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8ª Giornata_12 ottobre 2014

Il campionato cambia padrone nella giornata del record stagionale di gol. Dopo una breve fuga il Perugia viene riassorbito dal gruppone. Ora comandano in 2, Avellino e Frosinone che è una neopromossa come la squadra di Camplone, ma fa relativamente testo perché ormai le distanze tra le prime sono azzerate e si ricomincia daccapo. Cominciano ad emergere il veri valori dei vari organici. Al Perugia, nel big match con il Frosinone, ad esempio sono state fatali le tante assenze, anche se la sconfitta è scaturita da una papera del portiere. 1ª sconfitta casalinga dopo un anno, l’ultima contro il Pisa il 13 ottobre 2013, sempre 0-1.

Da registrare il risveglio delle grandi. Il Bari fa il colpaccio a Catania (che è l’unica quotata rimasta ancora in crisi), il Bologna (che ha praticamente cambiato proprietà) vince la sua terza trasferta consecutiva, Il Pescara 4 gol a Crotone così come la Virtus Lanciano, che va inserita nelle grandi perché l’anno scorso di questi tempi era prima da solo in classifica, ne dà 4 al Vicenza, infine l’esplosione del Livorno, cappotto al Trapani. Attenzione alle gare di domenica (ore 18.00), Bari–Avellino, dopo il famoso morso di Comi qualche mese fa durante la partita di Coppa Italia, promette scintille, allora vinsero gli ospiti. Partita che vale la vetta, altra da seguire Virtus Lanciano-Perugia.
La strana vita del Trapani e La Spezia. La compagine siciliana non sta male in classifica, eppure ha subito due sconfitte clamorose da 5 gol a Varese e 6 a Livorno. Strano perché si tratta di un impianto collaudato da tempo e sempre con lo stesso allenatore. Lo Spezia accusa un minimo di frustrazione perché avrebbe tutto per volare. Società solida, pubblico caldo, ambiente che trascina, organico importante, eppure proprio non riesce a fare il salto di qualità.

Un plauso ai giocatori della Ternana che, approfittando del rinvio gara contro la Virtus Entella, sono andati a portare la loro solidarietà agli operai della acciaierie cittadine che rischiano il licenziamento. Solo un gesto simbolico, tra l’altro sono dei ragazzotti privilegiati che sembravano imbarazzati e sorridevano davanti alle telecamere di fronte a uno spaccato di vita reale, loro così abituati ad atteggiarsi in campo o nelle sale stampa, però meglio di niente. Ci sono state anche tante iniziative di solidarietà dopo l’alluvione di Genova, però saltano i nervi al pensiero che 4 amministratori del Comune erano stati premiati per la gestione del protocollo di sicurezza.
Intanto l’esperienza conta, la necessità aguzza l’ingegno di Ivo Iaconi che, con l’infortunio di Corvia, rispolvera Ruben Oliveira in attacco e lui gli dà ragione dopo 2 minuti innescando l’azione del gol di Caracciolo.

Un po’ di numeri. Tanti gol, record stagionale 32 e manca ancora una partita, Virtus Entella-Ternana. Il Lanciano squadra più prolifica 16 gol, di media 2 a partita, seguita dal Pescara con 15. Trapani difesa più perforata con 17 gol subiti. Squadra che ha più dimestichezza con i rigori è il Catania, ne ha avuto 5 a favore, tutti realizzati da Rosina, e 4 contro, 3 realizzati. Bari, Ternana, Vicenza ed Entella 0 (zero) rigori a favore, Livorno e Modena 0 (zero) rigori contro. Il Varese, invece, 5 contro tutti realizzati, mentre l’Avellino 2 contro e nessuno segnato.
L’attaccante della Pro Vercelli, Ettore Marchi, ha realizzato i suoi 4 gol tutti davanti ai propri tifosi

A Brescia è stato toccando il fondo. Adesso si deve risalire

I perché della prestazione più brutta della stagione
La prestazione negativa di Brescia ha ragioni profonde che non possono essere liquidate con un semplicistico «fattore psicologico» o peggio ancora ricorrendo alla «precaria condizione fisica». Queste due argomentazioni sono certamente delle concause, ma non rappresentano il problema maggiore. Ciò che ha inciso maggiormente nella prestazione negativa della squadra (ma anche la partita contro la Reggina non era stata molto diversa soprattutto la prima mezz’ora della gara), risiede nel nuovo assetto tattico della squadra dal quale discende anche la scelta degli uomini. Scelta che ha determinato nuovi equilibri e gerarchie nel gruppo e che, per questa ragione, accomuna Serse Cosmi a Pasquale Marino.

Il tema tattico
Cosmi fa giocare il Pescara con un possesso palla prolungato, con almeno tre uomini sempre molto vicini tra loro, per poi aprire improvvisamente il gioco sulle fasce e favorire il cross per Sforzini. Un modo di giocare che abbiamo ribattezzato “Tiki Taka alla umbra”. Per il resto la squadra è molto corta, con distanze minime tra i reparti, spesso a presidio della propria metà campo. Queste le intenzioni sulla carta.
Quando il gioco riesce la squadra ne trae benificio e disputa anche buone partite, si pensi per esempio alla gara contro il Latina, ma quando il possesso palla non è effettuato in modo continuativo e gli esterni di centrocampo non accompagnano l’azione, il gioco diventa monotono e prevedibile. Per ciò che si è visto fino alla partita di Brescia, la squadra di Serse Cosmi gioca solo in questo modo e dunque se il play non è in giornata il giro palla risulta inefficace e la squadra soffre.

La scelta degli uomini
Il gioco di Cosmi dunque non prevede un uso sistemico del rettangolo di gioco in tutta la sua ampiezza e da questa scelta tattica discende perciò la scelta degli uomini da schierare. Infortuni e squalifiche a parte ovviamente.
Questo è il motivo per cui Antonino Ragusa non agisce più nella porzione di campo dove ha reso meglio e invece lo abbiamo visto spesso fare il quinto di centrocampo con compiti più difensivi che offensivi. Stesso discorso vale per Matteo Politano, non utilizzato con continuità e in una posizione in cui, oggettivamente, rende di meno. Infine la scelta di utilizzare Mascara come doppio play ha portato, nella partita contro il Brescia soprattutto, all’utilizzo di Brugman come mezzala. L’unica certezza del Pescara edizione 2013/2014, Brugman play alla Verratti, spazzata via dal nuovo credo tattico.
È evidente che quando s’interviene su una squadra in crisi, il Pescara affidato a Cosmi veniva da sei sconfitte consecutive, mettendo in discussione le uniche note positive (Brugman, Politano e Ragusa) è difficile che la squadra possa, nel medio periodo, trarre dei benefici.
Il calcio non è materia prevalentemente filosofica, gioca sempre chi è più bravo e chi è più in forma, indipendentemente dai moduli o dalle concezioni tattiche.
Forza dunque Serse, resetta tutto e manda in campo i migliori facendo giocare ognuno nel ruolo in cui rende di più, senza se senza ma.

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