La vittoria, larga, del Pescara contro la Pro Vercelli allontana “cattivi pensieri” e “riaccende” il campionato dei biancazzurri.
Se si dovesse valutare una squadra solo in base ai risultati ottenuti sul campo sarebbe molto difficile esprimere un giudizio sul Pescara di Marco Baroni. Un campionato, quello dei biancazzurri, indefinibile. Vittorie inaspettate e sconfitte altrettanto inaspettate. Con 29 reti all’attivo vanta il secondo miglior attacco della cadetteria dopo la capolista Carpi e in comproprietà con il Trapani, mentre con 25 reti al passivo è una delle peggiori difese, migliore soltanto di Varese, Cittadella e Trapani.
Una squadra che sfugge a qualunque definizione.
Un problema tattico, tecnico, di allenatore o ci nascondiamo dietro la psicologia?
La squadra, almeno fino ad oggi, non ha mai mostrato un’identità tattica riconoscibile, questo è, dal mio punto di vista, il problema principale. Ha iniziato la stagione giocando con un modulo, il 4-3-3, lo ha cambiato in corso d’opera passando al 4-4-2, ma indipendentemente dai moduli di gioco non ha mai espresso con continuità un buon calcio che è sempre propedeutico al raggiungimento di buoni risultati.
La rosa a disposizione del tecnico è una buona rosa con cinque/sei calciatori di livello alto per la serie B, Melchiorri, Politano, Lazzari, Memushaj, Salamon e, da quando rientrerà, Gaston Brugman. Nel corso della stagione si sta rivelando un buon portiere Aresti, così come Zampano, il cui rendimento è oggettivamente al di sotto delle aspettative, è comunque un calciatore buono categoria. Stesso discorso può essere valido per Pasquato e Maniero. Una buona rosa che non riesce ad imporsi in un campionato modesto come quello attuale sposta, inevitabilmente, l’analisi sul valore del tecnico.
Reiteriamo la domanda: è Baroni l’uomo giusto per la panchina del Pescara?
Ci riformuliamo e formuliamo a tutti voi l’interrogativo della scorsa settimana: è baroni l’uomo giusto per la panchina del Pescara. Per spiegare l’andamento negativo e comunque altalenante della squadra avendo escluso la qualità tecnica della rosa e, ovviamente, la scusa “del problema psicologico” non resta che parlare dell’allenatore.
Il limite più grande del Baroni attuale è che non rischia facendo giocare la squadra con un baricentro troppo basso. La qualità dei calciatori a disposizione, soprattutto in attacco, a dire la verità, farebbe pensare a una squadra votata costantemente al possesso palla nella metà campo avversaria, invece ciò non accade e questo è, forse, il problema da risolvere al più presto.