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La Juventus è la più forte

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1. Juventus
Vince con pieno merito lo scudetto e gran parte del merito va ascritto al suo allenatore, Antonio Conte, che modella e trasforma una squadra di buoni calciatori in dominatori assoluti del campionato. In una giornata certamente positiva stride il comportamento della società bianconera che continua a parlare di 31 scudetti. Irresistibile.

2. Miroslav Klose
Segna cinque reti in una sola partita e raggiunge quota 15 nella classifica dei cannonieri. La sua assenza per infortunio ha penalizzato la Lazio che con lui in squadra avrebbe certamente qualche punto in più. A dispetto dell’età si dimostra all’altezza dei migliori attaccanti del campionato. Infinito.

3. Edinson Cavani
Ricomincia a segnare Cavani e il Napoli mette al sicuro il secondo posto in campionato. Con la sua classe e la sua prolificità, è il capocannoniere del campionato con 26 reti, nasconde le lacune tattiche della squadra di Walter Mazzari e supera il muro delle 100 reti con la maglia partenopea.

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1. Pescara
Da ieri il Pescara è matematicamente retrocesso in serie B e dunque, da oggi, inizia un nuovo capitolo della sua storia sportiva. Prima di qualunque progetto per il futuro prossimo si faccia una vera e sana autocritica ammettendo gli errori compiuti e rintracciandone la causa. Solo in questo modo si possono gettare le basi per un futuro diverso dal triste presente.

2. Paolo Silvio Mazzoleni
L’errore dell’arbitro bergamasco Paolo Slvio Mazzoleni, che non concede un calcio di rigore clamoroso a favore della Fiorentina per fallo di mano di De Rossi che avrebbe guadagnato anche il cartellino rosso per doppia ammonizione, è un errore gravissimo. Un errore che potrebbe avere conseguenze pesanti per la classifica della Fiorentina che vede ridurre il suo vantaggio proprio sulla Roma a soli tre punti. Inadeguato.

3. Bologna e il suo allenatore, Stefano Pioli
Il troppo decantato Stefano Pioli, accostato in ogni sezione del calcio mercato a squadre di prima fascia, prende con la sua squadra, il Bologna, sei gol dalla Lazio di Pektovic e si avvia a concludere il campionato in modo anonimo. Un allenatore sopravvalutato dalla critica militante che non ha mai proposto nulla di nuovo. Inconcludente.

Alberto Paloschi segna una tripletta e porta a casa il pallone della gara (3 dicembre 2012)

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1. Alberto Paloschi
Dopo una serie infinita di infortuni il naturale sostituto di Pippo Inzaghi si prende di prepotenza la vetrina della serie A segnando una tripletta nella partita che la sua squadra, il Chievo, vince a Marassi contro i grifoni del Genoa. Lo scorso anno giocando poco e non con continuità segnò nove reti, se sta bene fisicamente questo può essere l’anno della sua definitiva consacrazione.

2. Mattia Destro
Ha avuto la capacità di aspettare il suo momento e con la complicità degli infortuni di Lamela e Osvaldo si prende la maglia di titolare e in due partite presenta il suo conto a Zeman: tre gol che valgono sei pesantissimi punti per la Roma. A Pescara ha giocato da esterno destro mentre a Siena gioca nella posizione che più predilige, quella di punta centrale. Nella sfida di sabato sera contro la Fiorentina per Zeman non sarà facile scegliere chi tra lui, Osvaldo, Lamela e Totti dovrà accomodarsi in panchina.

3. Miroslav Klose
Nella partita di ieri contro il Parma segna il suo nono gol in 14 partite e resta l’unico attaccante della Lazio ad aver segnato in questi campionato. Un gol che riassume gran parte delle sue caratteristiche, forza fisica, senso della posizione, velocità di esecuzione e precisione. Il suo infortunio, si parla di tre settimane di stop, può fermare la corsa della Lazio in campionato.

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1. Massimo Moratti e Andrea Stramaccioni
Il comportamento del’Inter nel caso Sneijder è un comportamento scorretto e che getta un ombra sulla squadra nerazzurra. Le parole di Moratti (adesso tocca al giocatore risponderci) e quelle di Stramaccioni (non è convocato per scelta tecnica) offendono l’intelligenza di ognuno di noi che segue il calcio. Una brutta pagina quella che sta scrivendo l’erede di Angelo Moratti che, certo, non gioverà al buon nome della famiglia interista.

2. Kamil Glik
L’intervento di Glik su Giaccherini nel derby della Mole è costato un cartellino rosso diretto al calciatore e la partita alla sua squadra. Un fallo cattivo e anche inutile dal momento che l’azione si stava svolgendo lontano dall’area di rigore del Toro. Un intervento che avrebbe potuto creare seri problemi fisici all’avversario. Alla squalifica, che mi auguro lunga, spero la società granata aggiunga anche una salata sanzione economica che sia da esempio per tutti.

3. Gigi Delneri
L’allenatore di Aquileia perde di nuovo in casa e questa volta la sconfitta è pesante perché arriva da una diretta concorrente nella lotta per la salvezza. Il presidente Preziosi conferma la sua fiducia al tecnico friulano e aspetta il mercato di gennaio per costruire una rosa con calciatori più idonei per il suo nuovo allenatore. Se continua a perdere è probabile che a gennaio non sia più lui l’allenatore dei grifoni.

C’è solo un capitano: Francesco Totti (8 ottobre 2012)

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1. Francesco Totti
Zeman dopo una settimana difficile e ricca di polemiche mette in panchina Daniele De Rossi, Osvaldo, Taddei e Burdisso e schiera al loro posto Marcos (1994), Piris (1989), Tachsidis (1991) e Mattia Destro (1991). Il capitano si mette la squadre sulle sue spalle e la conduce alla vittoria. Una partita tonica che lo ha visto correre dal primo minuto e fino all’ultimo minuto di recupero. Meritava il gol, é il calciatore più importante di questa squadra pur non essendo, oggi, un calciatore zemaniano.

2. Andrea Stramaccioni
La scommessa del presidente Moratti fino ad oggi è una scommessa vinta, l’allenatore che ha scelto, coetaneo di Francesco Totti, al suo esordio in serie A sta disputando una gran de stagione. L’Inter non gioca benissimo ma fa punti e soprattutto è una squadra molto compatta e corsa. È stato lui a scegliere Antonio Cassano che con quattro gol e tanti assist si sta rivelando un vero rinforzo per la squadra nerazzurra.

3. Miroslav Klose
Il più sottovalutato degli attaccanti e invece il più prolifico tra gli attaccanti in attività in tre diverse edizioni dei mondiali con 14 reti. In carriera ha segnato più di 259 reti e da quando è arrivato alla Lazio ha segnato 17 reti lo scorso anno e nell’attuale campionato è già a quota 5. La scarpa d’oro al mondiale 2006, nella partita disputata ieri all’Adriatico, in occasione dei suoi due gol mette a nudo le evidenti lacune tecniche prima di Capuano e, in occasione della seconda realizzazione di Terlizzi.

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1. Giovanni Stroppa
Stroppa sbaglia formazione schierando un centrocampo improbabile con Colucci non al meglio della condizione e Blasi inadeguato e ininfluente. Con un centrocampo così è difficile costruire palle gol e infatti il Pescara non tira in porta per tutto il primo tempo. Blasi e Celik non sono migliori di Nielsen e Quintero e di questo la prestazione della squadra ne risente. Dopo aver trovato l’assetto giusto e schierato gli uomini migliori, tra quelli a disposizione, nelle tre partite precedenti, contro la Lazio un brutto passo indietro che riporta il Pescara alla prestazione contro il Torino.

2. Sergio German Romero
Il portiere della Sampdoria con un errore clamoroso regala la prima vittoria del campionato al Chievo. Un portiere molto sopravvalutato che già lo scorso anno regalò molti punti agli avversari della Sampdoria, da ricordare il pallone a Immobile nella partita che valse la promozione matematica in serie A per il Pescara. Ci si chiede perché rivolgersi al mercato estero per comprare calciatori così scarsi tecnicamente.

3. Cesare Prandelli
Per il doppio impegno contro Armenia e Danimarca, certo non le peggiori avversarie che potessero capitare all’Italia, Prandelli convoca ventisette calciatori. Convocazioni a dir poco bizzarre. A parte la presenza di due panchinari ormai stabili nelle rispettive squadre come Giaccherini della Juventus e Abate del Milan, convoca anche panchinari quasi stabili come Giovinco. Insiste su Balotelli che ha giocato poche partite anche nel City e, forse per rimediare a una palese disparità di trattamento, richiama anche Criscito. Inspiegabile infine la convocazione di quattro portieri. Il Prandelli di questo secondo ciclo non sembra essere all’altezza del compito che gli è stato affidato.

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