Arrigo Sacchi (Fusignano, 1 aprile 1946)
Nel calcio e più in generale nello sport le vittorie non sono tutto, ma certo spiegano e aiutano a capire meglio il lavoro svolto. Per questo motivo prima di dissertare sulle qualità tecnico tattiche che Arrigo Sacchi ha introdotto nel calcio italiano e mondiale è utile, in questo caso, elencare le vittorie e i riconoscimenti.
Ha vinto 1 scudetto con la squadra primavera del Cesena; 1 scudetto, 1 supercoppa italiana, 2 coppe dei campioni, 2 supercoppe europee e 2 coppe intercontinentali con il Milan ed è giunto secondo ai Mondiali del 1994 perdendo la finale con il Brasile ai calci di rigore.
Anche grazie a queste vittorie ha ottenuto riconoscimenti unanimi da parte di addetti ai lavori e tifosi. Riconoscimenti singoli e alla sua squadra. La rivista inglese Time ha definito Arrigo Sacchi il miglior allenatore italiano di tutti i tempi e 11° a livello mondiale. I francesi di France Football hanno nominato il Milan di Sacchi la migliore squadra del dopoguerra mentre gli inglesi di World Soccer hanno nominato quel Milan la squadra di club più forte di tutti i tempi e quarta migliore in assoluto dopo il Brasile del 1970, l’Ungheria del 1954 e l’Olanda del 1974.
Inizia la sua carriera nelle giovanili del Cesena e grazie anche a Italo Allodi arriva sulla panchina che lo lancerà nel calcio che conta: il Parma. Frequenta il corso di Coverciano nello stesso anno in cui siede sui banchi toscani della Federazione Zdeněk Zeman.
Quando arriva sulla panchina del Milan sono in pochi a credere nelle sue capacità di poter guidare una società così blasonata. Arrigo Sacchi farà ricredere tutti e sarà protagonista con la squadra rossonera di un ciclo di vittorie irripetibili. La sua squadra vince giocando un calcio spettacolare con un rivoluzionario 4-4-2 che in fase di non possesso diventa un 4-3-1-2. È la squadra dei tre tulipani d’Olanda, Gullit, Rijkaard e Van Basten e degli italiani Franco Baresi, Paolo Maldini, Roberto Donadoni. Rivoluzionari anche i suoi metodi di allenamento con carichi di lavoro molto pesanti che conquistano in poco tempo quel gruppo fortissimo che sta prendendo forma a Milanello.
Costruisce una squadra a forte trazione anteriore che subisce pochissimi gol e che, soprattutto, impone il suo gioco su tutti i campi.
Porterà la nazionale italiana sul tetto del mondo ai Campionati del mondo del 1994 in USA perdendo la finale, contro gli eterni rivali del Brasile, solo ai calci di rigore.
Attualmente è il coordinatore tecnico delle Nazionali giovanili italiane.
pillole di calcio totale (quinta puntata)