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Khvicha Kvaratskhelia: dribbling, gol e sogni

Il Napoli può, orgogliosamente, sentire di appartenere al gruppo ristretto delle squadre più forti grazie all’astro nascente del calcio mondiale: Khvicha Kvaratskhelia.

Il ragazzo georgiano di ventidue anni ha impiegato pochi mesi per entrare nel cuore di ogni appassionato di calcio. Lo ha fatto come solo i campioni assoluti sanno fare: con la semplicità e l’efficacia delle sue giocate.

Dribbling, gol e poesia.

Caracollando punta la porta avversaria così come un cavaliere senza paura attacca il maniero per liberare la sua principessa. Il fermo immagine del gol contro l’Atalanta lo ritrae tra sette calciatori avversari e il portiere. Otto contro uno. Nemmeno nei sogni di bambino, nemmeno quando si gioca sulla spiaggia si fa otto contro uno.

Calzettoni abbassati a mostrare, senza paura, i polpacci all’avversario, ha una facilità nel saltare gli avversari che lo accomuna ai più grandi attaccanti della storia del calcio mondiale. George Best su tutti. Segna e fa segnare i suoi compagni di squadra. È umile.

Per quello che ha fatto vedere nel suo primo anno in Italia, sembra non avere difetti, soprattutto sembra non avere limiti.

Nell’anno che consacrerà il Napoli campione d’Italia per la terza volta nella sua storia, il ragazzo di Tbilisi, Khvicha Kvaratskhelia, si è conquistato di diritto un post nel pantheon del calcio mondiale.

Speriamo che il presidente Aurelio De Laurentiis resista al canto delle sirene che già s’ode nella baia di fronte a Napoli. Speriamo che Kvara si faccia legare ai pali delle porte dello stadio Diego Armando Maradona e che resista anche lui al dolce richiamo delle sirene straniere.

Resti a Napoli e porti a Napoli, con l’aiuto dei suoi compagni, la Coppa dalle grandi orecchie.

Si può fare. Se non ora, quando?

La visita di Ventura e i nuovi acquisti

In attesa della ripresa dell’attività agonistica, il Pescara è l’unica squadra di serie A che non gioca una partita ufficiale dallo scorso anno, è arrivato in riva all’Adriatico il commissario tecnico Gian Piero Ventura che ha assistito ad un allenamento dei ragazzi di Massimo Oddo. In un momento molto critico del campionato la visita del Commissario tecnico della nazionale italiana solleva e distrae dai problemi che la squadra incontra in campionato. Ventura è venuto a visionare i calciatori già chiamati per uno stage e, nelle poche parole che pronunciato pubblicamente, ha detto che il Pescara con i nuovi acquisti può trovare la strada della salvezza.

Nei piedi di Alberto Gilardino i gol per restare in serie A?
Certo Ventura non è un profeta, ma in un tempo in cui in pochi continuano a credere nella salvezza, le parole dell’allenatore degli allenatori italiani, sono musica per le orecchie di Massimo Oddo.
Ci si mette anche la cattiva sorte che continua a tenere lontana la fortuna dal Pescara, si è infortunato anche il nuovo arrivato Cesare Bovo al quale si sono aggiunti Campagnaro, Vitturini e Zampano, e questa è davvero una brutta notizia. Ci si aspetta molto da Bovo e invece l’esordio in maglia biancazzurra è rimandato: quindici giorni di stop per valutare successivamente le condizioni della caviglia. In compenso sono abili e arruolati Stendardo e Gilardino che dovrebbero far parte dell’undici titolare che affronterà il Napoli al San Paolo.

Sarri e Insigne sulla strada le Pescara
Trasferta, quest’ultima, quasi proibitiva che rischia di allungare la serie di partite senza vittorie. Il Napoli gioca un gran calcio e, soprattutto, segna molto. Sarà una prova molto impegnativa per i nuovi arrivati che dovranno dimostrare fin da domenica qual è il contributo che possono dare a questa squadra. Ha detto Gilardino che bisogna pensare partita dopo partita e non guardare ad altro. E che così sia allora. Concentriamoci su Napoli-Pescara e aspettiamo gli eventi.

Buon calcio a tutti.

Il gioco c’è, i gol e i punti arriveranno?

Le prime due partite del campionato di serie A del Pescara testimoniano di una squadra che gioca un gran calcio e che gode di un’ottima forma fisica. Un collettivo in cui tutti sono utili e che non oscura i talenti. Napoli e Sassuolo, due tra le migliori squadre del campionato, non solo non sono state superiori al Pescara, ma per lunghi tratti delle partite, i biancazzurri hanno espresso un calcio migliore.
Il punto debole della squadra, almeno fino ad oggi, è il seguente. Alla gran mole di gioco che è capace di sviluppare non corrisponde un altrettanto efficacia in termini realizzativi e, di conseguenza, di risultati. Ovvero sia il Napoli quanto il Sassuolo hanno capitalizzato di più e meglio ciò che hanno costruito e al netto della vittoria a tavolino i biancazzurri hanno raccolto un punto su sei.

Il giudizio sul mercato
Si è, finalmente, concluso il mercato estivo. La società ha effettuato molte operazioni, sia in entrata sia in uscita. La cessione più dolorosa, quanto inevitabile, è stata quella di Gianluca Lapadula. L’acquisto migliore quello di Valerio Verre.
La rosa allestita ha nel centrocampo il reparto con più possibilità di scelta e con gli uomini, qualitativamente, migliori. Il reparto difensivo è di buon livello e se le condizioni fisiche di Campagnaro e Coda saranno buone, garantisce affidabilità. Il reparto offensivo è quello più problematico, sia da un punto di vista numerico sia rispetto all’affidabilità. Sono poche le alternative a disposizione di Oddo e i nuovi arrivati sono tutti da scoprire al livello della serie A.
L’allenatore campione del mondo ha dichiarato che è soddisfatto del mercato e che il “problema” della punta, che in tanti hanno sollevato, non esiste.
Non condivido questa analisi, ma mi fido di Massimo Oddo, se dice che la rosa è buona per affrontare il campionato e centrare gli obiettivi prefissati, gli credo.
Non resta dunque che approfittare della sosta per favore l’inserimento degli ultimi arrivati e aspettare domenica 11 settembre e l’Inter dei cinesi.

Buon calcio a tutti.

Viaggio o miraggio?

Il Pescara conquista il suo primo punto nel campionato di serie A contro un Napoli che è sembrato ancora in rodaggio. Un primo tempo dominato dai biancazzurri che avrebbero potuto chiudere con un vantaggio più largo se i partenopei non avessero avuto in porta un “mostro” di bravura come Pepe Reina. Nel secondo tempo i tre cambi effettuati da Sarri, la condizione fisica non ancora ottimale e due errori difensivi consentono al Napoli di agguantare un pareggio che tiene sotto traccia mugugni e problemi che si sono appalesati nella partita d’esordio.

Massimo Oddo il valore aggiunto del Pescara
Il Pescara si presenta dunque nel migliori dei modi in serie A con un collettivo che è già più di una speranza per raggiungere “Quota 40”. Un gioco di squadra che viene da lontano e che, con un Brugman in più nel motore, potrebbe diventare ancor più letale per gli avversari. Il pezzo forte della squadra è però il suo allenatore: Massimo Oddo. Preparato, serio, solare. Un vero piacere averlo come interlocutore, un vero piacere poter assistere alla sua crescita professionale. Se la società gli completa la rosa, così come sta facendo, il suo Pescara potrebbe anche essere la rivelazione del campionato.

Fari puntati sul Sassuolo di Eusebio Di Francesco
Non è tempo però per adagiarsi sui primi allori, domenica si gioca contro una squadra molto forte e, per certi versi, più temibile degli azzurri partenopei. Il Sassuolo del “nostro” Eusebio Di Francesco è infatti una delle squadre più in forma del momento con un Berardi in gran spolvero che vuole dimostrare a tutti che la scelta di restare con i neroverdi è stata la migliore possibile per la sua carriera.
Un banco di prova severo per il Pescara. Una partita tutta da seguire, tra due squadre che fanno dell’organizzazione di gioco la loro arma migliore. Oddo contro Di Francesco, Pescara contro Sassuolo, chi vincerà?

Buon calcio a tutti.

Pescara-Napoli_21 agosto 2016

Pescara-Napoli_Foto della settimana_11

Alla felicità dei calciatori del Pescara fa da contrappunto la faccia triste della panchina del Napoli.

Sin nueve?

Non sembri provocatorio, ma se non dovesse arrivare l’attaccante, o gli attaccanti, che la società ha promesso a Massimo Oddo, si potrebbe ipotizzare per il prossimo futuro dei biancazzurri un nuovo modulo di gioco: sin nueve.
Ebbene si, dopo il falso nueve ci potrebbe essere il modulo che non prevede l’attaccante centrale, sin nueve, appunto.
Oddo del resto ha già dimostrato la sua duttilità tattica, adeguando il suo modo di giocare al materiale umano che ha avuto a disposizione in questo primo anno nel professionismo.
Il mercato chiude i battenti il 31 di agosto e dunque c’è la possibilità che il puzzle si completi e tutto rientri nella norma, ma ad oggi, la rosa della squadra messa a disposizione di Massimo Oddo non è completa. Non lo è in attacco così come non lo è in difesa. Occorrono un altro centrale difensivo e almeno un’altra punta. Diverso è il discorso per il centrocampo. Dovesse restare in biancazzurro Verre, il reparto, per il secondo anno consecutivo, potrebbe essere il punto di forza della squadra.

Contro il Napoli il debutto in serie A
Sarà la squadra dell’ex Lorenzo Insigne ad accogliere in serie A il Pescara. Una sfida difficile per i biancazzurri che incontrano all’Adriatico una squadra che viene da un buon precampionato e si annuncia in forma smagliante. Una sfida impegnativa contro i ragazzi allenati da un altro ex, Maurizio Sarri, che darà, fin dalla prima giornata, indicazioni concrete sul reale valore della compagine del presidente Daniele Sebastiani.
Sarà interessante vedere l’impatto con la serie A dei giovani allenati da Massimo Oddo. Capire se Caprari può incidere positivamente anche nella massima serie. Se Zampano, Verre e Memushaj sapranno ripetere il campionato dello scorso anno. Se Brugman è tornato ad essere il piccolo gioiello ammirato due anni fa in riva all’Adriatico: Soprattutto se Massimo Oddo saprà continuare ad essere il condottiero lucido e, allo stesso, imprevedibile che ha condotto i biancazzurri in serie A.
In attesa di conoscere le risposte alle prime domande dell’anno, godiamoci, godetevi, la serie A. Il Pescara è tra le prime venti società di calcio d’Italia. Un grande risultato ottenuto sul campo, l’unica cosa che conti davvero.

Buon calcio a tutti.

Il Pescara di Massimo Oddo promosso in serie A

Serie A doveva essere e serie A è stata. E dunque dopo un anno dalla traversa di Bologna che negò al Campione del Mondo, Massimo Oddo, la gioia della serie A da una terra bella e profumata come la Sicilia arriva la notizia che tutti i tifosi del Pescara
attendevano: il prossimo anno si giocherà di domenica.
E si, il posto per i biancazzurri non è più tra i cadetti ma tra i grandi del calcio. Il calcio che conta. Quello che muove tanti soldi e che fa tremare le vene dei polsi.
La Juventus di Max Allegri, il Napoli di Lorenzo insigne, Il Sassuolo di Eusebio Di Francesco, e poi ancora la Roma, l’Inter, il Milan, la Fiorentina. Ci sarà da divertirsi. Da soffrire e da gioire.

Un grande gruppo con un allenatore super
Quando all’inizio del campionato il Pescara si è presentato ai nastri di partenza con una squadra molto rinnovata e un allenatore esordiente in molti hanno avuto da ridire sia in merito alla rosa sia in merito all’allenatore. Noi di Calcio Totale, dopo aver seguito tutta la preparazione estiva a Pizzoferrato, ci siamo espressi fin dalla prima partita, dopo la sconfitta di Livorno. Abbiamo sempre sostenuto, ci sono le registrazioni delle puntate a testimoniarlo, che la squadra era ottima e che l’allenatore era la persona giusta al momento giusto. Così come in questi giorni di play off non abbiamo amai avuto nessun dubbio: sarà serie A. E serie A è stata.

Massimo Oddo, il fuoriclasse del Pescara
Avremo modo di analizzare meglio e più in profondità le ragioni di questa bella affermazione del Pescara e di attribuire a i protagonisti i giusti riconoscimenti. Cominciando, ovviamente dal presidente, Daniele Sebastiani. Ma ora e qui voglio parlare di Massimo Oddo. È stato lui il valore aggiunto del Pescara dimostrando per tutto il campionato di essere uno dei miglior tecnici in circolazione. Già oggi, infatti, possiamo considerarlo come una perla che il Pescara ha saputo coltivare.
Ma aldilà e al di sopra del suo valore tecnico, che è come si usa dire in gergo calcistico “tanta roba”, è la cifra umana la qualità che lo aiuterà diventare un numero uno. L’abbraccio a Serse Cosmi a fine partita, ovvero l’abbraccio allo sconfitto è, per quello che mi riguarda, la fotografia più bella di tutto il campionato. Solo per questo merita un 10 pieno e un grazie, per la bellezza e l’umanità di quel gesto.

Buon calcio a tutti.

«Stultum est dicere: putabam»

A Napoli i tifosi delle due curve battono ritmicamente le mani. Si sentono con chiarezza i cori e la voce dei tifosi. Un tifo incessante che dura per tutti i novanta minuti della partita anche se il Napoli gioca contro l’ultima in classifica. La pressione è tanta per i protagonisti in campo. Una pressione che nasce dalla passione senza se e senza ma dei tifosi partenopei. Vale per la squadra in generale e vale, a maggior ragione, per i singoli protagonisti. Più è alta la considerazione che si ha del singolo calciatore più è alta l’attenzione. E il livello della considerazione è evidente fin dall’annuncio ufficiale delle formazioni. La voce dell’altoparlante annuncia: «Con il numero ventiquattro…Lo-ren-zo…», e il pubblico all’unisono risponde con la stessa cadenza «In-si-gne». Mi piace pensare che Pier Paolo Pasolini abbia scritto del calcio come ultima rappresentazione sacra della nostra società assistendo proprio a una partita del Napoli.
Poi inizia la partita e il sogno di bambino legato alla coreografia del tifo, ai cori, ai colori, al profumo dell’erba, che solo uno stadio di calcio sa trasmettere svanisce in quindici minuti. Il tempo necessario al Napoli di Hamsik e Cavani di segnare due gol, sfiorandone altrettanti. Svanisce il sogno perché per quanto ci si sforzi di vedere dei piccoli, ma non significativi, miglioramenti nel gioco della squadra adriatica, non si può continuare a sognare se la squadra perde sempre. Il Napoli è di un’altra categoria rispetto al Pescara e nessuno può metterlo in dubbio, ma alla fine della partita il risultato è, ancora una volta, impietoso: 5-1. E ancora una volta, come è già successo per la partita contro la Roma, in tanti evidenziano più i segnali positivi della squadra che gli aspetti negativi. Inizia la gara dei “se” e dei “ma”. Se il Pescara fosse rimasto in undici contro undici. Se fosse stato assegnato il rigore. Se Vukusic avesse sfruttato bene l’occasione che gli è capitata tra i piedi sul 2-1.
Al liceo avevo un professore di italiano e latino molto bravo e temuto da tutti i suoi studenti. Ho tanti ricordi e aneddoti legati alle sue “mitiche” interrogazioni, ma ce n’è uno che più di tutti mi è rimasto impresso. Quando qualche studente era impreparato e voleva giustificarsi adducendo improbabili cause lui, il professore, abbassava gli occhi sul registro e in maniera molto evidente faceva capire che stava scrivendo due nella casella corrispondente all’impreparato di turno. Poi alzava gli occhi dal registro, toglieva gli occhiali e si sedeva sulla scrivania. Questa pantomima durava pochi secondi che per noi duravano un’eternità. Poi schiariva la voce e proferiva in latino: «Stultum est dicere: putabam». Da quel momento in poi il silenzio regnava sovrano nella classe per interrompersi solo al suono della campanella che segnalava il cambio dell’ora. Se il mio professore di italiano e latino fosse qui ad ascoltare le giustificazioni pronunciate dopo queste ultime due partite disputate dal Pescara, e che accomunano molti sotto il cielo biancazzurro, sono certo pronuncerebbe lo stesso, identico, ammonimento.
Infine, last but not least direbbero a Londra, una breve, brevissima, considerazione su Lorenzo “il primo violino” Insigne.
Non è più il calciatore che “spacca” le partite. Pur disputando una buona gara, ha messo il piede in tre dei cinque gol del Napoli, sembra aver perso il guizzo che gli faceva intuire l’azione qualche frazione di secondo prima degli avversari. Svolge il compitino che gli ha assegnato il suo nuovo allenatore. Non cerca più la giocate e il gol, ma è costretto ad essere il portatore d’acqua di Cavani. Se qualcuno può togliesse Insigne dalle cure di Mazzarri e lo restituisse al calcio italiano.

Praeiudicium

L’accoglienza riservata a Cristiano Bergodi da parte dell’ambiente sportivo di Pescara, tifosi e addetti ai lavori, non è stata tiepida o addirittura ostile come lo fu per Giovannino Stroppa. È stata certamente una buona accoglienza.
I tifosi, da sempre la componente più esigente della vasta platea che segue il calcio, sono in verità divisi a metà. C’è chi sostiene che la “pescaresità” acquisita di Bergodi sia un elemento importante, se non determinate, per il buon esito della sua missione. Altri invece pensano che non abbia sufficiente esperienza o che comunque non sia la persona giusta per poter raggiungere l’obiettivo prefissato della salvezza.
Gli addetti ai lavori (quasi tutti) si sono schierati, decantandone le doti fin dal primo incontro, con il nuovo tecnico non risparmiando le ultime punture di veleno per il bassaiolo di Mulazzano.
Siamo dunque in presenza di un evidente pregiudizio da parte di molti, sia nel caso di Bergodi sia nel caso di Giovannino Stroppa.
Nel caso di Stroppa è parso evidente fin dalla conferenza stampa di presentazione che il clima per lui sarebbe stato difficile se non ostile. Il suo «dimenticare Zeman», pronunciato ingenuamente dal tecnico lombardo nel giorno del battesimo pescarese, è diventato un tormentone che non lo ha abbandonato fino al giorno delle sue dimissioni.
Bergodi invece non ha avuto bisogno di presentazioni particolari, lui è di casa a Pescara e conosce personalmente quasi tutti gli addetti ai lavori. Pur essendo anche lui, proprio come il suo predecessore, esordiente in serie A non ha subito il fuoco incrociato delle domande sull’inesperienza, anzi questo argomento non è stato affrontato come se l’esperienza maturata in Romania potesse colmare la mancanza di panchine in serie A. Anche l’esordio negativo, certamente dal punto di vista del risultato maturato in campo, contro la Roma non ha avuto riscontro sulle narrazioni lette nei giorni successivi. Al contrario, leggendo le cronache e i commenti post partita si ha l’impressione che il malato sia sulla strada della guarigione. Poco importa se il Pescara non ha mai tirato in porta e non ha costruito nessuna azione davvero pericolosa per la porta difesa da Goicoechea e che la Roma, come l’Inter, l’Atalanta, la Lazio, La Juventus e perfino il Parma, sembrava stesse facendo poco più che un allenamento infrasettimanale.
Praeiudicium, appunto.
Ognuno vede ciò che vuol vedere, ma soprattutto prevede ciò che vuol prevedere. Si è messo in risalto la parte finale della partita, l’ultima frazione di gioco in cui, ai più, è sembrato che la squadra biancazzurra potesse davvero pareggiare la partita.
Più realisti del re.
E invece con molta sincerità il neo allenatore del Pescara nelle dichiarazioni post partita ha ammesso che c’è molto da lavorare e che la squadra è mancata soprattutto in fase d’impostazione non costruendo nessuna palla gol.
Certo Bergodi non poteva fare molto in quattro giorni. È ripartito dal 5-3-2 di Stroppa spostando in avanti il prezzo pregiato della squadra, Quintero. L’esperimento non ha dato un esito positivo perché il giovane colombiano è stato una delle delusioni di giornata. Con lui Perin che, pur salvando la porta del Pescara in almeno due occasioni su Mattia Destro, ha la responsabilità del gol che ha consentito alla Roma di portare a casa l’intero bottino.
Cristiano Bergodi sa che non ha molto tempo per capire la qualità degli uomini che ha a disposizione e che il mercato di gennaio, purtroppo, non è vicino. Vedremo già dalla prossima partita, a Napoli contro l’ex Insigne, se sarà capace d’invertire la rotta e condurre il Pescara verso porti più sicuri.

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