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«È un mondo difficile, E vita intensa, Felicità a momenti, E futuro incerto…»

Tonino Carotone canta «È un mondo difficile, E vita intensa, Felicità a momenti, E futuro incerto…» e fotografa esattamente il momento che sta attraversando il Pescara di Massimo Oddo. Le ultime sette partite raccontano di un Pescara sciupone e nello stesso tempo inadeguato per competere ai massimi livelli in serie B.
Quattro sconfitte e tre pareggi. Dieci gol realizzati e sedici subiti. Tre i punti raccolti.
È evidente che se non ci sarà un brusco cambio di marcia il campionato più che positivo disputato fino a qualche settimana fa rischia di diventare solo uno sbiadito ricordo. Anzi, se non s’inverte immediatamente la rotta potrebbe essere a rischio anche la partecipazione ai play off, approdo più che sicuro fino a qualche giornata fa.

Troppi gol subiti
Se si escludono le ultime tre della classifica più Avellino e Ascoli, il Pescara è la squadra che ha subito più gol in tutta la serie B. Quarantuno gol subiti. E se analizziamo il modo in cui il Pescara subisce gol ci accorgiamo che molti sono simili. Simili nella preparazione e nell’esecuzione. I biancazzurri inoltre subiscono gol, spesso, a difesa schierata. Evidente dunque che il problema principale è proprio questo. Si difende in undici si sente dire dagli allenatori, è vero. Ma molto dipende dalla qualità dei difensori che hai a disposizione. Una verità lapalissiana di cui sarebbe bene prendere atto e comportarsi di conseguenza.

Contro il Crotone per rilanciarsi
La partita contro il Crotone giunge dunque a proposito. Una buona prestazione premiata anche da un risultato positivo potrebbe rilanciare il Pescara e restituire quella “leggerezza” che ha caratterizzato, fino ad ora, la gestione di Massimo Oddo. La squadra ha le possibilità di riscattarsi a patto che tutti, allenatore in testa, riflettano sugli errori compiuti e riprendano il cammino interrotto di comune accordo.

Buon calcio a tutti.

Caro presidente, ti scrivo così mi distraggo un po’…

Caro Presidente,
parafransando Lucio Dalla, ti scrivo così mi distraggo un po’, e siccome l’anno vecchio è finito, del presente e del futuro ti voglio parlare.

Un anno positivo, ma poteva essere eccellente
La stagione calcistica terminata sulla traversa del “Dall’Ara” di Bologna è stato un anno positivo per il Pescara. La squadra è arrivata a pochi centimetri dalla serie A e per questa ragione, l’essere stata tra le migliori fino alla fine, non si può che essere soddisfatti. Certo terminare i play off senza sconfitte, meritando di vincere tutte le partite e poi non essere promossi in serie A lascia l’amaro in bocca, ma lo abbiamo sempre sostenuto: l’importante è essere tra i protagonisti e lottare per vincere.
La partenza molto negativa in campionato ha compromesso il buon esito finale e su questo, lo abbiamo sostenuto a più riprese, si doveva intervenire. Marco Baroni non era l’allenatore giusto per questa squadra e cercare un sostituto prima dell’ultima partita di campionato sarebbe stato, certamente, più utile.

Massimo Oddo è il presente, sarà anche il futuro?
Baroni è però il passato, il presente è invece Massimo Oddo. La scelta dell’ex allenatore della Primavera è certo una scelta coraggiosa ed è noto che a questa città le scelte coraggiose piacciono. L’ex calciatore della nazionale italiana l’ha conquistata da subito. Lei ne ha parlato sempre bene fin dall’inizio della stagione e dunque la scelta, pur comprendendo alcuni rischi, non è, almeno dal suo punto di vista, azzardata.
La prima domanda che le voglio rivolgere è la seguente: Massimo Oddo rappresenta il presente, ma sarà anche il futuro prossimo? Ovvero la scelta di un giovane esordiente per la panchina di una società importante per la serie cadetta è stata fatta in modo che ci possa essere una continuità tecnica sulla panchina del Pescara per almeno due o tre stagioni?

Quali sono i programmi e gli obiettivi della prossima stagione?
In relazione e collegata a questa prima domanda, le faccio altre due domande, non prima di una piccola premessa.
Non più tardi di due settimane fa, l’Amministratore Delegato Danilo Iannascoli, proprio in questa trasmissione, ha detto che sarà molto difficile trattenere i migliori calciatori anche per la prossima stagione. Mi riferisco in particolare a Melchiorri, Politano, Brugman, Salamon, Zampano, Fornasier, Memushaj, Fiorillo, Bjarnason.
Le due domande sono perciò molto semplici: quali sono i programmi per la prossima stagione, ma soprattutto quali gli obiettivi?

Buon calcio a tutti e divertivi. Assai.

Baroni, una caduta stile pari solo agli errori tattici compiuti dall’inizio della stagione

«Io, se mi permettete, lo scorso anno vi guardavo dall’alto in basso…», dopo queste affermazioni, fossi stato al posto del presidente Daniele Sebastiani, avrei licenziato, seduta stante, il tecnico di Firenze. Una caduta di stile che rappresenta e svela i pensieri più reconditi di un uomo che fino a ieri aveva mostrato un altro volto, un’altra cultura, un altro modo di essere.
Non si parla qui dell’allenatore e delle sue capacità tecniche, ognuno è in grado di esprimere il proprio giudizio dopo aver visto la sua squadra giocare per un intero campionato, ma si parla della persona umana.
Un’affermazione improvvida sbagliata nei modi, nei tempi e nei contenuti. Un’affermazione che segna una distanza che non potrà mai essere colmata tra l’allenatore di Firenze e chiunque abbia in qualche modo a cuore le sorti della Pescara calcio e non solo. Tifosi, società, addetti ai lavori, semplici cittadini.

Si alzano polveroni quando non si è in grado di giustificare il proprio operato
Contro il Perugia, il tecnico di Firenze, schiera l’ennesima, bizzarra, formazione di una stagione che sarà ricordata, indipendentemente dal suo epilogo, per l’incapacità di saper valutare gli uomini a disposizione e scegliere sempre la migliore formazione possibile. Una partita, quella contro il Perugia, che nonostante il Pescara stesse conducendo per due a zero e in superiorità numerica non è riuscita a vincere. Prima in undici contro dieci e successivamente in undici contro nove il Pescara del tecnico di Firenze non ha saputo “chiudere” la partita così come successe nella gara di andata, quando riacciuffò il pareggio nell’ultimo secondo di gioco disponibile dopo avere giocato per gran parte della gara in superiorità numerica.

Due gare per dirsi addio
Nel frattempo il campionato giunge al capolinea, mancano due partite alla conclusione, Varese e Livorno, e il Pescara potrebbe raggiungere il traguardo dei play off. Basta aspettare pochi giorni, sette per la precisione, e poi potremo fare un bilancio definitivo anche da un punto di vista statistico di questo, incolore, campionato di serie B. Per misurare invece l’indice di gradimento non c’è bisogno di aspettare altri sette giorni. Il bilancio è in rosso e le dichiarazioni del tecnico di Firenze contribuiscono, in modo determinate, a renderlo ancor più negativo.
Buon campionato a tutti.

Pescara-Pro Vercelli_29 aprile 2015

Gianluca Caprari segna un gol “pesantissimo” che regala la vittoria alla sua squadra in piena corsa per i play off

Ultima chiamata?

Il campionato del Pescara di Marco Baroni è costellato da continui penultimatum.
La discontinuità nei risultati, della qualità del gioco espresso non parliamo più anche perché a questo punto del campionato oltre ad essere una chimera, forse, non interessa più a nessuno, rende difficile qualunque pronostico. La conquista dei play off, obiettivo minimo stagionale, si avvicina e si allontana a domeniche alterne.
Dopo la sconfitta subita a Frosinone sembrava essersi allontanato del tutto, ma è subito arrivata la vittoria contro il Modena a mescolare nuovamente le carte.

La partita della verità
La sfida di domani contro la Virtus Lanciano potrebbe essere dunque la partita della verità. Una vittoria terrebbe accesa la speranza di vedere un bel finale di stagione, un’eventuale sconfitta potrebbe certificare l’addio definitivo ai sogni di gloria.
Una partita in cui Marco Baroni si gioca molto, lui più della squadra. È il ritorno nello stadio che lo ha lanciato nel grande calcio con una piazza, calcisticamente parlando, che invece di essergli grata per i risultati conseguiti lo ha dimenticato presto, anzi prestissimo.
Cosa succederà? Chi avrà la meglio tra Marco Baroni e Roberto D’Aversa?

Entrambe le squadre devono vincere
Una partita da 1 o 2, il pareggio non servirebbe a nessuna delle due. Una partita dunque che potrebbe regalare ai tifosi presenti allo stadio momenti di buon calcio, almeno dal punto di vista dell’intensità di gioco. Si prevede il pubblico delle grandi occasioni, ma se per la Virtus Lanciano anche una, eventuale, sconfitta non sarebbe un dramma sportivo, per il Pescara è diverso. Tornare, dalla vicina Lanciano, con una sconfitta significherebbe abbandonare, con ogni probabilità, la possibilità di giocarsi l’accesso ai play off e questo potrebbe avere conseguenze dirette anche per la panchina del tecnico di Firenze. Si, perché senza obiettivi concreti da raggiungere non avrebbe nessun senso continuare insieme.

Addio sogni di gloria?

La sconfitta subita dal Pescara contro il Frosinone allontana il Pescara dai play offa più di quanto non dica il risultato della partita e la classifica.
La squadra di Baroni era chiamata ad una prova di maturità che ha fallito senza se e senza ma, dimostrando di non essere affidabile da questo punto di vista. Questo è il cuore della vicenda.
C’entra relativamente il modulo di gioco, i calciatori scelti o l’atteggiamento mostrato in campo dalla squadra o le insicurezze dell’allenatore, il cuore della vicenda è l”inaffidabilità della squadra nei momenti cruciali.

Non è mai solo una questione di uomini o di modulo
Una squadra vincente è sempre il frutto della sommatoria di tanti fattori. C’è bisogno di una perfetta sintonia d’identità e di vedute tra società, allenatore e squadra. E poi ancora tra squadra e tifosi. Se c’è tutto questo e i risultati sono buoni, anche la stampa può svolgere un ruolo attivo nell’amplificare tutto ciò che di positivo si crea.
Ce lo ha ricordato la scorsa settimana proprio qui a Calcio Totale, Arrigo Sacchi.
Ed è evidente che questo circolo virtuoso, quest’anno, a Pescara non si è sviluppato.
Non serve dunque aspettare nuove e forse più incoraggianti vittorie per esprimere un giudizio su ciò che abbiamo visto fino ad oggi e che vedremo fino alla fine del campionato.

Né bella, né vincente
Non c’è bisogno di chiaroveggenza per capire ciò che potrà accadere da qui alla fine del campionato. Continuerà l’andamento avuto sino ad oggi. Un campionato triste con qualche piccola eccezione che lascerà rimpianti a tutti. Alla società e ai tifosi innanzitutto che speravano di poter assistere a un campionato molto diverso, forse anche più “pericoloso”, sicuramente non così anonimo come il campionato che ha regalato, fino ad oggi, Marco Baroni.

Si salva solo Matteo Politano

7 Politano 6,5

1 Fiorillo 6

8 Bjarnasson 5,5

32 Memushaj 5,5

15 Salamon 5,5

19 Pettinari 5,5

9 Melchiorri 5,3

11 Zampano 5,3

2 Pucino 5,1

42 Sansovini 5

16 Brugman 5

13 Zuparic 5

6 Fornasier 4,5

Marco Baroni 5

Nel festival degli errori che è stata Pescara-Brescia, Corvia fa il fenomeno

Pescara-Brescia è stata una partita ricca di gol, cinque, e di errori. Errori che vanno suddivisi equamente tra i ventidue protagonisti in campo, ma non altrettanto equamente tra i due allenatori.
Entrambe le squadre, per motivazioni diverse, avevano l’esigenza di vincere la partita e, anche per questa ragione, gli errori commessi in campo sono stati tanti. Errori che riguardano sopratutto l’assetto difensivo e il reparto di centrocampo. Più bravo si è dimostrato il Brescia che, in una fresca sera d’inizio aprile, è stato capace di rendere evidenti tutti i limiti tattici della squadra allenata da Marco Baroni.

Un Pescara buono nel primo tempo, largamente insufficiente nel secondo
Il primo tempo del Pescara, nonostante i numerosi errori in fase difensiva, è stato un buon primo tempo. Soprattutto la catena di destra con Zampano e Politano ha offerto alcune giocate interessanti che, paradossalmente, pongono diverse domande.
Perché Zampano non è stato utilizzato sempre in quel ruolo, esterno basso di destra, dove dimostra di poter fare la differenza? Perché Politano è costretto a sobbarcarsi un lavoro di copertura enorme e non è lasciato libero di esprimersi soprattutto nella fase d’impostazione e di conclusione dell’azione? Domande che, virtualmente, giriamo all’allenatore del Pescara.
Calori vince la sfida delle panchine. L’allenatore del Brescia cambia uomini e assetto tattico a partita in corso e vince la gara. Marco Baroni non apporta nessun accorgimento tattico alla squadra e i cambi, forse anche per questo motivo, si rivelano inefficaci. L’allenatore fiorentino non è reattivo e pur giocando buona parte del secondo in superiorità numerica, il Pescara perde la partita.

Frosinone, ultima fermata
Per il tecnico di Firenze diventa decisiva la trasferta di Frosinone, una partita da vincere e che, in ogni caso, non si può perdere. Una sconfitta in terra laziale potrebbe costare la panchina a Baroni che, cosciente di ciò, deve dimostrare in questa occasione, innanzitutto a se stesso, di essere un allenatore che può aspirare a panchine importanti come quella di Pescara.
Buon fine campionato a tutti.

Il vichingo è il migliore dei biancazzurri

8 Bjarnasson 6,5

7 Politano 6,1

32 Memushaj 6

9 Melchiorri 5,8

1 Fiorillo 5,8

11 Zampano 5,6

16 Brugman 5,6

15 Salamon 5,3

29 Rossi 5

42 Sansovini 5

25 Pasquato 5

13 Zuparic 4,8

20 Gessa sv

10 Caprari sv

Marco Baroni 4,5

Quando la superiorità numerica è un handicap

Il Pescara, pur giocando in superiorità numerica per tutto il secondo tempo e con un gol di vantaggio, non è riuscito nell’impresa di vincere la sua ottava partita esterna stagionale. Una vittoria che avrebbe potuto sancire il sorpasso in classifica nei confronti dello Spezia e mantenere inalterato il distacco dal Bologna che attualmente occupa il secondo posto in classifica.
Una partita che sembrava essersi messa per il verso giusto, almeno dal punto di vista del risultato con il doppio vantaggio biancazzurro e con almeno un’altra, clamorosa occasione da gol, sciupata da Melchiorri.
Tutto bene dunque? No, dal mio punto di vista non va tutto bene.
È vero che il Pescara è in piena corsa per disputare i play off, ma il modo in cui ottiene i risultati preoccupa. Preoccupa la mancanza di continuità nel gioco, soprattutto il modo episodico con cui va in gol. Ovvero quasi tutti i gol che realizza non sono il frutto dello sviluppo di un gioco armonico di squadra, ma più legato a prodezze individuali. Una squadra che non sviluppa un gioco da squadra.

Le dichiarazioni di Marco Baroni
A questo si aggiungono le dichiarazioni post partita dell’allenatore che lasciano più di un dubbio sulla reale capacità di Baroni di condurre in porto, da vincitrice, la squadra biancazzurra.
«Le nostre assenze, di cui non mi voglio comunque lamentare ma che vanno comunque contate, hanno la loro importanza». Non è accettabile che l’allenatore si lamenti per l’assenza di due calciatori, pur importanti come Memushaj e Bjarnason, quando ha una rosa a disposizione che ha almeno due calciatori importanti per ruolo. Nessuna squadra di serie B, forse solo Il Bologna, ha un organico così ben assortito.
Ancor più dubbiosi lascia la seconda affermazione.
«Ci può stare subire un gol su un campo così e davanti a così tanta gente».
Lo stadio “Alberto Picco” di La Spezia, ha una capienza massima di 10.000 spettatori, le cronache della partita dicono che gli spettatori presenti siano stati 6777, con un centinaio di tifosi pescaresi.
Dunque perché queste affermazioni?
Siamo abituati ad ascoltare tante banalità e luoghi comuni nelle dichiarazioni post gara, ma un’affermazione del genere lascia comunque molto perplessi. E la domanda delle cento pistole da porsi è la seguente: Ma davvero Baroni pensa che che chi l’ascolta possa dare credito a ciò che dice, se ciò che dice stride con la realtà dei fatti?
Buon campionato a tutti.

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