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Sansone batte “Il Colosseo”(11 febbraio 2013)

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1. Gianluca Sansone
Lo scorso anno giocò 40 partite e segnò 20 reti con il Sassuolo e giunse terzo nella classifica cannonieri della serie B preceduto soltanto da Ciro Immobile e Marco Sau. Snobbato da quasi tutte le squadre di serie A approda nel massimo campionato grazie alla Sampdoria nel mercato di gennaio e nel giorno del suo esordio, entra nella ripresa al posto di Soriano, confeziona due assist e un gol strepitoso su calcio di punizione che valgono tre punti d’oro per la sua squadra. Sentiremo ancora parlare di lui in questo campionato.

2. Massimiliano Allegri
Riporta il Milan nelle posizioni di classifica in cui siamo abituati a vederlo, pur dovendo fare a meno dei pezzi pregiati della squadra venduti nel mercato estivo. Schiera contemporaneamente un ragazzo del 1990, Balotelli, due del 1992, De Sciglio e El Shaaraway e uno del 1994, Niang.
In un paese per vecchi qual è il nostro è questa una grande nota di merito. Soprattutto sorride all’ennesima affermazione fuori luogo e di cattivo gusto del suo presidente. Grande equilibrio.

3. Marco Sansovini
“Il capitano”, lo era lo scorso anno a Pescara e ha mantenuto la fascia anche a La Spezia, compie una vera e propria impresa destinata a restare nella storia calcistica della sua nuova squadra. Entra al 56 minuto della partita, undicesimo della ripresa, e in quindici minuti segna una tripletta che porta il risultato dall’1-3 al 4-3. Con 17 gol è il capocannoniere della cadetteria, superando il numero di gol, 16, segnati lo scorso anno nel campionato dei record e della promozione con il Pescara. Devastante.

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1. Delio Rossi
Rientra in panchina dopo l’increscioso episodio di Firenze e la Sampdoria gli offre la possibilità di rientrare dalla porta principale, la serie A. Alla prima occasione però la tensione gli gioca un brutto scherzo e alza il dito medio a un calciatore della squadra avversaria. Un brutto gesto che oscura anche la bella vittoria della sua Sampdoria contro la Roma dei Carneadi. Adesso l’attende una squalifica che potrà pesare sul rendimento della sua squadra. Deve ritrovare l’equilibrio.

2. Maurizio Zamparini
Non sempre e non tutte le ciambelle escono con il buco. Dopo l’ennesimo esonero della sua lunga carriera di presidente di squadre di calcio, Zamparini manda a casa anche Gasperini e chiama al capezzale del Palermo, Alberto Malesani al quale consegna una nuova squadra forte dei suoi dieci acquisti di gennaio. Il risultato è però ancora una volta negativo e il Palermo, a questo punto della stagione è, forse, la candidata più credibile alla retrocessione in serie B. In crisi d’ispirazione.

3. Aurelio Andreazzoli
«Poche regole, ma ferree» aveva detto il nuovo allenatore della Roma in un effluvio di parole che tradiva un nervosismo malamente celato. Ventriloquo per molti, presuntuoso per tanti ha ottenuto certamente un primo risultato: Francesco Totti rigorista della squadra da oltre venti anni, una delle poche regole che erano in vigore alla Roma, è stata archiviata da uno dei protagonisti dell’“Ammutinamento del Bòunty”. Il suo grido di battaglia è sembrato essere: andate in campo, sparpagliatevi e fate quello che vi pare. Confusionario.

 

Il rugby restituisce all’Italia il senso dello sport (4 febbraio 2013)

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1. L’Italia del rugby
Al “Sei Nazioni” l’Italia del rugby batte la Francia, vice campione del mondo, 23-18 e conquista di diritto il gradino più alto del podio. In molti sostengono che la squadra che ha battuto i transalpini sia la migliore nazionale di sempre, così come in tanti sono concordi nell’affermare che il trionfo di ieri è il trionfo di una squadra intera. Un inno allo sport, quello vero, fatto di sacrifici, sudore e lealtà.

2. Juan Fernando Quintero
Il giovane calciatore del Pescara si carica sulle spalle la sua nazionale, under 20, e vince il Sudamericano Sub20. Un campionato giocato sempre su altissimi livelli e impreziosito dal gran gol realizzato al 25 del primo tempo che porta in vantaggio la sua squadra contro il Paraguay. Dal Sudamerica dunque il nuovo che avanza è Juan Fernando Quintero. Sarà lui l’uomo che porterà la salvezza in riva all’Adriatico?

3. Mario Balotelli
Adriano Galliani si gode il suo ultimo acquisto: Mario Balotelli. Lo definisce un vero “top player”. Dimentica di raccontare che in Inghilterra, un campionato dove giocano i migliori calciatori in circolazione, lo show man acquistato dal Milan è stato quasi sempre in panchina e che è ritornato in Italia soprattutto perché non giocava quasi mai. Nel nostro campionato invece, soprattutto se continueranno ad assegnare rigori inesistenti al suo Milan, può recitare un ruolo importante. Intanto segna due gol al suo esordio buoni per la classifica e per il suo presidente.

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1. Franco Baldini e Walter Sabatini
«Combatteremo insieme le nostre battaglie» le parole false di Walter Sabatini all’indomani della riconferma di Zeman dopo Bologna-Roma. L’esonero del tecnico di Praga era iniziato all’indomani di Juventus-Roma quando colui che a Roma chiamano Capitan Futuro aveva insultato il suo allenatore e la società non era intervenuta. La gestione della Roma del duo Baldini-Sabatini, si avvicina sempre di più al modello cartoonistico tanto caro a James Pallotta, l’americano, a cui, certamente, non sfuggirà la forte analogia tra alcuni personaggi resi celebri dalla matita di Walter Disney e quelli che lui stesso sta creando.

2. La nazionale italiana di calcio
Leggendo i nomi dei calciatori italiani convocati da Cesare Prandelli per l’amichevole del 6 febbraio in Olanda si corre il rischio di essere al centro di uno scherzo di carnevale. E invece non è una scherzo ma proprio la lista ufficiale diramata dal commissario tecnico. Astori, Abate, Santon, Gastaldello, Peluso, Giaccherini, Candreva, Nocerino, Giovinco + 4 portieri. Si avete sentito bene 4 portieri. Queste convocazioni rappresentano la prova provata che il campionato italiano è un campionato modesto da un punto di vista tecnico, in cui i pochi talenti giovani vengono fatti marcire in panchina o venduti, giustamente, al miglior offerente all’estero.

3. Palermo
L’ultima vittoria risale al 25 novembre del 2012, da allora sei sconfitte e tre pareggi un bilancio che relega la squadra siciliana all’ultimo posto in classifica in coabitazione con il rinvigorito Siena di Beppe Iachini. Il presidente Zamparini, che in estate aveva manifestato l’intenzione di lasciare la presidenza della squadra per godersi i suoi soldi su qualche spiaggia nel sud del mondo, esonera Gasperini e l’amministratore delegato Pietro Lo Monaco e chiama al loro posto Malesani e Perinetti.

Paloschi finalmente come Superpippo (28 gennaio 2013)

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1. Alberto Paloschi
Il suo è un gol pesantissimo perché serve per sconfiggere una Lazio lanciatissima. Quando sta bene l’ex milanista, che avrebbe dovuto sostituire Pippo Inzaghi, sa essere decisivo. Con il gol di ieri sale a sette nella classifica cannonieri e, c’è da scommetterci, quest’anno finirà il campionato in doppia cifra.

2. Mauro Icardi
Mauro Icardi, nato il 19 febbraio 1993 a Rosario in Argentina, segna quattro gol e si conquista di diritto un posto nella classifica dei migliori della settimana. Il suo esordio dal primo minuto con la maglia blucerchiata è avvenuto il 20 maggio dello scorso anno nel giorno felice della promozione in serie A del Pescara, a distanza di pochi mesi presenta un conto salatissimo agli adriatici.

3. Pablo Barrientos
Dietro il successo sportivo del Catania, oltre ai dirigenti e, in parte all’allenatore, c’è un gruppo di calciatori di grande qualità, uno di questi è Pablo Barrientos. Argentino di Comodoro Rivadavia, quando era ragazzo e giocava nella nazionale Under-20, che fu anche di Maradona, portava il numero dieci. In quella stessa squadra giocava un certo Leo Messi. Il Catania è stato bravo ad acquistarlo mentre era infortunato e a creder in lui. Pagato 4 milioni di euro è l’acquisto più costoso della società etnei.

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1. Antonio Conte e Beppe Marotta
«Se questo è il calcio», «Un arbitro di Pompei non può arbitrare la Juve», le dichiarazioni dei due tesserati della Juventus nel post partita contro il Genoa. Pensieri non consoni a una squadra con la storia e il blasone della Juventus. Entrambi inadeguati per il ruolo che ricoprono. Due giornate di squalifica per l’allenatore e venti giorni per il direttore sportivo sono una sanzione ridicola per la gravità dei gesti compiuti.

2. Cristiano Bergodi
Il suo Pescara gioca la peggiore partita del suo campionato e perde per 6-0 contro una Sampdoria per nulla trascendentale. Una squadra apparsa, ancora una volta, inadeguata alla categoria, incapace di costruire, ieri come oggi, una sola azione da gol nell’arco di tutta la partita. La rosa si conferma, per quello che mi riguarda lo ripeto dall’inizio del campionato, come la peggiore di tutta la serie A.

3. Walter Sabatini e Franco Baldini
La conferenza stampa di questa mattina del direttore sportivo della Roma, nella quale dice testualmente: «C’è la possibilità di cambiare l’allenatore. Ora dobbiamo riflettere. Non stiamo vagliando candidature, comunque sempre ci si guarda intorno», spiega ogni oltre ragionevole dubbio perché la Roma con questi dirigenti non vincerà mai nulla. Prendessero lezioni da Galliani che con un Milan in piena zona retrocessione confermò la fiducia ad Allegri con il risultato che oggi il Milan ha due punti in più della Roma.

Pogba, l’uomo in più della Juventus (21 gennaio 2013)

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1. Paul Pogba
Paul Pogba, classe 1993, capitano della nazionale under 20 della Francia è una delle più belle sorprese del campionato italiano. I gol di ieri, due autentici gioielli, raccontano di un giovane campione in grado di cambiare il corso della partita da solo. La Juventus ha trovato un grande calciatore, il campionato italiano un grande protagonista.

2. Giampaolo Pazzini
La doppietta siglata contro il Bologna regala tre punti alla sua squadra e gli consente di salire a quota dieci nella classifica dei marcatori. Si sta confermando come il miglior attaccante dei rossoneri, considerando “il piccolo faraone” fuori concorso. Lo scambio con Antonio Cassano si sta rivelando sempre più positivo per i colori rossoneri.

3. Erjon Bogdani
L’incornata con la quale sblocca il risultato contro la Sampdoria consente al Siena di conquistare tre punti importantissimi per il prosieguo del campionato. Un gol che riaccende una flebile speranza che sembrava ormai essere stata abbandonata dai toscani. Da censurare l’intervento falloso commesso alla fine dell’incontro e per il quale avrebbe meritato il cartellino rosso diretto.

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1. Gigi Del Neri
Si rimette in gioco accettando la panchina del Genoa alla quale regala solo tante sconfitte che fanno prendere al presidente Preziosi la decisione di esonerarlo. La sensazione è che non sia riuscito mai ad entrare in sintonia con i calciatori. Adesso sarà dura ricominciare per il Genoa e per l’allenatore di Aquileia. Preziosi lo sostituisce con Ballardini, ma credo rimpiangerà ancora Gigi De Canio.

2. Sneijder e l’Inter
La vicenda, stucchevole, tra l’Inter e Sneijder ripropone un brutto vizio tutto italiano. Moratti prima firma un contratto faraonico al calciatore e poi lo mette in discussione. Un comportamento scorretto da parte della società nerazzurra che prova a mettere in cattiva luce, soprattutto agli occhi dei tifosi, uno dei maggiori artefici del “triplete”. Un comportamento da censurare che sottolinea la pochezza della classe dirigente sportiva italiana, senza idee e, da qualche anno, anche senza soldi.

3. Morgan De Sanctis
L’errore sul gol di Roncaglia è una di quelle macchie che restano per sempre nel curriculum di un portiere. Sbaglia il tempo dell’intervento e regala alla Fiorentina un gol inaspettato. De Sanctis, un portiere sempre molto sopravvalutato, pochi acuti, molti errori e comportamenti non sempre irreprensibili.

Daniele Conti nella storia del Cagliari (14 gennaio 2013)

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1. Daniele Conti
Il capitano degli isolani, sempre troppo snobbato dalle grandi squadre italiane, segna un gol importantissimo per la sua squadra e contribuisce in maniera determinate alla vittoria contro il Genoa. Un gol per festeggiare il compleanno e il rinnovo contrattuale, e per riaffermare l’importanza e la centralità del suo ruolo nel Cagliari che fu di Gigi Riva.

2. Angelo Palombo
Il capitano della squadra blucerchiata accantonato con troppa fretta dagli allenatori che hanno preceduto Delio Rossi sulla panchina della squadra del presidente Garrone vive un’altra grande giornata dopo quella vinta contro la Juventus. In questa occasione gioca da centrale di difesa, annulla il giovane Bojan e s’impone anche nell’impostazione del gioco. È lui la prima grande vittoria di Rossi.

3. Rolando Maran
Il suo Catania con 29 punti all’attivo, un punto in meno della coppia Parma e Udinese e solo due punti in meno del Milan di Allegri, è la vera sorpresa di questo campionato. Ieri, seppur in manier casuale, ha sconfitto la Roma di Zeman e oggi può brindare a un successo che proietta la squadra siciliana verso una salvezza sempre più vicina. Per Maran un esordio molto positivo in serie A.

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1. Gianpiero Gasperini
Ennesima sconfitta per Gianpiero Gasperini e il suo Palermo che resta isolato al penultimo posto con 15 punti in 20 giornate di campionato. La situazione è molto compromessa e, a questo punto della stagione, il Palermo rischia seriamente la retrocessione. A Palermo circola con insistenza il nome di Pasquale Marino come possibile sostituto dell’ex calciatore del Pescara. Zamparini e Lo Monaco prenderanno una decisione “ad horas”

2. Sebastiano Peruzzo
«Un singolo episodio non decide mai una partita», «a fine campionato i torti e i vantaggi si compensano», quante volte ascoltate queste banalità da calciatori, presidenti e allenatori a fine partita? Tante, troppe volte. Invece non è così se c’è un errore grossolano, come quello commesso ieri da Sebastiano Peruzzo l’arbitro di Lazio-Atalanta, può cambiare il corso della partita e soprattutto non sarà mai compensato. Quello di ieri è l’ultimo di una lunga serie dell’arbitro di Schio che si aggiunge ad altri errori altrettanto gravi già commessi nel corso di questo campionato. Inadeguato per la serie A.

3. Giuseppe Colucci
Sará un caso ma a San Siro manca Romulo Togni, al suo posto rientra Giuseppe Colucci, e il Pescara sparisce. Bergodi in conferenza stampa parla del peggior Pescara della sua gestione. Nella prova negativa della squadra pesa la brutta prestazione di Colucci che, ancora una volta, dimostra di non essere all’altezza del compito che gli è stato affidato. A tratti imbarazzante.

Mattia Perin, il predestinato (6 gennaio 2013)

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1. Mattia Perin
Con un primo tempo sontuoso regala e si regala una prestazione da incorniciare e tre punti pesantissimi alla sua squadra. Sempre pronto e reattivo chiude a doppia mandata la porta biancazzurra ai viola. Grande prova del giovane portierino di proprietà del Genoa proprio nel giorno in cui Buffon regala la vittoria alla Sampdoria. Un primo passaggio di consegne?

2. Edison Cavani
Tre gol su pochi palloni giocati nell’intera partita danno la dimensione della bravura di questo calciatore che farebbe la fortuna di qualunque squadra. Ottima tecnica individuale, facilità di corsa e una grande capacità realizzativa fanno di Cavani il miglior attaccante del campionato di serie A e uno dei più forti d’Europa.

3. Delio Rossi
La prima, grandissima, soddisfazione dopo l’infortunio di Firenze per Delio Rossi che con la sua Sampdoria espugna lo Juventus Stadium. Una vittoria che restituisce al campionato italiano uno dei più bravi allenatori in attività. Dopo questa vittoria per la Sampdoria inizia un altro campionato che può essere ricco di soddisfazioni.

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1. Andrea Stramaccioni
Peggio della pesante sconfitta subita contro l’Udinese per l’Inter sono state le dichiarazioni del suo giovane allenatore. Cerca scuse e rigori inesistenti per giustificare una sconfitta che può cambiare, in peggio, il campionato della squadra nerazzurra.

2. Antonio Conte
Brutto passo indietro per la sua Juventus che perde l’imbattibilità casalinga in campionato. Come ripeto dall’inizio del campionato Giovinco non è un calciatore da squadra di prima fascia. Padoin e Giaccherini sono calciatori utili per squadre di centro e bassa classifica. La partita contro la Sampdoria ci dice che il campionato è apertissimo e, soprattutto, ancora molto lungo.

3. Daniele De Rossi
Nella partita persa contro il Napoli la Roma regala un calciatore ai partenopei: il suo nome è Daniele De Rossi. Completamente avulso dal gioco della sua squadra al punto che i compagni non lo cercano e lui non entra mai in partita. Un calciatore inutile per questa Roma che farebbe bene a cederlo nel mercato di gennaio.

A Cristiano ciò che è di Cristiano e a Daniele ciò che è di Daniele

Il Pescara chiude il girone di andata con 20 punti e cinque squadre alle sue spalle. Ha segnato 17 reti e ne ha subite 35. Se il campionato terminasse oggi sarebbe salvo: perciò tutti in piedi e battiamo le mani. Battiamo le mani perché venti punti sono tanti, perché il Pescara è una neopromossa e perché le squadre che i biancazzurri si mettono alle spalle rispondono al nome di Siena, Palermo, Cagliari, Genoa e Bologna. Senza considerare che al giro di boa del campionato ha gli stessi punti della Sampdoria e del Torino ed è a due lunghezza dall’Atalanta.
Un campionato dunque, almeno fino a questo momento, molto positivo per la società diretta da Daniele Sebastiani che, in maniera ingenerosa, è stato criticato con troppa fretta e superficialità.
L’avvento sulla panchina del Pescara di Cristiano Bergodi (e del suo staff) sta portando indubbi benefici alla squadra anche se la parte più difficile, per il neo tecnico biancazzurro, inizia proprio adesso.
La vittoria contro la Fiorentina consegna alle cronache un Pescara double-face, molto attento in fase di contenimento nel primo tempo, con un insuperabile Perin che salva la squadra dal tracollo, cinico e più intraprendente nel secondo tempo. Un buon Pescara che mi è piaciuto e che ha meritato la vittoria per l’autorità con la quale ha saputo tenere testa a una squadra molto più forte da un punto di vista tecnico.
Interpellato da www.fiorentina.it prima della sfida del Franchi, per la rubrica “Penna in trasferta”, avevo detto che ciò che avrebbe fatto la differenza in campo sarebbero state le motivazioni dei calciatori, così è stato. Il Pescara è sceso in campo con la mentalità giusta, ma soprattutto molto concentrato. Gran parte del merito va ascritta al suo allenatore che in poco tempo e soprattutto con una squadra che non aveva costruito, è riuscito a trasformare un gruppo di calciatori in una squadra. Non è un merito da poco e non era scontato che ciò accadesse. Perciò credo che vada riconosciuto a Cristiano Bergodi ciò che è di Cristiano Bergodi.
Così come va riconosciuto a Daniele Sebastiani, e a tutta la società che pure era alla sua prima esperienza in serie A, la bontà del lavoro svolto in fase di costruzione della squadra. E quindi anche a Daniele (Sebastiani e Delli Carri) ciò che è di Daniele.
Da oggi dunque si può guardare al futuro con più ottimismo e anche con un po’ più di serenità. Non bisogna disperdere il lavoro svolto fino ad oggi e bisogna approfittare del mercato di gennaio per mettere a segno quei colpi che possono garantire al Pescara un girone di ritorno più tranquillo.
Serve, oggi più di ieri, un attaccante centrale in grado di garantire alla squadra otto, nove gol fino alla fine del campionato e almeno un centrocampista di qualità in mezzo al campo che possa prendere il posto dell’ottimo Togni che può diventare la prima, vera e unica alternativa al nuovo acquisto.
E infine così come ho scritto all’inizio del campionato, non si prenda Ciro Ferrara perché in contraddizione con lo stile e il progetto inaugurato con Zdeněk Zeman, oggi penso, con motivazioni analoghe, che non si debba acquistare Gaetano D’Agostino.

La terza vita di Andrea Pirlo (17 dicembre 2012)

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1. Andrea Pirlo
La punizione gol contro l’Atalanta vale da sola il prezzo del biglietto. Il notevole gesto tecnico gratifica uno dei migliori calciatori del campionato italiano di calcio che solo l’insipienza di Adriano Galliani ha potuto regalare alla Juventus. Merita un posto sul podio del pallone d’oro.

2. Catania
Il Catania conquista l’ottavo posto in classifica con 25 punti, due in meno del Milan, quattro meno della Roma. Anche l’esordiente Rolando Maran sta disputando un campionato decisamente sopra le righe. A questo punto del campionato sorge spontanea una domanda: è merito dell’allenatore o della squadra allestita dai dirigenti etnei?

3. Luca Toni
Nella convincente vittoria della Fiorentina contro il Siena segna due gol e si procura il rigore che la squadra decide di far tirare a Pizzarro. Arrivato a Firenze nelle ultime ore di mercato sta dimostrando di non essere un ex calciatore ma di poter recitare un ruolo da protagonista anche in questo campionato.

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1. Ciro Ferarra
La sua Sampdoria perde e lui perde due volte. La prima sul campo, come piace dire alla sua ex squadra, e la seconda nel dopo partita. Dice e non dice, parla e non parla, lanciando accuse contro i dirigenti del Catania senza nessuna prova o riscontro. Oltre ad essere un allenatore modesto dimostra di essere anche una persona che non sa perdere. Le sue dichiarazioni post partita, molto probabilmente, gli fanno perdere il lavoro.

2. Mauro Bergonzi
Non assegna due rigori alla Roma mentre assegna un gol irregolare al Chievo. Anche i cartellini gialli sono quasi tutti sbagliati. Una partita da dimenticare per lui che i dirigenti giallorossi non dimenticheranno molto facilmente. Sintomatico il silenzio stampa di Zeman e del capitano, Francesco Totti, alla fine della partita. La Roma dovrebbe ricusarlo formalmente.

3. Abbruscato e Jonathas
La battuta che correva sul web al triplice fischio finale di San Siro era: finalmente Jonathas si è sbloccato. All’autorete di Abbruscato infatti si è aggiunta l’autorete dell’ex calciatore del Brescia che rende ancora più amaro il passivo subito dalla squadra allenata dall’ex Allegri. Il reparto offensivo resta il problema più urgente da risolvere per Cristiano Bergodi.

La prima volta di Zeman in classifica dopo quattro vittorie consecutive della Roma (10 dicembre 2012)

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1. Zdeněk Zeman
Quarta vittoria consecutiva per la squadra del maestro di Praga. La Fiorentina non perdeva da nove partite ed era considerata da tutti la sorpresa del campionato. La sua Roma è l’unica squadra ad aver segnato in tutte le partite e con 38 gol ha di gran lunga il miglior attacco del campionato e la classifica comincia a diventare interessante, sempre più interessante.

2. Gonzalo Bergessio
La sua assenza ha penalizzato il Catania oltre il dovuto. Con lui in campo i siciliani diventano un’altra squadra in grado di guardare ben oltre la salvezza. Un assist e una doppietta realizzata ieri a Siena gli valgono la palma di migliore in campo.

3. Inter
Pur non giocando una partita bellissima fa sua l’intera posta in palio contro il Napoli dopo aver sconfitto anche la Juventus. Pur avendo tanti problemi in mezzo al campo grazie a una difesa molto ben impostata e un attacco di qualità, conquista il secondo posto in classifica scavalcando proprio i partenopei.

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1. Walter Mazzarri
Il Napoli perde una partita che poteva lanciarla come vera e unica antagonista della Juventus. I media esaltano la prova del Napoli che però lascia i tre punti all’Inter del giovane Stramaccioni. Hamsik, Cavani e Insigne farebbero la fortuna di qualunque allenatore e garantirebbero uno scudetto relativamente tranquillo. Non è così per il Napoli di Mazzarri.

2. Jean-François Gillet
Regala tre gol su quattro al Milan e condanna la sua squadra, il Torino, a una sconfitta casalinga contro il Milan. Dopo il vantaggio con la rete di Santana, favorita da un errore di Nocerino, il Torino aveva la possibilità di far sua l’intera posta in palio e far fare un salto in avanti nella lotta per non retrocedere ma gli errori del suo numero uno glielo hanno impedito.

3. Gigi Delneri
Ancora una giornata negativa per l’allenatore del Genoa che perde anche a Pescara. Filtra la notizia che non intende rassegnare le dimissioni e questo non gli rende merito. La squadra vista a Pescara è un gruppo che non sembra seguire le direttive dell’allenatore e questo è l’argomento più forte nelle mani della società ligure per richiamare in panchina Gigi De Canio.

«Stultum est dicere: putabam»

A Napoli i tifosi delle due curve battono ritmicamente le mani. Si sentono con chiarezza i cori e la voce dei tifosi. Un tifo incessante che dura per tutti i novanta minuti della partita anche se il Napoli gioca contro l’ultima in classifica. La pressione è tanta per i protagonisti in campo. Una pressione che nasce dalla passione senza se e senza ma dei tifosi partenopei. Vale per la squadra in generale e vale, a maggior ragione, per i singoli protagonisti. Più è alta la considerazione che si ha del singolo calciatore più è alta l’attenzione. E il livello della considerazione è evidente fin dall’annuncio ufficiale delle formazioni. La voce dell’altoparlante annuncia: «Con il numero ventiquattro…Lo-ren-zo…», e il pubblico all’unisono risponde con la stessa cadenza «In-si-gne». Mi piace pensare che Pier Paolo Pasolini abbia scritto del calcio come ultima rappresentazione sacra della nostra società assistendo proprio a una partita del Napoli.
Poi inizia la partita e il sogno di bambino legato alla coreografia del tifo, ai cori, ai colori, al profumo dell’erba, che solo uno stadio di calcio sa trasmettere svanisce in quindici minuti. Il tempo necessario al Napoli di Hamsik e Cavani di segnare due gol, sfiorandone altrettanti. Svanisce il sogno perché per quanto ci si sforzi di vedere dei piccoli, ma non significativi, miglioramenti nel gioco della squadra adriatica, non si può continuare a sognare se la squadra perde sempre. Il Napoli è di un’altra categoria rispetto al Pescara e nessuno può metterlo in dubbio, ma alla fine della partita il risultato è, ancora una volta, impietoso: 5-1. E ancora una volta, come è già successo per la partita contro la Roma, in tanti evidenziano più i segnali positivi della squadra che gli aspetti negativi. Inizia la gara dei “se” e dei “ma”. Se il Pescara fosse rimasto in undici contro undici. Se fosse stato assegnato il rigore. Se Vukusic avesse sfruttato bene l’occasione che gli è capitata tra i piedi sul 2-1.
Al liceo avevo un professore di italiano e latino molto bravo e temuto da tutti i suoi studenti. Ho tanti ricordi e aneddoti legati alle sue “mitiche” interrogazioni, ma ce n’è uno che più di tutti mi è rimasto impresso. Quando qualche studente era impreparato e voleva giustificarsi adducendo improbabili cause lui, il professore, abbassava gli occhi sul registro e in maniera molto evidente faceva capire che stava scrivendo due nella casella corrispondente all’impreparato di turno. Poi alzava gli occhi dal registro, toglieva gli occhiali e si sedeva sulla scrivania. Questa pantomima durava pochi secondi che per noi duravano un’eternità. Poi schiariva la voce e proferiva in latino: «Stultum est dicere: putabam». Da quel momento in poi il silenzio regnava sovrano nella classe per interrompersi solo al suono della campanella che segnalava il cambio dell’ora. Se il mio professore di italiano e latino fosse qui ad ascoltare le giustificazioni pronunciate dopo queste ultime due partite disputate dal Pescara, e che accomunano molti sotto il cielo biancazzurro, sono certo pronuncerebbe lo stesso, identico, ammonimento.
Infine, last but not least direbbero a Londra, una breve, brevissima, considerazione su Lorenzo “il primo violino” Insigne.
Non è più il calciatore che “spacca” le partite. Pur disputando una buona gara, ha messo il piede in tre dei cinque gol del Napoli, sembra aver perso il guizzo che gli faceva intuire l’azione qualche frazione di secondo prima degli avversari. Svolge il compitino che gli ha assegnato il suo nuovo allenatore. Non cerca più la giocate e il gol, ma è costretto ad essere il portatore d’acqua di Cavani. Se qualcuno può togliesse Insigne dalle cure di Mazzarri e lo restituisse al calcio italiano.

© 2021 Calcio Totale / Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Pescara il 03/09/2014 al n° 11. Registro della Stampa del Tribunale di Pescara n° 11-2014.

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