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Aramu, Morelli, Parigini e Mancini

Il calcio del futuro è una nuova rubrica di Calcio Totale, alla ricerca costante di giovani che potranno diventare calciatori importanti per il campionato italiano.

Mattia ARAMU_Livorno
Aramu nasce a Ciriè il 14 agosto del 1995 ed entra a far parte del settore giovanile del Torino a soli 8 anni. Nel 2011, sotto età, è spesso convocato nella Primavera. L’anno successivo trascina i granata ai quarti di finale del torneo segnando 7 gol in 19 gare. Nel 2013-14 realizza 20 gol tra campionato e Coppa con la Primavera allenata da Moreno Longo perdendo la finale scudetto contro il Chievo. Trequartista mancino dotato di grande tecnica, visione di gioco e tempismo perfetto negli inserimenti, può essere impiegato anche come seconda punta. L’anno scorso il Torino lo ha mandato in prestito al Trapani e il tecnico siciliano Roberto Boscaglia lo ho schierato da interno di centrocampo. Con l’arrivo di Serse Cosmi è tornato ad occupare il suo ruolo naturale dietro le punte concludendo il torneo con 24 presenze e 2 reti. Poche settimane fa ha rinnovato il contratto fino al 2019 con il Torino che lo ha girato in prestito al Livorno. In passato ha rifiutato la corte della Juventus. “Mi ha richiesto tante volte – ha detto Aramu tempo fa – ma l’unica in cui sono stato veramente tentato fu quando il Torino fallì nel 2005, ma alla fine decisi di rimanere”. Il giovane talento ha fatto tutta la trafila nelle nazionali giovanili e ad agosto ha ricevuto la prima chiamata dall’Under 21 di Luigi Di Biagio.

Gabriele MORELLI_Livorno
Terzino destro classe 1996, Morelli cresce nel settore giovanile del Livorno e debutta in prima squadra domenica 6 settembre nella prima giornata della serie B 2015-16. Nel match vinto per 4-0 contro il Pescara riesce anche a segnare una rete che però viene annullata per un fuorigioco inesistente. Difensore dotato di buona capacità di spinta, può essere impiegato anche sulla fascia sinistra. L’anno scorso si è messo in evidenza nel torneo Primavera segnando 3 gol in 21 partite.

Vittorio PARIGINI_Perugia
Parigini nasce a Moncalieri il 25 marzo del 1996. Promessa del settore giovanile del Torino, quest’anno sta disputando il suo terzo torneo di B in carriera. Attaccante esterno o seconda punta, arriva nel 2013-14 alla Juve Stabia (14 presenze e 0 gol) e dal 2014 è in prestito al Perugia (l’anno scorso 4 gol in 31 gare). Prima di mandarlo di nuovo in Umbria, il Torino lo ha blindato facendogli firmare il rinnovo del contratto fino al 2020. Parigini, ambidestro dotato di una buona struttura fisica, ha una straordinaria capacità di dribbling e un’accelerazione devastante. Gioca indifferentemente a destra o a sinistra. Ha fatto la trafila nelle nazionali giovanili dall’Under 16 all’Under 20.

Gianluca MANCINI_Perugia
All’esordio assoluto in serie B, Mancini, 19enne difensore di proprietà della Fiorentina, milita nel Perugia di Pierpaolo Bisoli che nel pre-campionato lo ha schierato sempre nell’undici titolare. Ha saltato il match contro il Como a causa della squalifica, ma tornerà a disposizione dalla prossima trasferta a Pescara. Dotato di una buona tecnica individuale, fino ai Giovanissimi giocava a centrocampo e segnava tanti gol. Nazionale Under 19, Mancini è un centrale difensivo puntuale negli anticipi e molto abile nel gioco aereo (è alto 1,90).

Lapadula esordio e palma del migliore in campo

10 Lapadula 7

17 Caprari 6,625

8 Memushaj 6,5

39 Crescenzi 6,5

40 Verre 6,5

11 Zampano 6,5

19 Cocco 6,3

34 Torreira 6,3

13 Zuparic 6,3

18 Aresti 6,125

23 Benali 6,125

6 Fornasier 6

21 Mandragora 6

25 Valoti 5,75

Massimo Oddo 6,875

Pescara-Perugia_12 settembre 2015

Foto della settimana_02

Torreira e Mitrita guardano felici verso l’obiettivo di Massimo Mucciante dopo la vittoria contro il Perugia

Livorno-Pescara_6 settembre 2015

Foto della settimana_01_2015.2016

Il presidente del Pescara, Daniele Sebastiani, e l’allenatore, Massimo Oddo, scrutano l’orizzonte. Niente di buono in vista, almeno in terra toscana di Livorno.

Falsa partenza

Naufragio a Livorno
Peggio di così non poteva iniziare per il Pescara di Massimo Oddo. Una sconfitta che non ammette repliche. Quattro gol subiti e un palo valgono più di tante parole e commenti. Errori madornali commessi in ogni zona del campo, anche se i difensori centrali hanno fatto di tutto per svettare nella classifica dei peggiori in campo. Leggi tutto

Io, Ibra

L’autobiografia di Zlatan Ibrahimović è giunta alla sua quarta edizione. Una nuova edizione, ogni anno, a partire dal 2011, data della prima pubblicazione. Un successo editoriale che premia un lavoro sincero che rispecchia ciò che di pubblico si conosce di uno dei più forti calciatori al mondo.
Un libro sincero che conferma l’immagine che ognuno di noi si è fatto di Zlatan Ibrahimović e che insieme alla biografia sportiva del campione apre la porta di casa Ibrahimović svelando un’intimità che non tutti sarebbero stati capaci di svelare e di raccontare. Un libro che affronta ogni argomento in modo diretto, proprio come il calciatore che in campo da sempre tutto senza risparmiarsi, soprattutto non cerca alibi. Uno che accetta il gioco duro e non si lamenta per questo.
«Pep Guardiola – l’allenatore del Barcellona, quello con i completi grigi e l’aria pensierosa – venne verso di me, e sembrava pensieroso. A quell’epoca pensavo che fosse ok, non esattamente un Mourinho o un Capello, ma un tipo a posto». Leggi tutto

Il giorno perduto_Anthony Cartwright, Gian Luca Favetto

Il giorno perduto è il racconto di un viaggio e di una lunga attesa. Attesa che prende il sopravvento e aiuta a non pensare sempre e in modo ossessivo all’argomento centrale del libro: la tragedia dell’Heysel. Ovvero tutto è costruito affinché l’evento clou, la ragion d’essere stessa del libro, sia il punto di arrivo della narrazione. Alla fine della lettura ci si accorge però che l’attesa e il viaggio sono narrazione nella narrazione, per certi versi quasi svincolati dal contesto in cui sono inseriti.
Nel breve spazio temporale che separa la partenza dall’arrivo, i protagonisti compiono un viaggio nel viaggio e di-svelano la propria vita come in un romanzo di formazione, scoprendo la condizione nuova dell’età adulta.
«Se qualcuno vi racconta che gli anni Ottanta sono stati felici, non credetegli. Sono stati terribili. Per un paio di generazioni contemporaneamente in tutta Europa hanno rappresentato la fine dell’adolescenza e l’ingresso nell’illusione. Ma i film degli anni Ottanta sono formidabili. Il cinema degli anni Ottanta è l’adolescenza che resiste». Leggi tutto

Caro presidente, ti scrivo così mi distraggo un po’…

Caro Presidente,
parafransando Lucio Dalla, ti scrivo così mi distraggo un po’, e siccome l’anno vecchio è finito, del presente e del futuro ti voglio parlare.

Un anno positivo, ma poteva essere eccellente
La stagione calcistica terminata sulla traversa del “Dall’Ara” di Bologna è stato un anno positivo per il Pescara. La squadra è arrivata a pochi centimetri dalla serie A e per questa ragione, l’essere stata tra le migliori fino alla fine, non si può che essere soddisfatti. Certo terminare i play off senza sconfitte, meritando di vincere tutte le partite e poi non essere promossi in serie A lascia l’amaro in bocca, ma lo abbiamo sempre sostenuto: l’importante è essere tra i protagonisti e lottare per vincere.
La partenza molto negativa in campionato ha compromesso il buon esito finale e su questo, lo abbiamo sostenuto a più riprese, si doveva intervenire. Marco Baroni non era l’allenatore giusto per questa squadra e cercare un sostituto prima dell’ultima partita di campionato sarebbe stato, certamente, più utile.

Massimo Oddo è il presente, sarà anche il futuro?
Baroni è però il passato, il presente è invece Massimo Oddo. La scelta dell’ex allenatore della Primavera è certo una scelta coraggiosa ed è noto che a questa città le scelte coraggiose piacciono. L’ex calciatore della nazionale italiana l’ha conquistata da subito. Lei ne ha parlato sempre bene fin dall’inizio della stagione e dunque la scelta, pur comprendendo alcuni rischi, non è, almeno dal suo punto di vista, azzardata.
La prima domanda che le voglio rivolgere è la seguente: Massimo Oddo rappresenta il presente, ma sarà anche il futuro prossimo? Ovvero la scelta di un giovane esordiente per la panchina di una società importante per la serie cadetta è stata fatta in modo che ci possa essere una continuità tecnica sulla panchina del Pescara per almeno due o tre stagioni?

Quali sono i programmi e gli obiettivi della prossima stagione?
In relazione e collegata a questa prima domanda, le faccio altre due domande, non prima di una piccola premessa.
Non più tardi di due settimane fa, l’Amministratore Delegato Danilo Iannascoli, proprio in questa trasmissione, ha detto che sarà molto difficile trattenere i migliori calciatori anche per la prossima stagione. Mi riferisco in particolare a Melchiorri, Politano, Brugman, Salamon, Zampano, Fornasier, Memushaj, Fiorillo, Bjarnason.
Le due domande sono perciò molto semplici: quali sono i programmi per la prossima stagione, ma soprattutto quali gli obiettivi?

Buon calcio a tutti e divertivi. Assai.

Pescara-Bologna_5 giugno 2015

40_La Foto della settimana

Massimo Oddo, con lui in panchina il Pescara “accarezza” la serie A

Una festa per il calcio

La sfida tra Vicenza e Pescara ha nobilitato il calcio. A prescindere dalla qualità del gioco espresso dalle due squadre in campo e dal risultato. Due tifoserie gemellate da sempre che hanno affrontato la sfida all’insegna dell’amicizia e del rispetto reciproco. Dovrebbe essere sempre così. Tifosi sottobraccio dentro e fuori lo stadio e vinca il migliore. Si dovrebbe lavorare tutti insieme per far si che questa diventi la regola e non l’eccezione.

Un buon Pescara non riesce a chiudere la partita nel primo tempo
L’assenza di Torreira e di Brugman pesa sull’economia del gioco dei biancazzurri che, nonostante un buon primo tempo, non riescono a giocare con continuità e dunque a chiudere la partita già nella prima fazione di gioco. Quando, finalmente, Oddo fa entrare l’uruguagio il Pescara comincia a far girare il pallone e a creare occasioni da gol. In fondo il gioco del calcio è semplice: gioca al calcio chi al calcio sa giocare. Brugman entra al 12 minuto del secondo tempo e la partita cambia. Il Pescara sale in cattedra e grazie alle sue geometrie la legge del più forte ha la meglio. Con Gaston in campo il Pescara ha una sua logica, non è più ripiegato su se stesso e può distendersi e far valere la classe e il valore dei suoi giocatori.

Passa la più forte, ma onore al Vicenza di Pasquale Marino
Si soffre fino al minuto novantaquattro, ma in finale arriva la squadra più forte, quella con la rosa migliore. Sul campo, a Vicenza, finisce 2-2, e forse è giusto così anche se il Pescara avrebbe meritato la vittoria al Romeo Menti.
Adesso tocca al Bologna dell’ex Delio Rossi. Mancano due partite per raggiungere un traguardo che con Baroni sarebbe stato impossibile da raggiungere, mancano due partite per raggiungere un sogno. A questo punto bisogna crederci fino in fondo e provare a vincere la doppia sfida contro i felsinei.
L’ultimo pensiero e ancora per i tifosi delle due squadre. Al triplice fischio finale applausi per tutti, questo è il calcio che ci piace. Questo è il calcio che riporta gli adulti e i bambini allo stadio. Attraverso questa strada il calcio si può salvare e tornare ad essere ciò che è sempre stato per milioni di italiani: uno svago e un divertimento.
Onore dunque al Vicenza di Pasquale Marino, ma forza Pescara.
Buon campionato a tutti.

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