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Elogio della lentezza

In un mondo che corre sempre più in fretta, in cui bisogna difendersi sempre di più dagli effetti dovuti allo stress digitale, la lentezza rappresenta una buona terapia. Il grande narratore cileno Luis Sepùlveda si spinge anche oltre, «È una nuova forma di resistenza, in un mondo dove tutto è troppo veloce. E dove il potere più grande è quello di decidere che cosa fare del proprio tempo».
E allora viva la lentezza, diamo tempo al tempo. E tutto questo c’entra molto con l’attuale andamento della squadra allenata da Massimo Oddo. Una squadra giovane che ha cambiato moltissimi calciatori rispetto alla stagione precedente. E che dunque ha bisogno di tempo per rendere al meglio delle sue, enormi, potenzialità.

Ha bisogno di tempo anche Oddo, l’allenatore
Occorre avere pazienza e tempo a disposizione, sia per la squadra sia per l’allenatore. Si, perché in molti dimenticano, o fingono di dimenticare, che anche l’allenatore ha bisogno di tempo. È giovane ed è alla sua prima esperienza sulla panchina di una squadra professionistica. Ha dunque tutto il diritto di commettere degli errori e di capire fino in fondo ciò che vuole da se stesso e dalla squadra. Lo stesso discorso vale per ogni singolo componente della squadra. In ogni processo di nuova costruzione c’è bisogno di tempo per creare qualcosa d’importante.

Nel frattempo si può anche vincere
In questa ottica va letta la sconfitta casalinga contro la Ternana, una gara che poteva anche avere un esito diverso se Lapadula avesse sfruttato meglio l’ottima occasione da gol che gli aveva procurato Gianluca Caprari. Invece non è andata bene. Il solito errore difensivo ha spianato la strada per la vittoria alla Ternana. Dispiace ovviamente, ma non bisogna demoralizzarsi. Vanno evitati errori banali e ricorrenti come quelli compiuti nella scorsa partita, ma il processo di crescita e maturazione continua seppur tra alti e bassi. In attesa del rientro in squadra di Hugo Campagnaro, dei gol di Cocco e delle invenzioni di Valoti la squadra è in zona play off e il futuro non può che riservare buone nuove.

Buon calcio a tutti.

Stop and go

Il Pescara bello e spregiudicato visto contro il Crotone non si ripete contro il Novara. Un passo in avanti e uno indietro, oppure se preferite stop and go.
Massimo Oddo, come sempre, parla in modo chiaro dopo la sconfitta in terra piemontese: abbiamo meritato la sconfitta giocando male e, soprattutto, preso un gol da polli, in un’interpretazione libera del suo pensiero. Al contrario di Marco Baroni, ha parlato di «quadratura», che continua ad esprimersi così come si esprimono le sue squadre in campo, ovvero in modo pessimo.
Dunque dopo la bella vittoria contro l’ex capolista Crotone, la sconfitta e la brutta prestazione contro il Novara. Non si può sempre vincere e giocare bene, ma è legittimo e giusto porci delle domande alla luce di ciò che abbiamo visto.

Errori della squadra, di Oddo o normale processo di crescita?
Rispetto alla partita precedente l’allenatore del Pescara schiera Fiamozzi, Bruno, Selasi e Cocco in sostituzione di Zampano, Mandragora, Verre e Benali. Ecco dunque la prima e, perfino, banale considerazione. Bruno e Selasi non valgono Mandragora e Verre. Zampano ammirato contro il Crotone è, forse, il migliore esterno basso della serie B e per il Cocco attuale non conviene sacrificare Benali o Caprari.
Penso che le ragioni della sconfitta siano, quasi, tutte qui. Il calcio è semplice e semplici, spesso, sono le spiegazioni per le vittorie o le sconfitte.

Riprendere il cammino interrotto
Per fortuna sabato si rigioca e il Pescara e Massimo Oddo possono cercare il pronto riscatto. Un riscatto rispetto alla prestazione opaca offerta contro il Novara. Penso che in ogni partita vada schierata sempre la migliore formazione possibile con i migliori uomini a disposizione. Sembra una banalità, ma non lo è perché gli allenatori spesso fanno scelte incomprensibili ai più. Oddo sta dimostrando di avere le idee chiare sia in termini di gestione del gruppo sia in relazione al gioco da dare alla squadra. Può, ovviamente, migliorare su altri aspetti. Questo è ciò che ci aspettiamo, senza fretta o impazienza.

Buon calcio a tutti.

Due vittorie consecutive per scalare la classifica

Tre gol a Trapani e uno contro la Pro Vercelli, due vittorie che proiettano il Pescara nella parte alta della classifica.
Un Pescara bello e vincente che rispecchia il suo allenatore, preparato, sempre sicuro di se e con il sorriso sulle labbra. Una filosofia di vita e di gioco che ben si sposa con le esigenze di una piazza da sempre desiderosa di emergere e affermarsi.
A Pescara non basta vincere, bisogna vincere giocando un buon calcio. In casa come in trasferta e, per il momento, Massimo Oddo sta dimostrando di essere l’uomo giusto al posto giusto, nel momento giusto.

Innovazioni tattiche e gioco lineare
Ciò che più mi piace del gioco del Pescara di Massimo Oddo è la semplicità con la quale la squadra crea gioco. Una semplicità che è già un punto di arrivo. Accanto alla semplicità e linearità delle trame di gioco aggiungerei un’innovazione tattica destinata a fare proseliti: la rotazione del capacitore di gioco, il playmaker.
All’inizio della stagione sembrava più una necessità dovuta alle contingenze che una scelta, ma con il passare delle giornate è diventato un marchio di fabbrica. A turno, uno dei tre centrocampisti, si abbassa sulla linea dei difensori e diventa il riferimento per i compagni nell’impostazione del gioco. Questo avviene meno quando a giocare in quel ruolo c’è Mandragola, più di frequente quando il giovane talento genoano non è in campo. Nel calcio contemporaneo non s’inventa più nulla, l’innovazione proposta da Oddo è importante anche per questa ragione.

La società si riorganizza
Il tema dell’assetto societario è troppo importante per liquidarlo con due battute, ce ne occuperemo nelle prossime puntate quando si sarà depositata la polvere che si è alzata in questi giorni. Ciò che si può dire in queste ore è che la società è riuscita a costruire una buona squadra che può recitare un ruolo da protagonista nel campionato di serie B. Perché ciò accada c’è bisogno però che tutte le componenti funzionino al meglio e remino nella stessa direzione. Questo ci aspettiamo e questo si aspettano tutti i tifosi del Pescara.

Buon calcio a tutti.

Il Pescara batte il Cagliari e interrompe l’imbattibilità stagionale degli isolani

Buona prova dei biancazzurri contro la capolista del campionato. Una vittoria netta che l’1-0 finale non spiega fino in fondo. Il Cagliari perde così l’imbattibilità stagionale in riva all’Adriatico contro una squadra che le è stata superiore dal primo all’ultimo minuto.
Massimo Oddo spiazza tutti e schiera Mandragora e Torreira contemporaneamente, a centrocampo. Il primo quasi a schermo della difesa e il secondo a pressare altissimo nella metà campo dei sardi, in un inedito 4-1-3-2 per gli amanti dei numeri.
La mossa si rivela vincente perché il Pescara conquista subito “campo” e impone il proprio gioco così come succede dall’inizio del campionato, eccezion fatta per la partita di esordio a Livorno. Ancora una volta l’unico appunto che si può fare alla squadra di Massimo Oddo è che rispetto alla mole di gioco che sviluppa, segna poco.

Ad Ascoli Piceno per continuare a crescere e a vincere.
Prosegue dunque la crescita della squadra che alla personalità dimostrata sin dalle prime uscite stagionali aggiunge una qualità di gioco sempre crescente e automatismi riproposti con più frequenza. Gli ultimi arrivati, in ordine di tempo, sono ormai parte integrante del gruppo e dopo l’esordio di Campagnaro si può dire che il processo d’inserimento sia compiuto.
Dopo aver battuto la squadra da tutti accreditata come la più forte del campionato, il Pescara fa visita all’Ascoli in terra marchigiana. Sarà un banco di prova importante per la squadra che dovrà rinunciare a Memushaj, Verre e Mandragora, tutto il centrocampo titolare, per le esigenze delle varie nazionali. La prestazione e il risultato della sfida contro i bianconeri dirà qualcosa in più sul valore del gruppo che Oddo sta plasmando a sua immagine e somiglianza e misurerà la capacità, continua, di crescita.
Buon calcio a tutti.

Due partite due punti, il cantiere è in piena attività

I due pareggi contro Bari e Salernitana, per come sono stati ottenuti, raccontano che il cantiere Pescara 2015/2016 è in piena fase evolutiva. Si sta costruendo, soprattutto devono integrarsi gli ultimi arrivati a cominciare dall’ultimo capocannoniere della serie cadetta: Andrea Cocco.
Due partite e due pareggi diversi. A Bari il Pescara ha offerto un’ottima prova, riuscendo a conquistare una supremazia territoriale fin dai primi minuti di gioco. Ha dimostrato maturità, consapevolezza dei propri mezzi, e grande tecnica in mezzo al campo. Contro la Salernitana, soprattutto per tutto il primo tempo, la squadra si è espressa su livelli anche superiori alla partita precedente, ma non ha avuto la capacità di chiudere la gara ed è dunque arrivato il secondo pareggio consecutivo.

La strada è ancora lunga, il futuro può essere roseo
Procede dunque per il verso giusto la costruzione di una nuova squadra con un’età media molto giovane. Massimo Oddo sta dimostrando di essere un allenatore competente che può portare il suo contributo positivo alla causa del Pescara.
Domani tocca al Vicenza dell’ex Pasquale Marino, sorpresa e rivelazione dello scorso campionato. Una trasferta insidiosa che può contribuire a definire di più e meglio la cifra tecnica della squadra biancazzurra.
Tornare da Vicenza con un risultato positivo potrebbe aiutare la crescere dell’autostima della squadra e potrebbe fungere da acceleratore per la piena integrazione di tutti i componenti della rosa.
Ci si aspetta un ulteriore passo in avanti sulla capacità di costruzione del gioco e un netto miglioramento in fase di finalizzazione. In molti si augurano sia il gran giorno di Cocco che, al rientro nella città che lo ha consacrato tra i migliori del torneo cadetto, potrebbe ritrovare anche la via del gol.

Come sempre non resta che aspettare poche ore e goderci lo spettacolo di un’altra bella giornata di sport.
Buon calcio a tutti.

Pronto riscatto contro il Perugia

Si attendeva una prova convincente nella prima partita casalinga della stagione e così è stato. Cancellato il brutto esordio contro il Livorno, i biancazzurri si rimettono subito nella carreggiata giusta. Il Pescara di Oddo ha offerto una buona prova contro il rinnovato Perugia di Bisoli e può guardare con relativa tranquillità alla prossima gara. Positivo l’esordio in serie B di Gianluca Lapadula che è stato anche il migliore in campo dei biancazzurri, ma tutta la squadra si è espressa su buoni livelli che fanno ben sperare.

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Falsa partenza

Naufragio a Livorno
Peggio di così non poteva iniziare per il Pescara di Massimo Oddo. Una sconfitta che non ammette repliche. Quattro gol subiti e un palo valgono più di tante parole e commenti. Errori madornali commessi in ogni zona del campo, anche se i difensori centrali hanno fatto di tutto per svettare nella classifica dei peggiori in campo. Leggi tutto

Caro presidente, ti scrivo così mi distraggo un po’…

Caro Presidente,
parafransando Lucio Dalla, ti scrivo così mi distraggo un po’, e siccome l’anno vecchio è finito, del presente e del futuro ti voglio parlare.

Un anno positivo, ma poteva essere eccellente
La stagione calcistica terminata sulla traversa del “Dall’Ara” di Bologna è stato un anno positivo per il Pescara. La squadra è arrivata a pochi centimetri dalla serie A e per questa ragione, l’essere stata tra le migliori fino alla fine, non si può che essere soddisfatti. Certo terminare i play off senza sconfitte, meritando di vincere tutte le partite e poi non essere promossi in serie A lascia l’amaro in bocca, ma lo abbiamo sempre sostenuto: l’importante è essere tra i protagonisti e lottare per vincere.
La partenza molto negativa in campionato ha compromesso il buon esito finale e su questo, lo abbiamo sostenuto a più riprese, si doveva intervenire. Marco Baroni non era l’allenatore giusto per questa squadra e cercare un sostituto prima dell’ultima partita di campionato sarebbe stato, certamente, più utile.

Massimo Oddo è il presente, sarà anche il futuro?
Baroni è però il passato, il presente è invece Massimo Oddo. La scelta dell’ex allenatore della Primavera è certo una scelta coraggiosa ed è noto che a questa città le scelte coraggiose piacciono. L’ex calciatore della nazionale italiana l’ha conquistata da subito. Lei ne ha parlato sempre bene fin dall’inizio della stagione e dunque la scelta, pur comprendendo alcuni rischi, non è, almeno dal suo punto di vista, azzardata.
La prima domanda che le voglio rivolgere è la seguente: Massimo Oddo rappresenta il presente, ma sarà anche il futuro prossimo? Ovvero la scelta di un giovane esordiente per la panchina di una società importante per la serie cadetta è stata fatta in modo che ci possa essere una continuità tecnica sulla panchina del Pescara per almeno due o tre stagioni?

Quali sono i programmi e gli obiettivi della prossima stagione?
In relazione e collegata a questa prima domanda, le faccio altre due domande, non prima di una piccola premessa.
Non più tardi di due settimane fa, l’Amministratore Delegato Danilo Iannascoli, proprio in questa trasmissione, ha detto che sarà molto difficile trattenere i migliori calciatori anche per la prossima stagione. Mi riferisco in particolare a Melchiorri, Politano, Brugman, Salamon, Zampano, Fornasier, Memushaj, Fiorillo, Bjarnason.
Le due domande sono perciò molto semplici: quali sono i programmi per la prossima stagione, ma soprattutto quali gli obiettivi?

Buon calcio a tutti e divertivi. Assai.

Una festa per il calcio

La sfida tra Vicenza e Pescara ha nobilitato il calcio. A prescindere dalla qualità del gioco espresso dalle due squadre in campo e dal risultato. Due tifoserie gemellate da sempre che hanno affrontato la sfida all’insegna dell’amicizia e del rispetto reciproco. Dovrebbe essere sempre così. Tifosi sottobraccio dentro e fuori lo stadio e vinca il migliore. Si dovrebbe lavorare tutti insieme per far si che questa diventi la regola e non l’eccezione.

Un buon Pescara non riesce a chiudere la partita nel primo tempo
L’assenza di Torreira e di Brugman pesa sull’economia del gioco dei biancazzurri che, nonostante un buon primo tempo, non riescono a giocare con continuità e dunque a chiudere la partita già nella prima fazione di gioco. Quando, finalmente, Oddo fa entrare l’uruguagio il Pescara comincia a far girare il pallone e a creare occasioni da gol. In fondo il gioco del calcio è semplice: gioca al calcio chi al calcio sa giocare. Brugman entra al 12 minuto del secondo tempo e la partita cambia. Il Pescara sale in cattedra e grazie alle sue geometrie la legge del più forte ha la meglio. Con Gaston in campo il Pescara ha una sua logica, non è più ripiegato su se stesso e può distendersi e far valere la classe e il valore dei suoi giocatori.

Passa la più forte, ma onore al Vicenza di Pasquale Marino
Si soffre fino al minuto novantaquattro, ma in finale arriva la squadra più forte, quella con la rosa migliore. Sul campo, a Vicenza, finisce 2-2, e forse è giusto così anche se il Pescara avrebbe meritato la vittoria al Romeo Menti.
Adesso tocca al Bologna dell’ex Delio Rossi. Mancano due partite per raggiungere un traguardo che con Baroni sarebbe stato impossibile da raggiungere, mancano due partite per raggiungere un sogno. A questo punto bisogna crederci fino in fondo e provare a vincere la doppia sfida contro i felsinei.
L’ultimo pensiero e ancora per i tifosi delle due squadre. Al triplice fischio finale applausi per tutti, questo è il calcio che ci piace. Questo è il calcio che riporta gli adulti e i bambini allo stadio. Attraverso questa strada il calcio si può salvare e tornare ad essere ciò che è sempre stato per milioni di italiani: uno svago e un divertimento.
Onore dunque al Vicenza di Pasquale Marino, ma forza Pescara.
Buon campionato a tutti.

Un Pescara forte e a tratti anche bello vince a Perugia la prima sfida dei play off e conquista la semifinale contro il Vicenza dell’ex Pasquale Marino

La prova generale c’era stata contro il Livorno, annichilito sul piano della determinazione e da un punto di vista tattico. La controprova a Perugia, vittoria in rimonta e passaggio del turno con pochi affanni. Aveva ragione Massimo Oddo, e con lui anche molti tifosi e addetti ai lavori, il Pescara è forte e può battere chiunque.
Se, nella doppia sfida contro il Vicenza, ci dovesse essere anche la terza conferma, potremmo archiviare, definitivamente, il recente passato e pensare solo al futuro.
Massimo Oddo ha vinto dunque la seconda partita consecutiva alla guida dei biancazzurri. Cinque gol realizzati e uno subito. Livorno e Perugia sono ormai alle sue spalle. Adesso tocca al Vicenza dell’ex Pasquale Marino.

Autostima e voglia di vincere
La squadra schierata a Perugia dall’allenatore già campione del mondo a Berlino, è stata una squadra con piena consapevolezza dei propri mezzi e coraggio. Tanto coraggio. Superati quindi due dei limiti che frenavano la squadra e che proprio Oddo aveva sottolineato il giorno della sua presentazione. Non più dunque basso profilo e discussioni su psicologia, ma scelte coraggiose. Non più richieste continue di calciatori per migliorare la qualità della rosa, ma valorizzazione di ciò che già c’è, che è, a detta di molti, il meglio che c’è in giro.

Difesa alta e qualità a centrocampo, la mano di Oddo c’è e si vede
La bella vittoria contro il Perugia ha evidenziato due aspetti, il primo tattico e il secondo tecnico, rilevanti dal mio punto di vista. La difesa alta e dunque la squadra molto corta e raccolta in pochi metri, che ha visto giganteggiare ancora una volta Salamon, e l’utilizzo contestuale di Torreira e Brugman. In particolare il cambio in corsa tra Memushaj e Brugman, oltre ad aver dato una svolta determinate alla partita, l’uruguagio è entrato subito in partita ed è stato utile in fase di possesso e non possesso, ha messo in evidenza la capacità di Oddo di saper leggere la partita, dote importante per ogni allenatore. Così come è da elogiare il suo pragmatismo quando ha indicato le caratteristiche del rigorista.
«Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia…» è sempre Francesco De Gregori che canta, l’interprete per una sera è stato un ragazzo venuto dal nord che non comprendeva la parola “ampiezza”, ma che sa giocare al calcio. Il suo nome è Birkir Bjarnason.
Buon campionato a tutti.

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