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A Bologna per la serie A

Tutti aspettavano le scelte di Giovanni Stroppa e le scelte ci sono state. Non sono arrivati i primi punti del campionato ma, al contrario, è giunta la terza sconfitta consecutiva, con tre reti al passivo.
Stroppa ha schierato una squadra con quattro difensori in linea, due mediani in mezzo al campo, due esterni larghi sulle fasce, un trequartista e una punta centrale. Un modulo ampiamente annunciato in settimana, così come erano stati annunciati gli uomini che hanno giocato e perso la sfida contro la pragmatica Sampdoria di Ciro Ferrara.
Abbiamo, dunque, visto all’opera la squadra che ha in mente Stroppa che ha tradito, solo in parte, le aspettative. L’andamento della partita infatti ha detto che il Pescara è stato superiore in tutto alla Sampdoria tranne che per il particolare più importante, l’essenza stessa del calcio: il gol.
I biancazzurri hanno avuto un possesso palla leggermente superiore alla Sampdoria (52% a 48%), hanno tirato di più in porta (15 contro 10) così come hanno giocato più palloni (566 contro 508). La supremazia territoriale vede addirittura prevalere il Pescara con 12’30’’, contro la metà del tempo 6’30’’, della squadra blucerchiata. Quando però analizziamo i dati degli attacchi diretti alla porta le cifre si capovolgono, 43,5% per il Pescara contro il 51.0% della Samp.
I problemi che la squadra ha evidenziato fino a questo momento, 3 sconfitte con 9 gol subiti e due realizzati, non risiedono dunque prevalentemente nell’assetto difensivo, ma proprio nella capacità realizzativa della squadra. Certo la difesa non è sembrata esente da responsabilità in queste prime uscite, in particolare il primo gol della Sampdoria è l’esatta fotocopia del primo gol subito contro l’Inter, ma non è in quel settore del campo che si è persa la partita di ieri. Alla squadra manca, soprattutto, la capacità di concretizzare il gioco che è in grado di esprimere. Non è una squadra con una vocazione offensiva, non lo è nei numeri e non lo è per ciò che si è visto in queste prime giornate. Se focalizziamo l’attenzione sul rendimento di due calciatori, lo scorso anno grandi protagonisti del vittorioso campionato di serie B, troviamo una prima, anche se parzialissima risposta. I calciatori sono Balzano e Cascione. Il primo, ieri schierato come esterno alto di centrocampo, pur disputando una partita molto generosa, non è in grado di offrire in quella posizione un contributo alla costruzione del gioco, tantomeno un contributo offensivo come ci si può attendere da uno dei tre di centrocampo. E Cascione, pur essendo il miglior del reparto con 15 palle recuperate e 54 passaggi riusciti, schierato in quella posizione non è in grado di offrire il contributo in fase di attacco alla porta avversaria che ci si potrebbe aspettare dalle caratteristiche del calciatore.
Siamo dunque in un “work in progress” che però che già dalla prossima partita deve riuscire a conciliare progressi, alcuni sono già evidenti, e risultato.
La prossima gara si disputerà a Bologna e quando a Pescara si dice Bologna, si dice serie A. Come dimenticare infatti i 40.000 del 1979 che accompagnarono la vittoria nello spareggio contro il Monza e la promozione in serie A? A Bologna per la serie A quindi, domenica come 33 anni fa.

Il Bologna aspetta e poi colpisce (17 settembre 2012)

UP
1. Bologna
Sotto di due gol a Roma a venti minuti dalla fine della partita ci crede fino in fondo e vince una partita importantissima non solo per la classifica, ma soprattutto per l’autostima. Regge il ritmo che impone la Roma e porta a casa l’intera posta in gioco.

2. Marco Sau
Esordio in serie A per Marco Sau e primo, pesantissimo, gol, che regala al Cagliari un punto prezioso sul campo del Palermo. Da due anni segna con regolarità prima in Lega Pro con il Foggia di Zeman e lo scorso anno in serie B con la Juve Stabia. Quest’anno finirà in doppia cifra anche in serie A.

3. Stevan Jovetić
Dopo un’estate che lo ha visto con la maglia di tante squadre, e in particolare con quella bianconera della Juventus, si cuce addosso il giglio viola e porta in alto la Fiorentina di Montella. Si concede il lusso di essere il capocannoniere del campionato con 4 gol.

DOWN
1. Massimiliano Allegri
Gli vendono Ibra e Thiago Silva e si scopre che il re é nudo. Seconda sconfitta consecutiva in casa, e dopo la Sampdoria anche l’Atalanta fa bottino pieno a San Siro. Il Milan non ha un gioco e la panchina di Allegri potrebbe essere la prima panchina a saltare. In questo caso fossi in Galliani prenderei Gigi Del Neri perché lo considero adatto alla rosa che ha allestito il Milan.

2. Pescara
Unica squadra a zero punti. Tre sconfitte e nove gol subiti rappresentano un passivo pesante che comincia a diventare preoccupante. Seconda sconfitta consecutiva contro un’altra neo promossa. La sconfitta subita in casa contro la Sampdoria é pesante perché la Sampdoria potrebbe essere una delle possibili concorrenti per non retrocedere.

3. Maurizio Zamparini
Si conferma il mangiallenatori della serie A. Manda a casa Sannino, un bravo allenatore, dopo tre partite di campionato e un solo punto in classifica. Ogni anno vende i migliori calciatori e pretende dai suoi allenatori risultati immediati. Ha chiamato Gianpiero Gasperini, in bocca al lupo al vecchio capitano biancazzurro.

Aspettando la prima vittoria

Le soste di campionato giungono sempre a proposito, perché c’è sempre qualcosa da mettere a punto in ogni squadra e in tutte le squadre. Certamente il Pescara di Giovanni Stroppa ha molte cose da “mettere a punto” dopo la falsa partenza in campionato con due sconfitte consecutive. Due sconfitte che non sono state sottovalutate dallo staff tecnico della squadra adriatica se si presta la giusta attenzione alle dichiarazioni ufficiali dell’allenatore e dell’intero gruppo dirigente in questi giorni di attesa per la ripresa dell’attività agonistica. In particolare l’allenatore sembra aver compreso bene le ragioni di questa brutta partenza, ma solo la prova del campo, che nel caso specifico sarà la prossima sfida con la Sampdoria, dirà se il lavoro svolto in queste due settimane di sosta sarà stato un lavoro proficuo e se sarà stato utile per correggere gli errori commessi in queste prime due gare.
La prossima sfida non sarà quella decisiva né in senso positivo tantomeno in senso negativo. La squadra è un cantiere in piena attività e queste due settimane di lavoro non possono aver scritto la parola fine alla costruzione del nuovo progetto. C’è bisogno di altre esercitazioni sul campo per costruire la nuova squadra anche se il tempo a disposizione, per Stroppa e i suoi ragazzi, stringe.
Dunque cosa ci si può aspettare, realisticamente, dalla prossima sfida contro la squadra di Ciro Ferrara?
I tifosi, e non solo loro, si aspettano una vittoria, la prima vittoria in serie A, una vittoria attesa in città dal 30 maggio 1993.
Si gioca la penultima giornata di campionato e all’Adriatico è di scena la Juventus di Roberto Baggio, vincitrice della Coppa UEFA nella doppia sfida contro il Borussia Dortmund. La partita ha un epilogo clamoroso e vede il Pescara imporsi per 5-1. Passa in vantaggio la Juventus con Ravanelli, che sostituisce Vialli spedito in tribuna da Trapattoni per alcune dichiarazioni che non sono piaciute alla società bianconera, ma alla metà del primo tempo Allegri, su rigore, riporta in parità la partita. Nel secondo tempo tutti si aspettano la reazione veemente della Juventus, mentre in campo c’è solo il Pescara. Prima Stefano Borgonovo, al quale va un grande abbraccio da tutti noi, porta sul 2-1 i biancazzurri poi al minuto 59, un tiro dal limite dell’area di rigore di Allegri viene deviato in rete da Carrera, l’uomo che a detta del presidente della squadra bianconera ha vinto con una partita da allenatore più di quanto abbia vinto Zeman in tutta la sua carriera, e la partita è sul 3-1. All’86 Martorella e al 90 Palladini fissano il risultato sul 5-1.
Per la prossima sfida ci si può dunque aspettare una vittoria altrettanto bella?
Per quello che mi riguarda, mi auguro di vedere in campo una squadra con una precisa identità tattica e che giochi bene al calcio, ma soprattutto una squadra con un’anima. Se la squadra che scenderà in campo mostrerà questi due aspetti vorrà dire che la sosta è stata proficua e che Giovannino Stroppa ha lavorato bene. A queste latitudini infatti al «vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta», si preferisce il meno presuntuoso e più nobile «conta vincere ma è anche importante come si vince». E si sa, certe abitudini sono dure a morire.

Eusebio Di Francesco rivuole la serie A (10 settembre 012)

UP
1. Eusebio Di Francesco
Porta il Sassuolo in vetta alla classifica della serie B con tre vittorie su tre e Pavoletti, ex Lanciano, in testa alla classifica dei cannonieri con cinque reti in tre partite. Adesso arriva il difficile, confermare l’ottimo inizio di campionato e provare a centrare l’ambizioso obiettivo della promozione in serie A.

2. Alex Zanardi
Conquista tre medaglie alle Paraolimpiadi di Londra. Due ori e un argento, dimostra che la forza di volontà é più forte di qualunque disavventura. Il degno portabandiera per l’Italia nella cerimonia di chiusura.

3. Ciro Immobile
Cambia la categoria ma il capocannoniere della serie B si conferma lo stesso, spietato, uomo gol dello scorso campionato. Gol all’esordio con il Genoa, assist che equivale a un gol nella seconda partita di campionato e ancora un gol in nazionale, under 21, nella goleada contro il Liechtenstein.

DOWN
1. Cesare Prandelli
Sbaglia formazione e modulo di gioco contro la Bulgaria. Il 5-3-2 affoga in una mediocrità assoluta contro una squadra modesta come quella bulgara. Giocatori fuori ruolo, Ogbonna schierato come esterno destro dei tre della difesa, giocatori che non trovano spazio nei loro club e che invece sono titolari in nazionale, Giaccherini. Infine calciatori con problemi fisici sottoposti a un inutile sforzo pericoloso, De Rossi, gli valgono un insufficienza piena.

2. Alexandre Pato
L’eterna promessa del calcio mondiale si blocca di nuovo per un infortunio muscolare. Dopo le olimpiadi sembrava avviato verso una stagione tranquilla sul versante infortuni e invece alla prima occasione si ferma di nuovo. Carlo Ancelotti che lo conosce bene e che voleva portarlo al PRS dice che guarirà perché non é mai successo che un calciatore potesse smettere per questo tipo d’infortuni. Ad oggi è una promessa non mantenuta.

3. Sebastian Giovinco
Non brilla nella partita della nazionale contro la Bulgaria, esordio del girone di qualificazione per i mondiali 2014. Alla sua età non é più una promessa ma non é diventato una certezza. Sempre assente dal cuore della manovra della squadra azzurra è destinato a non essere confermato nella partita contro Malta.

Pazzini prova a far dimenticare Inzaghi (3 settembre 2012)

UP
1. Giampaolo Pazzini
Tre gol all’esordio con una nuova maglia non capitano a tutti i calciatori. Ruba la copertina a Giovinco, Klose e Berghessio, che sono stati gli altri grandi protagonisti di giornata. Tre gol che fotografano il Pazzini calciatore. Opportunista, furbo e funzionale a un gioco molto sparagnino. Perfetto per questo Milan.

2. Francesco Totti
A 36 anni e con più di 500 partite in serie A, ha dimostrato a San Siro di essere ancora il numero uno in Italia. Ha giocato alla Cruijff, non dando mai punti di riferimento ai calciatori dell’Inter. Corre come un ragazzino di venti anni, proprio come i cinque undicesimi della squadra che è scesa in campo ieri sera e ha vinto per 3-1 contro l’Inter. Piris, Florenzi, Tachtsidis, Destro e Lamela sono infatti tutti nati tra il 1991 e 1992.

3. Lorenzo Insigne
Prima convocazione nella nazionale maggiore per Lorenzo, il primo violino, Insigne. Uno dei più forti calciatori italiani che lo scorso anno abbiamo avuto la fortuna di godercelo tutte le settimane. Inizia una nuova storia professionale con Cesare Prandelli che lo porterà fino ai mondiali del 2014 in Brasile.

DOWN
1. Pescara
Due partite, zero punti, sei gol subito e zero realizzati. Questi sono i numeri delle prime due giornate di campionato per il Pescara di Giovannino Stroppa. C’é bisogno di un’inversione di tendenza immediata altrimenti saranno dolori.

2. Giuseppe Marotta
Il comportamento della Juventus nel “caso” Berbatov é stato patetico. Marotta ha dichiarato che la Juventus non si é intromessa nell’affare ma che ha fatto un sondaggio quando l’affare era sfumato. Ma se il giocatore era in aereo, con il biglietto pagato dalla Fiorentina, come ha fatto Marotta a sapere che c’erano problemi legati al contratto. Meglio avrebbe fatto a tacere.

3. Palermo
Come il Pescara, quasi peggio del Pescara, anche la squadra di Sannino nelle prime due giornate ha collezionato zero punti, rimediando due sconfitte e sei gol al passivo. Mai la squadra di Zamparini era partita così male. Conoscendo Zamparini é lecito pensare che Sannino si debba preoccupare perché il presidente del Palermo non é un uomo di attese.

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