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6ª Giornata_28 settembre 2014

Per rendere l’idea dell’equilibrio che governa questo campionato basta prendere Varese-Trapani che ne è una testimonianza impressionate. Il Varese veniva da due sconfitte consecutive, il Trapani non aveva mai perso, eppure è finita con un roboante 5-2. Ma è il dettaglio della gara che fa riflette. Dopo il 4-0 del primo tempo, i siciliani stavano recuperando e sul 4-2 hanno colpito un palo, ma sul ribaltamento dell’azione hanno subito il quinto gol.
Non ci si annoia nelle partite del Varese: i biancorossi vantano uno dei 4 migliori attacchi del torneo, 10 gol segnati – come Carpi, Trapani e Pro Vercelli – ma anche 13 reti subite (peggior difesa assoluta del campionato). La compagine lombarda è anche la cooperativa del gol cadetta dopo 6 giornate, avendo mandato in rete 8 giocatori diversi: Barberis, Capezzi, Corti, Falcone, Lupoli, Neto Pereira, Petkovic e Rea.

Per il resto, dopo sei giornate la classifica non dice grosse bugie, perlomeno in testa. Il Perugia fa sul serio, l’Avellino insegue con convinzione, il Bologna (che finora aveva vinto solo fuori) ha superato gli imbarazzi casalinghi e può lanciarsi alla rincorsa delle zone di vertice, mentre la Pro Vercelli regge. Mi soffermerei sull’Avellino che ha uno spirito indomito ed è già alla seconda vittoria al 90°. Sono ben 7 i punti guadagnati nelle riprese dall’Avellino rispetto ai propri risultati al 45′ dopo 6 turni di campionato: gli irpini di Rastelli sono passati da 0-0 a 1-0 in casa contro la Pro Vercelli, da 1-1 a 2-1 a Latina e da 0-1 a 2-1 in casa sul Livorno.
Tra l’altro, il tecnico Rastelli ha finalmente ammesso di puntare a traguardi prestigiosi, mentre l’anno scorso, anche quando stava lassù, parlava di salvezza.
Questo mi dà lo spunto per parlare dell’aspetto psicologico. C’è uno studio, non ufficialmente certificato, ma a mio avviso veritiero, che spiega come alzare l’asticella delle aspettative produca più effetti benefici del contrario, di quando ci si ostina voler tenere il profilo basso ben sapendo di valere di più: è un modo ipocrita per bypassare le proprie responsabilità. Un po’ come la storia del calabrone che per la legge della fisica non potrebbe volare, ma lui non lo sa e vola. In realtà questa è una leggenda metropolitana, niente avviene per caso, gli insetti volano per dei vortici creati dall’oscillazione delle ali e dal loro cambiamento di inclinazioni, questo per dire che niente è solo affidato al caso e la classifica, suscettibile presto di variazioni, al momento rispecchia comunque il valore espresso.
Così, dopo le zone nobili, un salto nelle retrovie per certificare la crisi di Brescia e Pescara. La Virtus Entella, invece, ha conquistato la sua prima storica vittoria in serie B, coincisa con la prima sconfitta stagionale del Carpi. Adesso l’unica squadra imbattuta è rimasta il Perugia, mentre il Pescara è la sola a non avere mai vinto.

Zero, le vittorie esterne della giornata: è la prima volta in stagione che il fattore campo si fa valere così tanto, considerando che il bilancio delle 11 partite disputate ha visto ben 7 successi casalinghi ed appena 4 pareggi.

Detto ciò, questo punto sulla serie B riguarda soprattutto quello che potrebbe avvenire domani. Ci sono infatti, altre panchine che scottano. In questo momento mentre parliamo si sta giocando molto Gautieri a Livorno, con il presidente Spinelli che ha già manifestando la sua insoddisfazione. A Brescia Ivo Iaconi dovrebbe essere blindato dalla presenza del fratello Andrea, ma deve battere il Varese, o almeno non perdere. A Bari Devis Mangia, non è così tranquillo. A Lanciano, se fosse stato convalidato il gol del possibile 2-0 di Thiam, che sembrava buono, probabilmente avrebbe perso. Nonostante il simpatico allenatore stia facendo un po’ il furbetto, parlando di squadra che sente sua e prestazione importante, in realtà se non batte il Modena rischia grosso. Infine Baroni, se non dovesse vincere neppure contro la Virtus Entella…
Nella sesta giornata del campionato di Serie B nessun successo esterno: 7 vittorie delle squadre che giocavano in casa e 4 pareggi. Il Varese invece è l’unica formazione ad aver mandato in gol già otto calciatori diversi. Queste sono solo alcune curiosità segnalate da Football Data, agenzia giornalistica specializzata in numeri e statistiche dei campionati di calcio.

Il Perugia ha costruito il suo primato segnando gran parte delle sue reti nella mezz’ora finale di gara, recuperi inclusi: 6 su 8 totali, pari al 75% del dato complessivo.

1ª giornata_30 agosto 2014

La prima giornata ha dimostrato quanto il campionato sia equilibrato, che non significato modesto, come troppo frettolosamente viene etichettato negli ultimi anni. Un’altra premessa è che questo è il periodo ideale per studiare le potenzialità delle squadre perché non c’è la contaminazione psicologico delle preoccupazioni o pressioni di classifica, quelle arriveranno più avanti e condizioneranno la stagione di alcuni. Per questa prima volta, ma lo schema non è rigido, abbiamo pensato di individuare tre squadre per ogni voce: sorprese, conferme e delusioni.

Sorprese. Pescara: la prima vera sorpresa della prima giornata è il Pescara per l’autorità con cui ha sottomesso il Trapani, cioè una squadra che sa il fatto suo, senza soluzione di continuità. Difficile vedere una supremazia così netta tra due squadre di pari categoria. Ps: ho letto un titolo su un sito: buon pari della Virtus Lanciano, delude il Pescara che non va oltre lo 0-0. Capita, quando non si vede la partita… In Italia conta solo il risultato.
Virtus Lanciano: al di là del risultato pirotecnico, del gol annullato, del palo eccetera eccetera, conta l’anima di questa squadra che prosegue sulla linea dei giovani e non potrebbe farlo se non avesse un avesse una filosofia realmente radicata. Ricordo chi ha segnato: Gatto, Pinato e Cerri, 22, 19 e 18 anni, gli ultimi due all’esordio.
Ternana: espugnare il campo del Crotone delle meraviglie non era facile. Ok, la squadra è cambiata, ma se il fenomeno era Drago… In realtà c’è il rischio che l’allenatore sia un pochino sopravvalutato

Conferme. Bari: consistenza assoluta, io l’ho seguita in ritiro a Castel di Sangro e non tempo smentite se affermo tra le più attrezzate categoria: organico assortito, ambiente euforico, tecnico scrupoloso, alla fine il fattore ambientale può fare la differenza. Vincere in casa della neopromossa Virtus Entella, dove ci sono due vecchie nostre conoscenza come Pelizzoli e Sansovini, e peraltro in maniera così convincente non era affatto facile.
Avellino: non si scherza, stesso impianto, un anno di esperienza in più e carattere indomito. Aveva un uomo in più, d’accordo, però quante volte capita che la situazione si rovesci, invece fino all’ultimo minuto, fino a riuscirci per forza.
Perugia: sì, perché con la tradizione e il mercato importante che ha fatto non si può mettere alla stregua delle altre neopromosse (a proposito, quest’anno le vedo molto meno predisposte a stupire rispetto a quelle della passata stagione). Camplone è una certezza

Delusioni. Catania: detto che per le retrocesse è sempre molto difficile calarsi nella nuova realtà (e il Pescara lo sa bene), forse l’incognita è l’allenatore. Maurizio Pellegrino si è guadagnato la riconferma sull’onda di un finale orgoglioso, ma frutto dell’emotività e del senso di appartenenza. Ripartire per vincere presuppone ben altra esperienza e capacità.
Bologna: ha strappato Buchel al Pescara e con Casarini ha ricomposto il centro campo del Lanciano dello scorso anno, tra l’altro con un Matusalem in più che non è l’ultimo arrivato. Forse i due sono stati sopravvalutati, oppure il 4-3-3 con è nelle corde di quell’organico, forse un po’ troppo compassato.
Crotone: anche se ha cambiato tanto, anche se non ha giocato male, una sconfitta del genere è un brutto passo falso che può incidere sulla crescita. Me lo aspettavo più combattivo, invece si è fatto espugnare il campo con troppa facilità.

Ultime osservazioni: gol non pochissimi, ma ridotta la differenza, pochi gol di scarto, cioè solo 1 per partita, con due paradossi: l’unico 0-0 è dove ci sono state più occasioni (a Pescara), 2 gol di scarto solo a favore di quelle che hanno vinto in trasferta. Almeno per una volta è tornato il romanticismo del fattore campo.

Si salvano in pochi, Brugman il migliore ancora una volta

Le pagelle di Bari-Pescara

25 Emanuele Belardi_6
Non ha responsabilità sul gol del Bari, per il resto ordinaria amministrazione per un portiere abituato a grandi interventi.

6 Luciano Zauri _sv
Gioca uno scampolo di partita perché costretto ad uscire per un brutto infortunio.

21 Raffaele Schiavi_5
Nel momento più importante della partita, l’azione che porta al gol i padroni di casa, perde per strada il centravanti dei biancorossi pugliesi e regala la vittoria al Bari.

15 Antonio Bocchetti_6
Anche l’esperto Bocchetti riscatta la brutta prestazione offerta contro il Varese e sfodera una buona prestazione per quantità e qualità.

14 Antonio Balzano_6
Partita ampiamente sufficiente per il capitano che anche in occasione della sesta sconfitta consecutiva può uscire a testa alta dal campo.

28 Andrea Bovo_5
Disputa una partita anonima da tutti i punti di vista. Né incontrista tantomeno mezzala. Il risultato è che Brugman è costretto a giocare da solo in mezzo al campo.

16 Gaston Brugman_6,5
Il migliore in campo dei suoi per lucidità, quantità e qualità. Quando imbecca Antonino Ragusa, nell’azione che precede il vantaggio del Bari, sembra più Gianni Rivera che un giovane uruguagio.

29 Andrea Rossi_5
Ancora una volta impalpabile la sua presenza in campo. Non sembra essere in grado di dare una svolta alla sua stagione

7 Matteo Politano_5
Entra nel vivo del gioco, a modo suo, una sola volta al 9° del secondo tempo quando, palla al piede, percorre tutto il campo superando in dribbling un paio di avversari per poi sbagliare clamorosamente la conclusione a rete.

19 Pippo Maniero_5
Forse la peggior prestazione della stagione per Pippo Maniero. Impacciato e spesso in ritardo non offre il contributo necessario alla causa dei compagni.

27 Antonino Ragusa_5
Per la seconda volta consecutiva Ragusa non fornisce una prestazione adeguata alla sua qualità. Al 28° del secondo tempo imbeccato da Brugman s’invola verso la porta avversaria, ma calcia malamente tra le braccia del portiere.

33 Dario Zuparic_6
Una buona gara per il giovane Dario che veniva da alcune prestazioni largamente insufficienti. Salva la porta del Pescara in almeno due occasioni con interventi perfetti per tempismo ed efficacia

11 Aniello Cutolo_sv
Gioca troppo poco per poter essere giudicato.

32 Nando Sforzini_sv
Anche per Sforzini vale lo stesso discorso fatto per Cutolo.

Pasquale Marino_4,5
La sesta sconfitta consecutiva è fatale per Pasquale Marino che alla fine della partita viene esonerato e dunque lascia la panchina del Pescara. Una storia sportiva iniziata sotto i migliori auspici e finita nel peggiore dei modi e come, probabilmente, nessuno si sarebbe aspettato.

Dentro Serse Cosmi, fuori Pasquale Marino, la scelta del Pescara per risalire la china

La sesta sconfitta consecutiva decide il futuro di Marino
È stato dunque di nuovo il Bari a decidere la sorte di Pasquale Marino. Era già successo in passato e la storia si è ripetuta. Un Pescara svogliato e senza grinta, soprattutto nel primo tempo, perde la sesta partita consecutiva e la società decide di esonerare l’allenatore siciliano che tanto entusiasmo aveva riportato in città.
Come non ricordare infatti la sua presentazione al porto turistico di Pescara, i canti e i proclami d’inizio stagione? Un precampionato partito con i botti, bel calcio e risultati, poi le prime avvisaglie di ciò che sarebbe successo in questo disastroso inizio di 2014. La squadra ha perso strada facendo tutto quello che di buono era riuscita a fare nella parte centrale del girone di andata. Il bel gioco è diventato un pallido e sbiadito ricordo e anche la classifica è diventata diversa, più anonima, forse, non consona alla caratura tecnica di questa rosa.
Si è giunti così all’esonero dell’allenatore. I dirigenti hanno preso questa decisione solo dopo la sesta sconfitta consecutiva, concedendo all’allenatore siciliano molte opportunità.

Si chiude l’era Marino e si apre l’interregno di Serse Cosmi
Il Pescara volta pagina e sulla panchina dei biancazzurri siede oggi Serse Cosmi, ritenuto da tutto l’ambiente, società, tifosi, addetti ai lavori, uomo capace di risollevare e mettere sul binario giusto il campionato degli abruzzesi.
E Cosmi, fin dal primo allenamento, non ha tradito le attese. Subito pallone per i calciatori che dopo vari esercizi a centrocampo e sempre con la palla tra i piedi, hanno disputato la prima partitella in famiglia.
Cosmi a bordo campo si sbraccia e da indicazioni. «Accorcia», «vicino, vicino», chiede ai suoi giocatori di aiutarsi in campo. Di non lasciare mai solo un compagno in possesso di palla. Poca teoria e molta pratica. Una sorta di “Tiki taka” alla umbra. Palla corta e pedalare, si sarebbe detto in un tempo altro.

«Gli obiettivi restano gli stessi d’inizio campionato»
E nella conferenza stampa di presentazione mette in chiaro, fin dal primo momento, che gli obiettivi restano gli stessi d’inizio stagione. Sedici partite per centrare i play off, senza se e senza ma. Un inizio all’attacco dunque, senza fare melina, ma parlando guardando, dritto, negli occhi l’interlocutore. Serviva una persona di questa vaglia in momento così difficile del campionato. Il primo esame, Serse Cosmi, lo ha superato a pieni voti, adesso però c’è il campo e sul campo gli avversari. Basta aspettare pochi giorni perché sabato è già campionato. Benvenuto a Pescara, Serse.

Il Pescara del 2014 sa solo perdere

Contro il Varese si ripete il penoso spettacolo delle ultime partite
Contro i lombardi allenati da Carmine Gautieri si rivede il Pescara di questi ultimi tempi. Una squadra senza furore agonistico e senza grinta che alla prima occasione prende gol e non è capace di risalire la china.
Una squadra svogliata, incapace di giocare con continuità e profitto, soprattutto una squadra che allontana gli amanti del gioco del calcio dallo stadio.
La sconfitta contro il Varese, la quinta consecutiva, prima ancora che una sconfitta sul piano tecnico-tattico è stata una sconfitta sul piano mentale. Troppo diverso è stato l’atteggiamento delle due squadre in campo. Il Varese infatti, pur non dimostrando niente di straordinario, ha evidenziato una volontà che non avevano i calciatori del Pescara. Troppo svogliati per essere vincenti. Troppo assenti per essere protagonisti.

E adesso che tipo di campionato ci si può aspettare da una squadra così?
Dopo la sconfitta contro il Varese, il Pescara scivola verso una posizione di classifica sempre più anonima ed è difficile ipotizzare, in questi giorni di sconfitte, quale potrà essere il futuro prossimo di questa squadra. Gli obiettivi prefissati all’inizio della stagione avevano nei play off l’ambito premio. Se il campionato terminasse oggi il Pescara non centrerebbe quell’obiettivo. Tocca dunque a Pasquale Marino, in misura maggiore rispetto ad altri, fare in modo che la stagione si concluda con il conseguimento degli obiettivi prefissati. La società gli ha rinnovato la fiducia anche perché la squadra sembra essere tutta dalla sua parte. Il tecnico siciliano ha le competenze e l’esperienza giusta per uscire da questa crisi, di gioco e di risultati, e riportare il Pescara in una posizione in classifica più consona al suo blasone e alla sua attuale caratura tecnica, ma deve fare in fretta.

Le trasferte di Bari e Avellino decisive per il Pescara e per l’allenatore
Le prossime due partite saranno decisive per stabilire il reale valore della squadra, ma anche il futuro dell’allenatore. In Puglia e in Campania il Pescara deve ottenere due risultati positivi perché il tempo degli esperimenti o delle titubanze è terminato. Il gruppo deve, finalmente, diventare una squadra e deve farlo in questi giorni. Se non si coglie questa opportunità potrebbe essere troppo tardi. Troppo tardi per i calciatori, troppo tardi per l’allenatore. Soprattutto troppo tardi per il Pescara.

Un Pescara confusionario perde l’imbattibilità casalinga

Confusione tattica
Chi si aspettava grandi cambiamenti dopo i due giorni di allenamento a porte chiuse, voluti da Pasquale Marino, è stato accontentato: il Pescara schierato in campo contro il Bari è, infatti, un’altra squadra.
Abbandonato il classico e canonico 4-3-3 la squadra si schiera, per la prima mezz’ora di gioco, con quattro difensori, Viviani e Nielsen sulla stessa linea a centrocampo, Cutolo esterno alto destro, Maniero al centro dell’attacco e Politano e Ragusa a pestarsi i piedi sul fronte di sinistra dell’attacco.
La novità più eclatante non è questa. Politano, al suo esordio dal primo minuto, in fase di non possesso segue, con una marcatura a uomo, il portatore di palla del Bari, l’ex Andrea De Falco. Quando poi nel secondo tempo gli infortuni intervengono a complicare e modificare la situazione in campo, la squadra ha giocato con un ancor più insolito 4-2-4, più un inno alla «viva il parroco» che un modo per provare a pareggiare la partita.

Preparazione fisica che lascia dubbi
Per tutto il primo tempo il Bari sovrastata il Pescara soprattutto da un punto di vista fisico. Il suo 4-3-3 è lineare e in fase di non possesso è sempre in superiorità numerica rispetto ai biancazzurri. Occupa bene ogni zona del campo e, anche se rischia di subire il pareggio in più di un’occasione, disputa una gara ordinata che gli consente di conquistare l’intera posta in palio. Al contrario il Pescara mostra una condizione fisica insufficiente che non gli consente di giocare senza palla e che evidenzia limiti perfino quando non deve rincorrere l’avversario, a difesa schierata. Anche per questa ragione il giro palla, a cui ci aveva abituato in questo inizio di campionato, non è veloce tantomeno efficace. Tutte le volte che la palla è sulla corsia destra, quella occupata da Cutolo per intenderci, la manovra subisce brusche frenate e non è mai fluida. Queste considerazioni e i diversi infortuni di natura muscolare, pongono legittimi interrogativi sulla preparazione fisica.

Quando le cose vanno male le valutazioni sono diverse: ecco le note positive.
Quando le cose vanno male le valutazioni (dei tifosi, dei giornalisti e dei tecnici) che normalmente tendono ad essere simili, spesso divergono. Ognuno ha il suo punto di vista e propone soluzioni diverse.
Per noi le note positive della partita, limitatamente ai biancazzurri ovviamente, sono le prestazioni di Rossi, Politano e Piscitella. Il primo, contestualmente all’utilizzo di Schiavi, si dimostra fondamentale per l’equilibrio della difesa e soprattutto garantisce una spinta offensiva alla quale la squadra non può rinunciare.
Politano, guarito dall’infortunio (era pronto anche per la partita contro il Varese), dimostra di essere il migliore per il ruolo di esterno alto per almeno due ragioni: crea sempre superiorità numerica e serve assist a ripetizione. La sua posizione naturale è sulla fascia destra e, considerando la condizione fisica e le prestazioni negative di Cutolo, dovrebbe occupare stabilmente quella posizione. A Piscitella invece Pasquale Marino ha concesso fino a ieri solo fugaci apparizioni a partita iniziata, siamo curiosi di vederlo all’opera fin dal primo minuto.
Infine la sconfitta subita contro il Bari sembra aver spento l’entusiasmo iniziale nei confronti della squadra e dell’allenatore. La squadra è in una fase d’involuzione tattica soprattutto perché era partita molto bene da un punto di vista del gioco e dei risultati. Adesso occorrerà tempo per riannodare fili che sembrano essersi spezzati. Il campionato è lungo e c’è tutto il tempo per migliorare la condizione fisica e recuperare anche gli infortunati. Occorre avere pazienza anche per capire quali possono essere le ambizioni di questa squadra.
Non è questo il momento di trarre conclusioni. Non ancora.

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