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Chi, dopo Prandelli?

Spifferi provenienti dallo spogliatoio azzurro in Brasile rischiano di far diventare ancor più dolorosa la negativa trasferta mondiale della squadra di Prandelli. Perché se è vero e palese il fallimento tecnico dell’allenatore di Orzinuovi non erano noti i malumori dello spogliatoio. La sensazione è che l’allenatore non fosse più il punto di riferimento del gruppo, anzi che il gruppo, forse, non c’è mai stato. Certamente non era un gruppo coeso e per affermare questo non c’è bisogno di dare credito o meno alle indiscrezioni, basta riascoltare le dichiarazioni post partita di Buffon, De Rossi e dello stesso Prandelli.
Uno spogliatoio che non ha saputo tenere insieme le nuove forze con quelle già presenti, soprattutto che non ha compreso le indecisioni del tecnico. Indecisioni che hanno riguardato le convocazioni, l’assetto tattico della squadra e la scelta degli uomini da schierare.
Cesare Prandelli ha dunque delle responsabilità che vanno molto oltre il fallimento tecnico della spedizione, riguardano l’incapacità di tenere insieme una squadra. Bene dunque ha fatto a rassegnare le sue dimissioni subito dopo la fine dell’avventura mondiale. Questa decisione permetterà ai dirigenti di poter operare una scelta immediata e senza essere condizionati da contratti in corso.
A leggere le cronache di questi giorni sono diversi i candidati per la panchina azzurra, anche se nessuno di questi ha rilasciato dichiarazioni in questo senso. In prima fila ci sarebbero Massimiliano Allegri e Roberto Mancini, più staccato Francesco Guidolin. Tra i papabili ci sarebbe anche Luciano Spalletti, ma il contratto esoso in essere con la sua ex squadra impedisce qualunque trattativa in merito. Infine qualche possibilità potrebbe averla anche Alberto Zaccheroni che ha guidato il Giappone prima alle qualificazioni e poi al campionato mondiale in Brasile.
Il totonomi non dovrebbe durare molto anche perché all’inizio di settembre la nazionale sarà di nuovo in campo per preparare un nuovo ciclo che ha come obiettivi i prossimi campionati Europei e i mondiali del 2018.
I nomi degli allenatori in corsa per la panchina azzurra sono tutti professionisti validi, io ho una leggera preferenza per Roberto Mancini, e dunque se la scelta dovesse ricadere su uno dei nomi segnalati, il futuro della nazionale italiana potrebbe essere, molto presto, un futuro di nuove vittorie.
In molti sostengono che la crisi della nazionale di calcio non sia solo figlia del fallimento tecnico di Prandelli, ma che riguardai l’intero movimento calcistico italiano. C’è una parte di verità in questo, ma credo che la rosa a disposizione di Prandelli, allenata e soprattutto gestita in altro modo, potesse valere almeno i quarti di finale del mondiale.
L’auspicio è che il nuovo allenatore, o commissario tecnico, si dimostri capace di resettare tutto e ripartire con un nuovo gruppo. Non è soltanto una questione anagrafica, anche, è soprattutto una questione di educazione e rispetto delle regole che una squadra di calcio deve avere. Prandelli aveva iniziato bene in questo senso istituendo un codice etico accettato da tutti i calciatori. Abbiamo visto però che in due occasioni quel codice non è stato rispettato e, forse, l’inizio della fine è iniziato proprio in quel momento.
Sirigu, De Sciglio, Darmian, Verratti, Marchisio, Candreva, Cerci, Immobile, Insigne. E poi ancora Florenzi, Destro, Berardi, Scuffett. Non mancano i calciatori di qualità, manca un allenatore che sappia osare. Un allenatore capace di mettere in campo una squadra che cerchi sempre la via del gol attraverso il bel gioco. Ce la possiamo fare, dobbiamo solo crederci.

Arrigo Sacchi, il migliore allenatore italiano di tutti i tempi

Arrigo Sacchi (Fusignano, 1 aprile 1946)

Nel calcio e più in generale nello sport le vittorie non sono tutto, ma certo spiegano e aiutano a capire meglio il lavoro svolto. Per questo motivo prima di dissertare sulle qualità tecnico tattiche che Arrigo Sacchi ha introdotto nel calcio italiano e mondiale è utile, in questo caso, elencare le vittorie e i riconoscimenti.
Ha vinto 1 scudetto con la squadra primavera del Cesena; 1 scudetto, 1 supercoppa italiana, 2 coppe dei campioni, 2 supercoppe europee e 2 coppe intercontinentali con il Milan ed è giunto secondo ai Mondiali del 1994 perdendo la finale con il Brasile ai calci di rigore.
Anche grazie a queste vittorie ha ottenuto riconoscimenti unanimi da parte di addetti ai lavori e tifosi. Riconoscimenti singoli e alla sua squadra. La rivista inglese Time ha definito Arrigo Sacchi il miglior allenatore italiano di tutti i tempi e 11° a livello mondiale. I francesi di France Football hanno nominato il Milan di Sacchi la migliore squadra del dopoguerra mentre gli inglesi di World Soccer hanno nominato quel Milan la squadra di club più forte di tutti i tempi e quarta migliore in assoluto dopo il Brasile del 1970, l’Ungheria del 1954 e l’Olanda del 1974.
Inizia la sua carriera nelle giovanili del Cesena e grazie anche a Italo Allodi arriva sulla panchina che lo lancerà nel calcio che conta: il Parma. Frequenta il corso di Coverciano nello stesso anno in cui siede sui banchi toscani della Federazione Zdeněk Zeman.
Quando arriva sulla panchina del Milan sono in pochi a credere nelle sue capacità di poter guidare una società così blasonata. Arrigo Sacchi farà ricredere tutti e sarà protagonista con la squadra rossonera di un ciclo di vittorie irripetibili. La sua squadra vince giocando un calcio spettacolare con un rivoluzionario 4-4-2 che in fase di non possesso diventa un 4-3-1-2. È la squadra dei tre tulipani d’Olanda, Gullit, Rijkaard e Van Basten e degli italiani Franco Baresi, Paolo Maldini, Roberto Donadoni. Rivoluzionari anche i suoi metodi di allenamento con carichi di lavoro molto pesanti che conquistano in poco tempo quel gruppo fortissimo che sta prendendo forma a Milanello.
Costruisce una squadra a forte trazione anteriore che subisce pochissimi gol e che, soprattutto, impone il suo gioco su tutti i campi.
Porterà la nazionale italiana sul tetto del mondo ai Campionati del mondo del 1994 in USA perdendo la finale, contro gli eterni rivali del Brasile, solo ai calci di rigore.
Attualmente è il coordinatore tecnico delle Nazionali giovanili italiane.

pillole di calcio totale (quinta puntata)

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