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Deludende prova della squadra di Serse Cosmi che resta in corsa per i play off

Il Pescara si scioglie al primo tepore primaverile
Chi si aspettava un Pescara finalmente maturo e consapevole della propria forza e dunque in grado di archiviare la partita contro la Reggina con relativa tranquillità, si sbagliava. E si sbagliava di grosso perché il Pescaravisto all’Adriatico contro i calabresi è stata la brutta copia della squadra tonica ed efficacie ammirata contro il Latina solo qualche giorno prima. Contro gli amaranto, capitanati da un “sempreverde” Di Michele e da un sorprendente Sbaffo che, soprattutto nel primo tempo, giostrando tra le linee, ha messo in continua difficoltà i biancazzurri, il Pescaraè stato molto deludente. Sia come qualità di gioco sia come qualità dei singoli. Una squadra senza anima e incapace di produrre emozioni. La gestione tecnica della squadra, sia quella di Marino sia quella di Cosmi, ha creato e continua a creare confusione facendo ruotare, come giostre impazzite e senza comando alcuno, quasi tutti gli uomini a disposizione.

Non convincono le esclusioni di Politano e Ragusa
Se con la gestione di Marino segnalavamo il mancato utilizzo del gruppo di giovani promesse che la società aveva messo a disposizione del tecnico (Viviani, Frascatore, Piscitella e nel primo periodo perfino Politano), con la gestione Cosmi assistiamo a un continuo ruotare di uomini e assetti tattici.
Ovviamente ogni mini rivoluzione tecnica lascia per strada feriti metaforici s’intende. Nel caso dell’ultimo mini rimpasto le vittime sacrificali sembrano essereAntonino Ragusae Matteo Politano, due tra i più talentuosi calciatori della squadra adriatica.
Diciamolo in maniera chiara, senza se e senza ma, non siamo d’accordo con le scelte di Comsi se queste scelte prevedono il sacrificio di questi due talenti. La squadra, al contrario andrebbe costruita proprio a partire da Politano e Ragusa che con Brugman e Balzano dovrebbero costituire l’ossatura della compagine biancazzurra.

Una stagione da dimenticare che potrebbe riservare la sorpresa sui titoli di coda
Giunti a questo punto del campionato si può affermare che il campionato del Pescara si sta rivelando deludente sia rispetto all’attuale classifica sia rispetto alla qualità del gioco mostrato fino ad oggi. Deludente soprattutto perché le aspettative erano molto alte. Due allenatori di categoria certamente superiore e una rosa tra le migliori della serie B autorizzavano a sperare in un campionato diverso da quello al quale abbiamo assistito, ma i titoli di coda potrebbero riservare anche una sorpresa positiva.
In un campionato con un livello tecnico bassissimo, com’è l’attuale campionato di serie B,il Pescarapotrebbe infatti recitare almeno un ruolo da coprotagonista. Mettendo da parte le ambizioni di giocare un calcio di buon livello, ma concentrandosi esclusivamente sul risultato, si può provare a rendere positiva una stagione che altrimenti si rivelerebbe negativa. La squadra biancazzurra ha nel suo organico calciatori in grado di poter decidere e vincere singole sfide, si punti su questo aspetto. Decida l’allenatore se tenere tutti sulla corda o di puntare su un gruppo di titolari, ma lo faccia in fretta perché le partite da disputare diventano sempre di meno e la fine del campionato, inesorabilmente, si avvicina.

Tra alti e bassi il Pescara riaggancia la zona play off

La vittoria contro il Latina riaccende i sogni del Pescara
Dopo la sconfitta interna contro la capolista Palermo che aveva fatto arrabbiare molto Serse Cosmi giunge, inaspettata, un’altra vittoria esterna contro una diretta concorrente per la volata finale. Una vittoria che allontana i venti di una nuova crisi di risultati, rilancia l’undici biancazzurro in chiave promozione e ripaga della delusione per la sconfitta patita contro la capolista Palermo. I rosanero si erano dimostrati nettamente superiori al Pescara sia nei confronti individuali sia nel gioco di squadra. E anche il confronto tattico tra gli allenatore aveva fatto pendere l’ago della bilancia dalla parte di Beppe Iachini a scapito di Serse Cosmi. Troppo forti dunque gli isolani che ormai veleggiano tranquilli verso un immediato e diretto ritorno in serie A.
Nessuna delle concorrenti infatti è in grado di sbarrare il passo alla squadra di Zamparini che dopo le titubanze iniziali, dovute in gran parte all’inesperienza dell’allenatore prescelto, hanno trovato una nuova identità grazie al tecnico marchigiano che si appresta a vivere la seconda promozione consecutiva in serie A.

Cosmi cambia la formazione e il Pescara torna alla vittoria
L’allenatore umbro mischia le carte in suo possesso, accantona Politano e Ragusa per fare spazio a Caprari e Mascara, e vince per la seconda volta consecutiva in trasferta.
Cosmi s’inventa Beppe Mascara doppio play in affiancamento a Brugman e sorprende tifosi, commentari e, probabilmente, anche l’allenatore del Latina. Una mossa tattica che ha dato i suoi frutti perché ha reso meno statico e scontato il gioco della squadra. Il tiki taka alla umbra che avevamo visto nelle prime partite è stato sostituito da un giro palla, sempre abbastanza lento, ma che ha cercato nell’utilizzo di tutta l’ampiezza del rettangolo di gioco soluzioni alternative per la ricerca della porta avversaria. Lo stesso Capari ha spesso ripiegato, sovrapponendosi spesso ai portatori di palla, ma al momento giusto si è fatto trovare pronto all’interno dell’area di rigore per finalizzare l’azione. Un passo in avanti dunque sul piano del gioco che necessità adesso di una continuità di rendimento.

Ragusa la vittima sacrificale
Chi ha pagato maggiormente lo scotto di questa mini rivoluzione tecnico-tattica è stato Antonino Ragusa, ovvero il migliore, insieme a Brugman, di tutta la truppa nel girone di andata. E fino a quando il Pescara cercherà la via del gol attraverso una fitta rete di passaggi che non prevede l’utilizzo sistematico di tutta l’ampiezza del rettangolo di gioco Ragusa sarà sempre più penalizzato. Più in generale mi pare che le novità tattiche introdotte da Cosmi, se saranno confermate, non prevedano l’utilizzo del forte esterno siciliano. Il calcio, si sa, è uno sport collettivo e vince sempre la squadra e mai il singolo. Sono prioritarie le esigenze del gruppo rispetto a quelle dei singoli, ma lasciare in panchina un talento come Ragusa, così come il talento cristallino di Matteo Politano, è una scelta che potrebbe rivelarsi perdente sul medio e lungo periodo.

È già il Pescara di Serse Cosmi

I biancazzurri vincono in Liguria e si ri-candidano per la promozione in serie A
Diciamo la verità in pochi credevano in questo exploit del Pescara. Tutti speravano che la “cura” Cosmi producesse effetti positivi, ma in pochi avrebbero scommesso su un riscatto così immediato, soprattutto così limpido. Il Pescara di queste ultime tre giornate è infatti una squadra completamente diversa dalla precedente, gioca un calcio diverso. La prima prediligeva un giro palla che trovava il suo sbocco naturale sulle fasce esterne, disegnava triangoli che si ripetevano, sempre uguali, in ogni zona del campo, la seconda invece ha abbandonato le corsie esterne e il giro palla della prima edizione per proporre una sorta di Tiki Taka alla umbra.
Le azioni più pericolose della squadra di Serse Cosmi si sviluppano infatti con una trama di passaggi più fitta e ripetuta e con almeno tre calciatori biancazzurri molto vicini tra loro che fanno girare la palla almeno due volte sulla stessa porzione di campo per poi affidarsi al lancio lungo per la torre, Nando Sforzini.

Sette punti su nove. Quattro gol realizzati e uno solo subito
Grazie a questi accorgimenti tattici e a un lavoro non meno importante sulla psicologia del gruppo, questo nuovo Pescara conquista sette punti sui nove disponibili, soprattutto ha subito un solo gol in tre partite. Una squadra rinata dopo un lungo periodo in cui ha sofferto anche contro squadre di caratura tecnica molto inferiore. Cosmi, come ha più volte ribadito in queste sue prime settimane in riva all’Adriatico, ha trovato una squadra ben impostata da un punto di vista fisico e con nozioni tattiche importanti per la serie B, ha saputo far tesoro di questo e contemporaneamente ha imposto una svolta radicale, soprattutto da un punto di vista tattico, che si sta rivelando vincente. Il nuovo Pescara è diventato più opportunista, riesce a concretizzare quasi tutte le palle gol che costruisce e, pur concedendo la supremazia territoriale agli avversari, concede poche occasioni da gol.

Pescara-Palermo per capire quanto valgono i biancazzurri
E adesso tutti con il fiato sospeso aspettando Pescara-Palermo, la partita più importante dell’anno che giunge nel momento migliore per i biancazzurri. L’appuntamento è tra quelli da segnare in rosso sul calendario soprattutto per un campionato che si sta rivelando essere molto scadente da un punto di vista tecnico. Il Pescara ha l’occasione giusta per dimostrare di essere, così come sostengono in molti, una delle squadre più accreditate per il salto di categoria. Il big match contro i rosanero di Beppe Iachini farà capire il reale valore delle due squadre e il Pescara dovrà provare a vincere la partita per voltare definitivamente pagina e dare un nuovo e positivo significato al suo campionato.
Ci sono dunque tutti gli ingredienti per assistere a una bella partita di calcio e godersi, finalmente, lo stadio Adriatico pieno in ogni ordine di posto.

Due partite, quattro punti conquistati. Il campionato può ricominciare…

Il Pescara batte il Cesena e riapre il suo campionato
Dopo il pareggio di Avellino giunge la vittoria contro il Cesena e diventano quattro i punti conquistati in due giornate dalla squadra di Serse Cosmi. Una partita, quella vinta dai biancazzurri contro i romagnoli, che riporta tranquillità e ossigeno a una squadra che nel 2014 non aveva conquistato nessun punto.
L’allenatore umbro cambia modulo e schiera il Pescara con un 3-4-2-1 soprattutto per potere utilizzare contemporaneamente Caprari e Politano. La scelta si è rivelata vincente non solo per il risultato conquistato sul campo, bisogna in ogni caso ricordare che il Cesena si è presentato in Abruzzo largamente rimaneggiato schierando tra i pali il quarto portiere, ma per la tranquillità che hanno mostrato i due baby scuola Roma. Una partita giocata a un ritmo basso che ha consentito ai ragazzi di Cosmi di proseguire sulla strada di una ritrovata autostima, smarrita con le troppe sconfitte subite negli ultimi tempi.

A Cosmi la società aveva chiesto di rivitalizzare il Pescara e il tecnico umbro c’è riuscito
Forse sono troppo poche due partite per scrivere che Cosmi ha rivitalizzato davvero il Pescara, però se il Pescara può guardare con occhi diversi al futuro prossimo lo deve ai quattro punti conquistati contro Avellino e Cesena, due protagoniste assolute del campionato cadetto.
Cosmi è arrivato in punta di piedi, non ha parlato male del suo predecessore, anzi ne ha valorizzato il lavoro, e si è concentrato sul dialogo con i suoi nuovi calciatori. Ha cercato di capire le ragioni di ognuno e ha saputo rimotivare tutti. Il suo refrain è stato e, possiamo esserne certi, sarà: giochiamo le partite che mancano come se stessimo disputando un altro campionato, e alla fine tireremo le conclusioni. Il secondo punto che ha precisato, nel chiuso dello spogliatoio, è che tutti i calciatori devono sentirsi sullo stesso piano perché il sabato giocherà chi si sarà allenato meglio durante la settimana. Da questo punto di vista ha già vinto la sua battaglia perché la squadra sembra aver recepito bene il suo messaggio.

Le prossime tre gare possono dire molto, non tutto, sul futuro del Pescara
Spezia fuori casa, Palermo in casa e il Latina ancora in trasferta possono dire molto sul futuro dei biancazzurri. Dovesse uscire imbattuto da questo piccolo tour de force si potrebbe guardare al futuro con molto ottimismo. Il discorso vale a prescindere dai punti in palio perché non perdere contro la capolista e in altre due trasferte contro squadre che lottano per il tuo stesso obiettivo sancirebbe il ritorno del Pescara nella cerchia ristretta di chi compete per la serie A. L’obiettivo è molto ambizioso perché quando una squadra costruita per vincere non riesce a conquistare sul campo ciò che la critica gli assegna in linea teorica, nella maggior parte dei casi la stagione finisce con un fallimento. Fallimento che in alcuni casi assume le sembianze della retrocessione. È già successo e succederà ancora. Sarà dunque interessante seguire gli sviluppi del campionato della squadra di Serse Cosmi, anche perché l’allenatore umbro si gioca un fetta della sua credibilità presente e futura.

La prima di Serse Cosmi porta in dote un punto. Il bel calcio può attendere…

Contro l’Avellino il Pescara conquista il primo punto del 2014
In un campo al limite della praticabilità i biancazzurri conquistano il primo punto del 2014 e interrompono la serie negativa che era iniziativa nell’ultima partita del 2013 contro l’Empoli di Tavano e Maccarone.
Una brutta partita con pochissime conclusioni nello specchio della porta da parte di entrambe le squadre. L’Avellino ha esercitato una maggiore pressione in virtù di una migliore condizione fisica, ma questo non è servito agli irpini per conquistare l’intera posta in palio.
Il Pescara ha giocato per lunghi tratti della partita con tutti gli uomini dietro la linea della palla rinunciando a qualunque tentativo di rilanciare l’azione. Quando è passato in svantaggio è riuscito a creare tre potenziali palle gol in pochi minuti. Questo vuol dire che si poteva provare a giocare la partita anche prima del novantesimo.

Le scelte tecniche di Serse Cosmi, legittime, ma discutibili
Il nuovo allenatore dei biancazzurri, arrivato a Pescara dopo il fallimento tecnico della gestione Marino, si presenta con scelte, legittime, ma molto discutibili.
Quattro i cambiamenti proposti. Il primo riguarda il modulo di gioco. Si passa dal 4-3-3 e dal 3-4-3 al modulo più utilizzato dagli allenatori italiani, il 3-5-2. Il secondo riguarda il portiere, sceglie Pelizzoli e manda in panchina Belardi, il terzo riguarda l’utilizzo di Antonino Ragusa come terzino sinistro e infine sceglie di utilizzare due punte centrali, Maniero e Sforzini, con l’esordio stagionale dal primo minuto per l’attaccante di Tivoli. Dopo sei sconfitte consecutive tutti si attendevano dal nuovo allenatore scelte in discontinuità con il passato più recente e dunque sono stati accontentati.
Mi chiedo però quale sia la logica che ha partorito queste scelte se queste prevedono l’esclusione o il riposizionamento dei migliori calciatori della rosa.
Belardi, Brugman, Ragusa e Politano sono i calciatori del Pescara con il miglior rendimento e dunque perché è stato spedito in panchina? Stesso discorso si potrebbe fare per Matteo Politano, autore tra le altre cose di 5 gol. Ragusa è l’unico dei quattro che mantiene il posto in squadra anche perché non ha sostituti in rosa nel suo ruolo. Infine Ragusa viene schierato come terzino sinistro, una scelta quest’ultima che chiunque ami il gioco del calcio non può accettare, a prescindere dalle motivazioni.

«L’obiettivo del Pescara è lo stesso, identico, d’inizio stagione», ipse dixit
Serse Cosmi nella conferenza stampa di presentazione ha detto che gli obiettivi del Pescara non cambiano, ovvero si punta ai play off. Mancano quindici partite alla fine del campionato e il Pescara ha conquistato fino a oggi 35 punti. Si trova a sette punti dal sogno play off e a sette dall’incubo play out. Tutto può ancora succedere, anche se le partite diventano sempre meno e ogni errore compiuto può diventare fatale.
Il Pescara visto ad Avellino non è in grado di competere per la serie A, tocca dunque a Serse Cosmi trovare i giusti accorgimenti per invertire la rotta. È stato assunto con questo compito e su questo sarà giudicato.

Dentro Serse Cosmi, fuori Pasquale Marino, la scelta del Pescara per risalire la china

La sesta sconfitta consecutiva decide il futuro di Marino
È stato dunque di nuovo il Bari a decidere la sorte di Pasquale Marino. Era già successo in passato e la storia si è ripetuta. Un Pescara svogliato e senza grinta, soprattutto nel primo tempo, perde la sesta partita consecutiva e la società decide di esonerare l’allenatore siciliano che tanto entusiasmo aveva riportato in città.
Come non ricordare infatti la sua presentazione al porto turistico di Pescara, i canti e i proclami d’inizio stagione? Un precampionato partito con i botti, bel calcio e risultati, poi le prime avvisaglie di ciò che sarebbe successo in questo disastroso inizio di 2014. La squadra ha perso strada facendo tutto quello che di buono era riuscita a fare nella parte centrale del girone di andata. Il bel gioco è diventato un pallido e sbiadito ricordo e anche la classifica è diventata diversa, più anonima, forse, non consona alla caratura tecnica di questa rosa.
Si è giunti così all’esonero dell’allenatore. I dirigenti hanno preso questa decisione solo dopo la sesta sconfitta consecutiva, concedendo all’allenatore siciliano molte opportunità.

Si chiude l’era Marino e si apre l’interregno di Serse Cosmi
Il Pescara volta pagina e sulla panchina dei biancazzurri siede oggi Serse Cosmi, ritenuto da tutto l’ambiente, società, tifosi, addetti ai lavori, uomo capace di risollevare e mettere sul binario giusto il campionato degli abruzzesi.
E Cosmi, fin dal primo allenamento, non ha tradito le attese. Subito pallone per i calciatori che dopo vari esercizi a centrocampo e sempre con la palla tra i piedi, hanno disputato la prima partitella in famiglia.
Cosmi a bordo campo si sbraccia e da indicazioni. «Accorcia», «vicino, vicino», chiede ai suoi giocatori di aiutarsi in campo. Di non lasciare mai solo un compagno in possesso di palla. Poca teoria e molta pratica. Una sorta di “Tiki taka” alla umbra. Palla corta e pedalare, si sarebbe detto in un tempo altro.

«Gli obiettivi restano gli stessi d’inizio campionato»
E nella conferenza stampa di presentazione mette in chiaro, fin dal primo momento, che gli obiettivi restano gli stessi d’inizio stagione. Sedici partite per centrare i play off, senza se e senza ma. Un inizio all’attacco dunque, senza fare melina, ma parlando guardando, dritto, negli occhi l’interlocutore. Serviva una persona di questa vaglia in momento così difficile del campionato. Il primo esame, Serse Cosmi, lo ha superato a pieni voti, adesso però c’è il campo e sul campo gli avversari. Basta aspettare pochi giorni perché sabato è già campionato. Benvenuto a Pescara, Serse.

Il Pescara del 2014 sa solo perdere

Contro il Varese si ripete il penoso spettacolo delle ultime partite
Contro i lombardi allenati da Carmine Gautieri si rivede il Pescara di questi ultimi tempi. Una squadra senza furore agonistico e senza grinta che alla prima occasione prende gol e non è capace di risalire la china.
Una squadra svogliata, incapace di giocare con continuità e profitto, soprattutto una squadra che allontana gli amanti del gioco del calcio dallo stadio.
La sconfitta contro il Varese, la quinta consecutiva, prima ancora che una sconfitta sul piano tecnico-tattico è stata una sconfitta sul piano mentale. Troppo diverso è stato l’atteggiamento delle due squadre in campo. Il Varese infatti, pur non dimostrando niente di straordinario, ha evidenziato una volontà che non avevano i calciatori del Pescara. Troppo svogliati per essere vincenti. Troppo assenti per essere protagonisti.

E adesso che tipo di campionato ci si può aspettare da una squadra così?
Dopo la sconfitta contro il Varese, il Pescara scivola verso una posizione di classifica sempre più anonima ed è difficile ipotizzare, in questi giorni di sconfitte, quale potrà essere il futuro prossimo di questa squadra. Gli obiettivi prefissati all’inizio della stagione avevano nei play off l’ambito premio. Se il campionato terminasse oggi il Pescara non centrerebbe quell’obiettivo. Tocca dunque a Pasquale Marino, in misura maggiore rispetto ad altri, fare in modo che la stagione si concluda con il conseguimento degli obiettivi prefissati. La società gli ha rinnovato la fiducia anche perché la squadra sembra essere tutta dalla sua parte. Il tecnico siciliano ha le competenze e l’esperienza giusta per uscire da questa crisi, di gioco e di risultati, e riportare il Pescara in una posizione in classifica più consona al suo blasone e alla sua attuale caratura tecnica, ma deve fare in fretta.

Le trasferte di Bari e Avellino decisive per il Pescara e per l’allenatore
Le prossime due partite saranno decisive per stabilire il reale valore della squadra, ma anche il futuro dell’allenatore. In Puglia e in Campania il Pescara deve ottenere due risultati positivi perché il tempo degli esperimenti o delle titubanze è terminato. Il gruppo deve, finalmente, diventare una squadra e deve farlo in questi giorni. Se non si coglie questa opportunità potrebbe essere troppo tardi. Troppo tardi per i calciatori, troppo tardi per l’allenatore. Soprattutto troppo tardi per il Pescara.

In Calabria si spegne la luce per il Pescara

Il Crotone infligge la quarta sconfitta consecutiva ai biancazzurri
La squadra di Massimo Drago ammirata contro il Pescara di Pasquale Marino è sembrata, a tratti, la squadra vincente di Zeman. Squadra corta che ripartiva velocissima con triangolazioni belle da vedere e molto efficaci contro le quali nulla hanno potuto Schiavi & company. Troppo veloci i calabresi, in grado di giocare un calcio che non lascia tempo agli avversari di organizzare una difesa adeguata, soprattutto in grado di arginare le incursioni degli esterni. L’azione del secondo gol dei calabresi è stata l’esatta fotografia del match. Da una parte una squadra che cerca la porta avversaria e il gol attraverso un gioco studiato a memoria e con una velocità di esecuzione contro la quale gli avversari hanno poco da opporre. Dall’altra parte una squadra ferma sulle gambe e non in grado di organizzare alcuna resistenza. Soprattutto incapace di mettere pressione ai portatori di palla rossoblu.

È solo una questione di modulo?
In tanti sostengono che una delle ragioni della crisi di gioco e di risultati sia imputabile al modulo di gioco. Ovvero non si è soddisfatti del 3-4-3 e si vorrebbe un passaggio al più “pescarese” 4-3-3.
C’è da dire, ad onor del vero, che sono pochi, pochissimi, gli allenatori che riescono a far giocare le proprie squadre in maniera riconoscibile e sempre uguale, e che invece la tendenza attuale degli allenatori è utilizzare più moduli di gioco, tutti prevalentemente difensivi. Indipendentemente dal modulo utilizzato, infatti, quasi tutti gli allenatori in fase di non possesso preferiscono difendersi con cinque calciatori.
Pasquale Marino è un allenatore in sintonia con questa tendenza, ovvero utilizza il modulo che ritiene più opportuno in relazione ai calciatori che ha disposizione.
Non credo sia dunque un problema di modulo di gioco.

Un gruppo che non è ancora diventato una squadra
Il Pescara sta dimostrando di non essere una squadra. È un buon gruppo che non riesce a dare una svolta positiva e definitiva al suo campionato. Fino ad oggi ha alternato buone prestazioni a pessime prestazioni. Non ha mai entusiasmato, ha spesso dato la sensazione di essere sul punto di far valere tutto il suo potenziale, ma in realtà non è mai successo.
Il Pescara è una squadra che gioca un buon calcio, ma a ritmi troppo bassi. Soprattutto una squadra priva di furore agonistico, certamente non conscia delle proprie potenzialità.
Difficile dunque individuare, in maniera univoca, le responsabilità di queste brutte prestazioni. Ovvero poter dire la responsabilità è tutta dell’allenatore, la responsabilità è tutta dei calciatori. La responsabilità è della società.
L’unica certezza è che se il Pescara dovesse continuare a giocare così come ha fatto a Crotone l’epilogo del campionato non riserverà niente di positivo.

Il Trapani vince all’Adriatico, ma è il Pescara che domina la scena

Una sconfitta che ha lo stesso sapore di una vittoria
È sempre difficile parlare e pensare in termini positivi dopo una sconfitta, soprattutto se la sconfitta è la terza consecutiva, ma indubbiamente il Pescara sceso in campo contro il Trapani è stato un buon Pescara.
In balìa dell’avversario per i primi dieci minuti di gara, dal ventesimo del primo tempo ha preso in mano il pallino del gioco e l’ha tenuto fino alla fine della partita.
Il solito Ragusa, Caprari e Maniero hanno avuto la possibilità di andare a segno più di una volta, soprattutto i biancazzurri hanno creato gioco pur restando per più di un tempo in inferiorità numerica. La squadra è stata sempre compatta, le distanze tra i reparti molto corte. Una buona condizione fisica ha consentito a tutti i calciatori di provare, fino all’ultimo minuto, a ribaltare il risultato. Non ci sono riusciti, ma la prestazione è stata buona e questo fa ben sperare per il prosieguo del campionato.

Gestire meglio le fasi iniziali della gara e più cattiveria sotto porta
Come è già capitato in altre occasioni il Pescara soffre l’inizio di partita. Quasi che la squadra avesse bisogno, in ogni occasione, di una scossa per cominciare a giocare come sa. Sembra essere più un problema psicologico, di approccio mentale alla gara, piuttosto che una questione tecnico-tattica. Pasquale Marino dovrà lavorare molto su questo aspetto e dovrà farlo in tempi rapidi. Il secondo aspetto da migliorare è la cattiveria sotto porta. La squadra, in alcune occasioni, sembra essere più concentrata sulle trame di gioco piuttosto che sulla capitalizzazione delle azioni create. Bisogna acquisire una “cattiveria” che questa squadra non sembra avere per capitalizzare al massimo le occasioni che riesce a produrre.

Errori arbitrali e nuovi innesti
Anche in questo campionato gli arbitraggi non sono favorevoli al Pescara. Successe anche nell’anno di Zeman, in quell’occasione la squadra dimostrò di essere più forte non solo degli avversari ma anche dei tanti errori arbitrali che caratterizzarono la stagione. Contro il Trapani l’arbitro, il sig. Fabbri di Ravenna, ha arbitro male, molto male. Bene farebbe la società ad alzare la voce nelle riunioni ufficiali per difendere il lavoro della squadra e dell’allenatore. Così come bene farebbero i calciatori a moderare la loro generosità agonistica per evitare inutili e ingiusti cartellini rossi come quello di Rizzo contro il Trapani.

Il Pescara comincia il nuovo anno con una brutta sconfitta contro l’ultima della classe

A Castellamare di Stabia una falsa ripartenza per i ragazzi di Pasquale Marino
Il Pescara inizia il 2014 con una brutta sconfitta contro una squadra già virtualmente retrocessa. La squadra allenata da Pea, che si conferma un tecnico incapace di dare un gioco propositivo alle sue squadre, ha dimostrato di valere l’ultimo posto in classifica e ciò rende ancora più incomprensibile la partita dei biancazzurri.
Il Pescara è sceso in campo demotivato e senza grinta. Nel calcio globalizzato e senza qualità di oggi la differenza tra due squadre in campo risiede quasi esclusivamente nelle motivazioni. Chi non ha motivazioni non vince mai. Materia di studio per psicologi piuttosto che per allenatori di calcio. Per queste ragione il compito di Marino non è semplice, proprio perché c’entra poco con lo sport agonistico in senso stretto, ma è un lavoro necessario.

Antonino Ragusa è il valore aggiunto del Pescara, non può essere il tappabuchi
Oltre la psicologia ci sono però alcune scelte sbagliate dell’allenatore. Spostare Antonino Ragusa a centrocampo si è rivelata una scelta errata. Un film già visto nel girone di andata e che, sinceramente, si spera di non rivedere più. Ragusa è il miglior calciatore della rosa del Pescara, uno dei pochi che in serie B può fare la differenza. La sua potenza esplosiva diventa determinate se gioca negli ultimi trenta metri, sacrificarlo in nome della sua duttilità è un errore. Al contrario il gioco della squadra va costruito cercando di sfruttare al meglio le sue potenzialità. Potrebbe segnare molto di più se la punta centrale accentuasse i movimenti senza palla, soprattutto se “attaccasse lo spazio” con più convinzione e continuità durante il corso della partita. In questo senso l’utilizzo di Mascara nel ruolo di punta centrale, in alternativa a Maniero, potrebbe essere una delle carte da giocare nel girone di ritorno. Un calciatore come Mascara, esperto e tatticamente prezioso, può contribuire alla crescita tecnico tattica del gioiellino siciliano.

Il mercato di gennaio non è la panacea di tutti i mali
In molti attendono rinforzi dal mercato di gennaio. Inviterei tutti a riflettere al mercato di riparazione dello scorso anno, quello della serie A. Non approdarono in riva all’Adriatico calciatori in grado di migliorare la squadra, anzi successe il contrario. La rosa del Pescara è già molto competitiva, servono un paio di rincalzi, soprattutto per il cambio di modulo (si è passati dal 4-3-3 al 3-4-3) effettuato, ma nulla di più. Nell’attesa di valutare i nuovi acquisti sul campo, salutiamo Gianluca Caprari. Il suo ritorno a Pescara è una buona notizia, speriamo ci faccia rivivere le stesse emozioni della prima volta.
Nel frattempo, buon girone di ritorno a tutti.

© 2021 Calcio Totale / Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Pescara il 03/09/2014 al n° 11. Registro della Stampa del Tribunale di Pescara n° 11-2014.

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