Calcio Totale > Pagina articoli > Arrigo Sacchi

Tutti i post taggati Arrigo Sacchi

Calcio Totale_Arrigo Sacchi

Nel grigiore dei campionati di calcio italiani, degnamente rappresentati da una nazionale che mai fu più povera tecnicamente, il Calcio Totale di Arrigo Sacchi, la bella autobiografia del «profeta di Fusignano» raccontata a Guido Conti, rappresenta un’ancora di salvataggio, una testimonianza preziosa per ricordarci che non è stato sempre così. Che ci fu un periodo in cui in Italia si giocava un calcio ammirato in tutto il mondo. Un calcio propositivo e sempre alla ricerca del gol, un calcio collettivo. Un calcio totale appunto.
Un libro che restituisce la figura di Arrigo Sacchi in tutta la sua grandezza sportiva e, contemporaneamente, nella sua fragilità di uomo che ha convissuto, fin dall’inizio della sua irripetibile carriera di allenatore, con un male che lo ha costretto ad abbandonare l’attività agonistica molto presto. Troppo presto. Leggi tutto

Marco Van Basten il “cigno di Utrecht”

Marcel Van Basten (31 ottobre 1964_Utrecht, Paesi Bassi)

Marco Van Basten ha esordito nella massima serie del campionato olandese a diciassette anni e mezzo, il 3 aprile 1982 contro il NEC Nijmegen, sostituendo in quella occasione il più grande calciatore europeo di tutti i tempi, Johan Cruyff. La squadra, ovviamente, era l’Ajax.
Nelle tre stagioni successive e sempre con la maglia bianca con banda rossa dei lancieri dell’Ajax, segna e vince tutto ciò che è possibile vincere. Per tre anni il campionato olandese e la coppa d’Olanda e per quattro la classifica dei cannonieri con 128 reti realizzate in 133 partite. Numeri da record che lo proiettano in una dimensione europea pur essendo poco più che ventenne.
Il successo in patria lo spinge verso la maglia rossonera del Milan con la quale diventerà uno dei più grandi attaccanti della storia del calcio mondiale. Con Rijkaard e Gullit formerà un trio fantastico e contribuirà in maniera decisiva ad arricchire il palmarès del club di via Turati.
Con la maglia rossonera vince per tre volte il Pallone d’oro, (1988, 1989, 1992) e nel 1992 il FIFA world player, oltre a quattro scudetti ed altrettante Supercoppe italiane, tre Champions League, tre Supercoppe Europee e due Coppe Intercontinentali.
Nel 1988 trascina la nazionale del suo paese, l’Olanda, alla vittoria del Campionato Europeo con un gol in finale che entra di diritto nella galleria dei gol più belli di sempre. Un gol che rende felice, commosso e vincente il “papà” del calcio totale, Rinus Michels, che dalla panchina si gode il meritato successo che giunge per lui con quasi quindici anni di ritardo.
Il “cigno di Utrecht”, questo il nome con il quale fu ribattezzato in omaggio alla bellezza del suo calcio, a dispetto dei 188 centimetri di altezza e degli 80 kg di peso forma è stato un calciatore con una tecnica raffinatissima. Forte nell’uno contro uno come, ovviamente, nel colpo di testa, ha realizzato i suoi gol più belli in acrobazia, em bycicleta, regalando a tutti gli amanti del calcio gioie indimenticabili. La sua carriera agonistica si ferma sul più bello a soli ventotto anni per un infortunio alla caviglia, ma prosegue come allenatore. Esordio sulla panchina dello Jong Ajax e dopo un anno arriva la chiamato sulla panchina più importante d’Olanda, quella della nazionale.
Ha guidato gli arancioni d’Olanda al Mondiale del 2006 e all’Europeo del 2008 per trasferirsi sulla panchina della squadra che lo aveva lanciato nel grande calcio: l’Ajax. Attualmente allena l’Heerenveen, squadra che milita nella massima divisione olandese.

pillole di calcio totale (settima puntata)

Frank Rijkaard, il calciatore che sapeva fare tutto

Frank Rijkaard (Amsterdam, 30 settembre 1962)

Nel Milan delle meraviglie di Arrigo Sacchi, Frank Rijkaard è stato uno dei calciatori più importanti. L’allenatore di Fusignano gli cambia ruolo, trasformandolo da difensore in centrocampista, e lo schiera in un centrocampo che prevedeva oltre all’asso olandese, Carlo Ancelotti, Colombo e Roberto Donadoni. Ha giocato cinque anni con la maglia rossonera disputando 146 partite e segnando 16 reti.
Fa il suo esordio giovanissimo nella squadra dei lancieri dell’Ajax, a diciassette anni, e dopo un breve passaggio in Spagna arriva al Milan per formare con Marco van Basten e Ruud Gullit il trio degli olandesi che porterà il Milan sul tetto del mondo. Il Milan è stata anche l’unica squadra italiana nella quale ha giocato.
Ricchissima di successi a sua bacheca.
Con la squadra olandese dell’Ajax ha vinto 5 scudetti, 3 Coppe nazionali, 2 Supercoppe nazionali, 1 Coppa delle Coppe e 1 Champions League e con la nazionale olandese il Campionato Europeo del 1988. Con la maglia del Milan 2 scudetti, 2 Supercoppe italiane, 1 Supercoppa Uefa, 2 Champions League e 2 Coppe Intercontinentali.
Ha vinto per due volte il premio come miglior calciatore olandese ed è giunto terzo nella classifica del pallone d’oro nel 1989 dietro a Marco van Basten e Franco Baresi.
Ha rappresentato, in piena continuità con il meglio della scuola olandese, il prototipo del calciatore universale. Non aveva infatti una precisa collocazione in campo perché sapeva fare tutto.
Sapeva costruire il gioco, era anche un buon intenditore e attaccava lo spazio come pochi. Così come non disdegnava liberarsi per andare a segnare.
Quando ha smesso di giocare ha iniziato la carriera di allenatore che lo ha visto ancora una volta vincente. In Spagna, sulla panchina del Barcellona, ha vinto 2 campionati, 2 Supercoppe nazionali e 1 Champions League. È dunque anche uno dei pochi ad aver vinto la massima competizione europea come calciatore e allenatore.

pillole di calcio totale (sesta puntata)

Arrigo Sacchi, il migliore allenatore italiano di tutti i tempi

Arrigo Sacchi (Fusignano, 1 aprile 1946)

Nel calcio e più in generale nello sport le vittorie non sono tutto, ma certo spiegano e aiutano a capire meglio il lavoro svolto. Per questo motivo prima di dissertare sulle qualità tecnico tattiche che Arrigo Sacchi ha introdotto nel calcio italiano e mondiale è utile, in questo caso, elencare le vittorie e i riconoscimenti.
Ha vinto 1 scudetto con la squadra primavera del Cesena; 1 scudetto, 1 supercoppa italiana, 2 coppe dei campioni, 2 supercoppe europee e 2 coppe intercontinentali con il Milan ed è giunto secondo ai Mondiali del 1994 perdendo la finale con il Brasile ai calci di rigore.
Anche grazie a queste vittorie ha ottenuto riconoscimenti unanimi da parte di addetti ai lavori e tifosi. Riconoscimenti singoli e alla sua squadra. La rivista inglese Time ha definito Arrigo Sacchi il miglior allenatore italiano di tutti i tempi e 11° a livello mondiale. I francesi di France Football hanno nominato il Milan di Sacchi la migliore squadra del dopoguerra mentre gli inglesi di World Soccer hanno nominato quel Milan la squadra di club più forte di tutti i tempi e quarta migliore in assoluto dopo il Brasile del 1970, l’Ungheria del 1954 e l’Olanda del 1974.
Inizia la sua carriera nelle giovanili del Cesena e grazie anche a Italo Allodi arriva sulla panchina che lo lancerà nel calcio che conta: il Parma. Frequenta il corso di Coverciano nello stesso anno in cui siede sui banchi toscani della Federazione Zdeněk Zeman.
Quando arriva sulla panchina del Milan sono in pochi a credere nelle sue capacità di poter guidare una società così blasonata. Arrigo Sacchi farà ricredere tutti e sarà protagonista con la squadra rossonera di un ciclo di vittorie irripetibili. La sua squadra vince giocando un calcio spettacolare con un rivoluzionario 4-4-2 che in fase di non possesso diventa un 4-3-1-2. È la squadra dei tre tulipani d’Olanda, Gullit, Rijkaard e Van Basten e degli italiani Franco Baresi, Paolo Maldini, Roberto Donadoni. Rivoluzionari anche i suoi metodi di allenamento con carichi di lavoro molto pesanti che conquistano in poco tempo quel gruppo fortissimo che sta prendendo forma a Milanello.
Costruisce una squadra a forte trazione anteriore che subisce pochissimi gol e che, soprattutto, impone il suo gioco su tutti i campi.
Porterà la nazionale italiana sul tetto del mondo ai Campionati del mondo del 1994 in USA perdendo la finale, contro gli eterni rivali del Brasile, solo ai calci di rigore.
Attualmente è il coordinatore tecnico delle Nazionali giovanili italiane.

pillole di calcio totale (quinta puntata)

Al via la nuova rubrica “Pillole” di Calcio Totale

Avevo scritto più di una volta l’introduzione alla rubrica di Pillole di Calcio Totale, poi ho letto l’articolo di Arrigo Sacchi per l’inizio del campionato italiano di serie A e ho capito che non ci poteva essere miglior inizio per questa nostra rubrica. Ve lo proponiamo in versione integrale perché ci riconosciamo in pieno, dalla prima all’ultima parola. Buon campionato a tutti.

Arrigo Sacchi (Gazzetta dello Sport, 24 agosto 2013)
Ricomincia il campionato: come sarà? Nell’Italia dell’immobilismo è facile prevedere che non vi saranno grandi cambiamenti tattici e tecnici. Continueremo a pensare, concepire e purtroppo ad allenare il calcio come fosse uno sport individuale anche se è uno sport di squadra. Continueremo a disconoscere l’importanza del gioco: non fa parte della nostra cultura ed essendo una componente astratta è di difficile comprensione per i meno attenti.
Il gioco è quello che per la cinematografia è la trama e lo spartito nella musica, ecc.: elementi imprescindibili per dare un senso a tutto, senza i quali vi sarebbe solo improvvisazione e pressapochismo. Il gioco è l’elemento che forma la squadra unitamente alla motivazione, ma rispetto a quest’ultima è ancora più determinante per far compiere il salto di qualità collettivo e individuale. Più il gioco sarà qualificato e innovativo, più darà idee, chiarezze, collaborazione, conoscenza, organizzazione, tempistiche, fluidità, fantasia, tecnica e armonia. In generale si pensa il contrario: che un giocatore sia l’esecutore eccellente e l’inventore. Messi è un esecutore straordinario del gioco del Barcellona ma non lo è con l’Argentina dove non vince quasi mai, ci sarà un motivo che riguarda una differenza di organizzazione di gioco.
In Italia dove la conoscenza di un gioco spesso è nebulosa, molti puntano tutto sul singolo che deve essere un direttore del gioco, e la squadra difficilmente avrà armonia ed intensità.
In un ambiente assai superficiale può capitare che Conte, il migliore allenatore, lo si noti principalmente per la grinta, trascurando le capacità didattiche, la sensibilità, il talento, l’originalità delle idee e la personalità. La Juve è la grande favorita per i mass-media solamente se acquista grandi individualità, dimenticandosi le idee del gioco che hanno trasformato i mediocri in buoni calciatori e i buoni in ottimi. È la storia recente di molti calciatori juventini che solo due anni fa si davano per finiti e senza futuro (Buffon, Bonucci, Chiellini, Barzagli, Marchisio, Pirlo e lo stesso Vucinic).
La Vecchia Signora è la grande favorita perché ha prima di tutto un gioco più moderno, fantasioso e acculturato. L’idea è il calcio totale, che guida gli acquisti di calciatori prima di tutto funzionali, globali poi abili. La Fiorentina di Montella ha un progetto tecnico interessante e coinvolgente: il gioco è il suo leader e l’ispirazione è anche in questo caso il calcio totale che esalta i propri giocatori. Vincenzo dovrà lavorare sulla fase di non possesso ma la squadra attua già un calcio positivo dove cerca di avere il comando del campo e del pallone, Gomez potrà aiutarlo unicamente se si inserirà nel copione. Il Milan di Allegri è a metà del guado. Il club non pensi di risolvere il problema del gioco attraverso il singolo, solo Allegri potrà permettere un calcio di qualità che potrà dare idee ed innovazioni superiori a quelle attuali. Per storia e competenze dirigenziali potrebbe essere un’avversaria seria della Juve. Possiede giovani interessanti e calciatori di buon livello come erano gli juventini due anni fa, buon lavoro. Il Napoli ha cambiato allenatore e modo di intendere il calcio: Benitez si ispira al calcio totale. Rafa dovrà lavorare molto anche perché gli è stato venduto Cavani: uno dei più grandi interpreti del calcio totale. Higuain è un ottimo giocatore ma è uno specialista più che un calciatore globale. Nonostante la grande stima che ho per Rafa non vedo gli azzurri rinforzati. La Roma aveva un progetto a termine interessante: gli acquisti di giovani talenti (Lamela, Marquinhos, Pjanic, Florenzi, ecc.). Ora sembra che le necessità di cassa non permettano la continuazione di quel programma. Mi sembra una situazione confusa. La Lazio per essere competitiva rispettando i bilanci economici (grande merito) si affida a un calcio prudente, spero che l’ottimo Petkovic sia più innovativo e si ricordi che tutte le grandi squadre degli ultimi quarant’anni (Ajax, Milan, Barça, Bayern) si sono ispirate al calcio totale. L’Inter di Mazzarri parte con grandi vantaggi: fare peggio dell’ultimo anno sarà difficile e la mancanza di impegni internazionali gli consentirà un’azione di lavoro con minor dispendio di energie. Mazzarri è un allenatore con grande energia e idee chiare, si ispira a un calcio all’italiana modernizzato. Sa scegliere i giocatori più idonei. Il gioco non è sempre «intonato» ma i risultati con Walter sono sempre arrivati: i nerazzurri potrebbero essere un avversario duro per tutti.
Finché il gioco e la squadra non saranno al centro del progetto tecnico, e si punterà prevalentemente sui singoli per risolvere le partite, sarà difficile avere bilanci economici sani e ancora di più utilizzare giovani talenti italiani anche se siamo vice campioni d’Europa con le nazionali Under 17 e 21. Com’è difficile in Italia rinnovarsi.

Pillole di calcio totale (prima puntata)

© 2021 Calcio Totale / Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Pescara il 03/09/2014 al n° 11. Registro della Stampa del Tribunale di Pescara n° 11-2014.

contatti | Back to top.