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Marco Verratti, numero uno in Francia

Marco Verratti è stato eletto miglior calciatore straniero della Ligue 1. Prima di Ibra, prima di tutti. La nostra felicità è immensa. per Marco, per il calcio italiano e per il Pescara che può ascriversi parte di questi successi.

Virtus Lanciano-Pescara_25 aprile 2015

Birkir Bjarnason si scusa con i tifosi della Virtus Lanciano per l’incomprensione in occasione del gol del Pescara

Piccolo allenatore, piccola Italia

L’Italia di Cesare Prandelli è stata eliminata al primo turno dei mondiali brasiliani, così come successe alla squadra di Marcello Lippi nel 2010. Il tecnico di Orzinuovi fu chiamato al capezzale azzurro proprio per porre rimedio alla brutta figura rimediata in Sudafrica. Quell’Italia fu eliminata senza mai vincere una partita. Pareggiò per 1-1 contro il Paraguay e la Nuova Zelanda e perse 3-2 contro la Slovacchia. La nuova Italia di Prandelli ha vinto la partita d’esordio contro l’Inghilterra, eliminata anch’essa con gli azzurri, e ha perso contro Costa Rica e Uruguay.
Una brutta, bruttissima Italia, assemblata male e messa in campo peggio, abbandona giustamente il mondiale brasiliano. Un mondiale che fino ad oggi ha regalato agli appassionati di calcio tante belle partite, soprattutto squadre in grado d’imporre il proprio gioco e di segnare anche tanti gol.
Prandelli, nelle tre partite disputate, ha schierato tre formazioni diverse con altrettanti moduli di gioco, dimostrando sul campo di non aver maturato nessuna certezza né in merito ai calciatori da convocare, tantomeno al sistema di gioco con cui competere.
Costretto, vox populi e dai media, a convocare calciatori come Verratti, Insigne, il capocannoniere del campionato Ciro Immobile e Alessio Cerci, che non erano nei suoi propositi, non è riuscito a dare un’idea di gioco e un’anima alla sua squadra. Ha puntato tutto su Mario Balotelli e su un gruppo di senatori, capitanati da Buffon e De Rossi, che, un minuto dopo il triplice fischio finale della partita contro l’Uruguay che ha sancito l’eliminazione degli azzurri, non hanno saputo far altro che addossare le responsabilità della sconfitta ai giovani della rosa. I due, che si son fatti coraggio dopo le dichiarazioni di Prandelli che andavano nella stessa direzione, «mi aspettavo di più dai cambi», ignorano che i migliori per l’Italia, pur nella pessima prestazione collettiva, sono stati proprio i giovani Darmian e Verratti. Il primo dopo un esordio molto positivo sulla corsia di destra è stato spostato a sinistra nella partita successiva, mentre Verratti, tra i migliori in campo anche all’esordio, è stato spedito in panchina per essere riproposto nell’ultima partita contro l’Uruguay. Insigne e Cerci hanno potuto giocare solo uno spezzone di partita, mentre Immobile, colpevolmente lasciato fuori nelle prime due partite per far posto a Balotelli, è stato impiegato solo nell’ultima gara in una squadra incapace di costruire gioco. De Sciglio, infortunato, ha giocato solo nell’ultima gara contro Cavani & company.
Dunque, andando per esclusione, i due senatori della squadra, quando hanno parlato dei giovani, intendevano dire Mario Balotelli. E dunque, se è così, perché non hanno detto che si riferivano proprio al giocatore del Milan?
Da quando seguo il calcio è la prima volta che mi capita di ascoltare dichiarazioni di questo tipo, calciatori che parlano male di calciatori della stessa squadra e dopo una sconfitta che, al contrario, chiama in causa tutta la delegazione a cominciare dall’allenatore.
Una squadra dunque allestita male e gestita peggio. Due attaccanti di ruolo su sei possibili convocazioni e tanti esterni convocati e mai utilizzati. Tanto valeva convocare Gilardino oppure Destro se l’unico schema di gioco era il lancio, «illuminate» o «come la lampada di Aladino» così continuavano a dire incompetenti commentatori televisivi, di Andrea Pirlo.
Nella conferenza stampa post partita Cesare Prandelli annuncia le proprie, irrevocabili, dimissioni e dunque per l’Italia comincia una nuova era.
Prandelli lascia dunque l’Italia così come l’aveva ereditata, con una débâcle che non ammette giustificazioni. L’Italia del calcio ha perso ancora una volta. Prandelli non è, ovviamente, l’unico responsabile, con lui ha perso tutto il sistema calcio del nostro Paese che andrà rifondato dalle fondamenta. Ma Prandelli, così come quattro anni fa Lippi, ha fatto di tutto per essere ricordato come il peggiore della spedizione italiana in Brasile.

La sconfitta di Prandelli

La sconfitta dell’Italia contro Costa Rica è figlia delle scelte sbagliate di Cesare Prandelli. Scelte che riguardano il modulo di gioco e degli uomini che ha mandato in campo, alcuni dei quali anche fuori ruolo. Surclassato tatticamente da Jorge Luis Pinto, allenatore della Costa Rica che nella sua terra chiamano il professore, Prandelli ha dimostrato con i fatti di non essere affidabile, ovvero che non bisogna dare credito alle sue dichiarazioni post gara.
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Il bassaiolo di Mulazzano

Giovannino Stroppa dopo le prime sei giornate di campionato ha centrato due obiettivi: sette punti in classifica con sette squadre lasciate dietro a inseguire e la possibilità di avere un nuovo sold out per la prossima sfida interna contro la Lazio.
Risultati non scontati soprattutto dopo un inizio di campionato molto negativo sia in termini di risultato sia in termini di gioco. Il giovane allenatore, voluto da Delli Carri e Sebastiani, merita dunque la copertina e gli onori della cronaca per questo momento positivo della squadra biancazzurra. Stroppa ha avuto il merito di saper modificare in corso d’opera il suo pensiero, in particolare l’utilizzo dei due mediani in mezzo al campo che aveva portato la squadra alla brutta prestazione contro il Torino, sicuramente la peggiore di questo inizio di campionato, e ri-adottare un modulo di gioco che aveva frettolosamente accantonato nelle prime giornate di campionato.
La partita contro il Bologna segna la svolta della stagione sia perché la squadra conquista i primi punti del campionato sia perché si definisce l’assetto tattico della squadra in maniera definitiva. Quattro difensori in linea, tre uomini a centrocampo e tre dalla cintola in su. Un 4-3-3 atipico, ma certo non un’invenzione dell’ultimo momento. Soprattutto la scelta di schierare tre uomini a centrocampo si rivela la scelta più giusta per la squadra e la presenza in campo di Nielsen consente di rivedere, in parte, il Cascione dello scorso anno.
In difesa dopo l’ottima prestazione di Terlizzi a Cagliari, con il rientro di Cosic e di Romagnoli a tempo pieno e le buone prove offerte da Bocchetti c’è da essere più tranquilli. Anche Balzano e Zanon dopo un approccio non proprio positivo con la nuova categoria stanno ritrovando l’antico smalto. Dove si deve ancora migliorare molto e nel reparto offensivo.
Weiss pur essendo un anarchico, calcisticamente parlando ovviamente, ha garantito il salto di qualità e i gol che consentono al Pescara di godersi una posizione di classifica forse insperata e per questo motivo meriterebbe di partire nell’undici titolare. Il suo ingresso nei tre della linea d’attacco garantisce una forza d’urto maggiore di quella attuale. Caprari, per me il migliore della rosa, sta mostrando di non soffrire troppo il salto di categoria e Vukusic, per quello che siamo riusciti a vedere, sembra avere i numeri per far bene soprattutto quando migliorerà l’intesa con lo slovacco Weiss. Resta dunque da definire la posizione in campo del Piccolo Principe”, Juan Fernando Quintero. Con lui e Caprari nella linea dei tre d’attacco la squadra sembra non avere la forza fisica sufficiente per imporre il proprio gioco e dunque è molto probabile che Stroppa debba trovare per il giovane colombiano una nuova posizione in campo. Migliorando nella fase difensiva e acquisendo nozioni tattiche potrebbe essere il metronomo del centrocampo occupando il vuoto che ha lasciato Marco Verratti nel gioco e nel cuore dei pescaresi. Come Marco non nasce per giocare in quel ruolo ma come Marco può imparare. Credo che Giovannino Stroppa ci stia pensando e se dovesse trasformare Quintero da un calciatore bello da vedere in un calciatore utile al gioco collettivo della squadra il Pescara potrebbe davvero diventare una delle sorprese del campionato. E il bassaiolo di Mulazzano dare ragione ai pochi che lo hanno sostenuto fin dal suo arrivo a Pescara.

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