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Il solito Ragusa e uno Zuparic sempre più sicuro

Le pagelle di Juve Stabia-Pescara

25 Emanuele Belardi_6
Subisce due gol, uno dei quali su rigore, ma non ha grandi responsabilità. Nell’unico intervento della partita compie invece una grande parata e si conferma come uno dei migliori della sua squadra

12 Luciano Zauri_5,5
Una partita attenta e senza sbavature fino ai dieci minuti finali in cui, con la complicità di tutti i suoi compagni, non riesce a gestire la partita e il risultato.

21 Schiavi_6
Al rientro al centro della difesa disputa una gara con un rendimento sopra la sufficienza macchiata dai dieci minuti finali in cui non riesce, al pari dei suoi compagni di reparto, a fermare le “vespe” campane.

33 Dario Zuparic_6
Non ci fosse stata l’inutile espulsione finale avrebbe meritato la palma del migliore in campo. Schierato sulla linea dei difensori dimostra di meritare una maglia da titolare indipendentemente dal ruolo in cui è schierato.

27 Antonino Ragusa_6,5
Inizia il nuovo anno così come aveva terminato quello vecchio lottando su tutti i palloni e uscendo dal campo con la maglia sudata. Il migliore dei biancazzurri, per distacco.

18 Giuseppe Rizzo_5
Partita scialba e anonima per l’incontrista calabrese. Non entra mai in partita, si limita controllare la situazione.

16 Gaston Brugman_5,5
Una discreta prestazione che però non contagia il resto della squadra. Avrebbe dovuto alzare il baricentro della squadra con più continuità, soprattutto negli ultimi, fatali, dieci minuti di gara.

21 Andrea Rossi_5
Prestazione insufficiente per Andrea Rossi che gioca più a nascondino che a calcio. Non si propone con continuità pur non avendo un grande avversario da contrastare.

7 Matteo Politano_6
Una partita con alti e bassi. Quando entra in possesso della palla crea sempre molti pericoli per la difesa dei campani. La sua azione è però poco continua e con molte pause.

19 Pippo Maniero_5
Lotta su tutti i palloni che riceve, ma non lascia il segno. Non tira mai indietro la gamba e questo non basta. Per disputare un campionato di alto livello bisogna incidere sulla gara.

8 Gianluca Caprari_5
Esordio anonimo per Gianluca Caprari che rientra a Pescara dopo la parentesi romana, sponda giallorossa, che lo ha visto fare solo molta panchina. Avulso dalla manovra cerca nell’azione personale la soluzione che non arriva

11 Aniello Cutolo_4,5
Gioca poco più di quindici minuti sufficienti comunque per comprendere, ancora una volta purtroppo, che questa non è una stagione fortunata per lui. Al 33’ su una veloce ripartenza mostra tutti i suoi limiti fisici che non gli consentono di esprimersi al meglio.

32 Nando Sforzini_sv
Gioca troppo poco per poter essere valutato.

23 Uros Cosic_5
È l’autore del fallo che provoca il calcio di rigore per la Juve Stabia e questo giustifica, da solo, il suo voto.

Pasquale Marino_5
Al pronti via la prima sorpresa: Ragusa schierato a centrocampo e Caprari al suo posto come esterno alto. Scelta che si rivela sbagliata perché costringe e relega Ragusa troppo distante dalla porta avversaria. Soprattutto la squadra non entra in campo con le motivazioni e la grinta necessaria per poter vincere la partita. Dovrà lavorare soprattutto su questo aspetto.

Il Pescara comincia il nuovo anno con una brutta sconfitta contro l’ultima della classe

A Castellamare di Stabia una falsa ripartenza per i ragazzi di Pasquale Marino
Il Pescara inizia il 2014 con una brutta sconfitta contro una squadra già virtualmente retrocessa. La squadra allenata da Pea, che si conferma un tecnico incapace di dare un gioco propositivo alle sue squadre, ha dimostrato di valere l’ultimo posto in classifica e ciò rende ancora più incomprensibile la partita dei biancazzurri.
Il Pescara è sceso in campo demotivato e senza grinta. Nel calcio globalizzato e senza qualità di oggi la differenza tra due squadre in campo risiede quasi esclusivamente nelle motivazioni. Chi non ha motivazioni non vince mai. Materia di studio per psicologi piuttosto che per allenatori di calcio. Per queste ragione il compito di Marino non è semplice, proprio perché c’entra poco con lo sport agonistico in senso stretto, ma è un lavoro necessario.

Antonino Ragusa è il valore aggiunto del Pescara, non può essere il tappabuchi
Oltre la psicologia ci sono però alcune scelte sbagliate dell’allenatore. Spostare Antonino Ragusa a centrocampo si è rivelata una scelta errata. Un film già visto nel girone di andata e che, sinceramente, si spera di non rivedere più. Ragusa è il miglior calciatore della rosa del Pescara, uno dei pochi che in serie B può fare la differenza. La sua potenza esplosiva diventa determinate se gioca negli ultimi trenta metri, sacrificarlo in nome della sua duttilità è un errore. Al contrario il gioco della squadra va costruito cercando di sfruttare al meglio le sue potenzialità. Potrebbe segnare molto di più se la punta centrale accentuasse i movimenti senza palla, soprattutto se “attaccasse lo spazio” con più convinzione e continuità durante il corso della partita. In questo senso l’utilizzo di Mascara nel ruolo di punta centrale, in alternativa a Maniero, potrebbe essere una delle carte da giocare nel girone di ritorno. Un calciatore come Mascara, esperto e tatticamente prezioso, può contribuire alla crescita tecnico tattica del gioiellino siciliano.

Il mercato di gennaio non è la panacea di tutti i mali
In molti attendono rinforzi dal mercato di gennaio. Inviterei tutti a riflettere al mercato di riparazione dello scorso anno, quello della serie A. Non approdarono in riva all’Adriatico calciatori in grado di migliorare la squadra, anzi successe il contrario. La rosa del Pescara è già molto competitiva, servono un paio di rincalzi, soprattutto per il cambio di modulo (si è passati dal 4-3-3 al 3-4-3) effettuato, ma nulla di più. Nell’attesa di valutare i nuovi acquisti sul campo, salutiamo Gianluca Caprari. Il suo ritorno a Pescara è una buona notizia, speriamo ci faccia rivivere le stesse emozioni della prima volta.
Nel frattempo, buon girone di ritorno a tutti.

Il Pescara ha già un’identità e vince la prima partita di campionato

Buona la prima. Il Pescara ha già un’identità e batte 3-0 la Juve Stabia
Miglior esordio non poteva esserci per il nuovo Pescara di Pasquale Marino che il Pescara vince la prima sfida del campionato battendo 3-0 la Juve Stabia.
Una buona prestazione della squadra biancazzurra che ha nell’organizzazione del gioco la sua leadership. Un gioco corale che, nonostante la condizione fisica non sia ottimale, è già molto godibile.
Difesa bassa, giro palla e sovrapposizioni sulle fasce le caratteristiche che, per il momento, la squadra ha messo in mostra. L’azione parte sempre da piedi dei difensori centrali con una trama di gioco predilige la manovra avvolgente alle verticalizzazioni e la triangolazione al lancio lungo.
In questo senso la squadra ha già un’identità e una fisionomia molto riconoscibili e utilizzando un termine molto inflazionato nel gergo calcistico, si può dire che “giochi a memoria”.
Il Pescara finisce la partita in crescendo mostrando una buona concentrazione. E proprio nel finale di partita il risultato poteva diventare anche più largo a favore della squadra adriatica.

Maniero conquista anche Pasquale Marino
Protagonista assoluto della partita è stato Pippo Maniero che realizza una doppietta personale nella gara d’esordio.
La storia calcistica del giovane attaccante di scuola Juve sembra uscire da un romanzo d’appendice. Nella stagione dei record di due anni, che vide a fine stagione la promozione della squadra in serie A, tutti lo consideravano il centravanti titolare della squadra e invece così non fu. Non giocò la prima partita a Verona lasciando il posto a Ciro Immobile che da quel giorno diventò titolare inamovibile. Quest’anno la situazione sembra essersi ribaltata.
Nei primi giorni di ritiro infatti il titolare sembrava essere Nando Sforzini e invece, grazie anche all’indisposizione fisica del compagno di squadra, Pippo a suon di gol sta costruendo un futuro che può divetare roseo per lui e per la sua squadra. Il feeling con il pubblico dell’Adriatico c’è sempre stato e i gol, 4 in tre partite, non possono che rafforzare un legame già molto forte e sentito in città.

Mascara è già leader in campo, standing ovation per lui
Non ha impiegato molto tempo per ottenere una maglia da titolare Peppe Mascara che fa il suo esordio all’Adriatico pochi giorni dopo il suo arrivo in città, complice anche l’imprevista indisponibilità di Politano.
Si prende la fascia sinistra del versante offensivo, appannaggio di Antonino Ragusa per gran parte della fase di precampionato, e dimostra fin dalle prime battute che l’insistenza con cui l’ha richiesto mister Marino aveva solide fondamenta.
Leader in campo fin dal primo minuto. I compagni lo cercano anche in fase di non possesso palla e lui si fa trovare sempre pronto. Svolge in maniera disciplinata i compiti che gli assegna l’allenatore anche se negli ultimi cinque minuti in cui è in campo è capace di trovare una nuova posizione che gli consente di confezionare alcuni assist che avrebbero potuto avere miglior sorte.
Marino gli concede la passerella finale con un cambio che arriva a nove minuti dalla fine della partita e che trascina il pubblico alla prima standing ovation della stagione. Così come l’allenatore che l’ha voluto a Pescara anche lui sembra essere un lusso per la serie B.

12.500 spettatori nella partita d’esordio
Che il nuovo Pescara allestito dal presidente Sebastiani, l’amministratore delegato Iannascoli e i soci della Pescara calcio piacesse ai tifosi biancazzurri era ormai chiaro a tutti, ma che alla prima partita della stagione, contro una squadra non certo blasonata come la Juve Stabia, fossero presenti in 13.000 nessuno lo avrebbe ipotizzato.
Una grande testimonianza di affetto e di gradimento dunque da parte dei tifosi per una squadra allestita per disputare un campionato di alto livello. L’obiettivo dichiarato è quello di far dimenticare in fretta il bruttissimo campionato dello scorso anno anche se i tifosi, dopo le prime uscite stagionali, cominciano a sognare in grande e si preparano a vivere una nuova stagione da protagonisti come fu quella di due anni fa.

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