica che non sembra irreprensibile. Tocca a Marco Baroni portare il Pescara fuori da questa situazione, se ci riesce in breve tempo bene, altrimenti bisogna prenderne atto e cambiare guida tecnica.

Sull'autore: Oscar Buonamano

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