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Pescara-Bologna_5 giugno 2015

40_La Foto della settimana

Massimo Oddo, con lui in panchina il Pescara “accarezza” la serie A

Una festa per il calcio

La sfida tra Vicenza e Pescara ha nobilitato il calcio. A prescindere dalla qualità del gioco espresso dalle due squadre in campo e dal risultato. Due tifoserie gemellate da sempre che hanno affrontato la sfida all’insegna dell’amicizia e del rispetto reciproco. Dovrebbe essere sempre così. Tifosi sottobraccio dentro e fuori lo stadio e vinca il migliore. Si dovrebbe lavorare tutti insieme per far si che questa diventi la regola e non l’eccezione.

Un buon Pescara non riesce a chiudere la partita nel primo tempo
L’assenza di Torreira e di Brugman pesa sull’economia del gioco dei biancazzurri che, nonostante un buon primo tempo, non riescono a giocare con continuità e dunque a chiudere la partita già nella prima fazione di gioco. Quando, finalmente, Oddo fa entrare l’uruguagio il Pescara comincia a far girare il pallone e a creare occasioni da gol. In fondo il gioco del calcio è semplice: gioca al calcio chi al calcio sa giocare. Brugman entra al 12 minuto del secondo tempo e la partita cambia. Il Pescara sale in cattedra e grazie alle sue geometrie la legge del più forte ha la meglio. Con Gaston in campo il Pescara ha una sua logica, non è più ripiegato su se stesso e può distendersi e far valere la classe e il valore dei suoi giocatori.

Passa la più forte, ma onore al Vicenza di Pasquale Marino
Si soffre fino al minuto novantaquattro, ma in finale arriva la squadra più forte, quella con la rosa migliore. Sul campo, a Vicenza, finisce 2-2, e forse è giusto così anche se il Pescara avrebbe meritato la vittoria al Romeo Menti.
Adesso tocca al Bologna dell’ex Delio Rossi. Mancano due partite per raggiungere un traguardo che con Baroni sarebbe stato impossibile da raggiungere, mancano due partite per raggiungere un sogno. A questo punto bisogna crederci fino in fondo e provare a vincere la doppia sfida contro i felsinei.
L’ultimo pensiero e ancora per i tifosi delle due squadre. Al triplice fischio finale applausi per tutti, questo è il calcio che ci piace. Questo è il calcio che riporta gli adulti e i bambini allo stadio. Attraverso questa strada il calcio si può salvare e tornare ad essere ciò che è sempre stato per milioni di italiani: uno svago e un divertimento.
Onore dunque al Vicenza di Pasquale Marino, ma forza Pescara.
Buon campionato a tutti.

Politano e Bjarnason su tutti. Brugman entra e cambia la partita.

7 Politano 7,5

8 Bjarnason 7,5

16 Brugman 7,16

15 Salamon 7

9 Melchiorri 7

6 Fornasier 6,83

24 Selasi 6,66

1 Fiorillo 6,5

32 Memushaj 6,5

11 Zampano 6,16

2 Pucino 6,33

42 Sansovini 6,33

25 Pasquato 6

10 Caprari 6

Massimo Oddo 7,5

Vicenza-Pescara_2 giugno 2015

La Foto della settimana

Un omaggio a Birkir Bjarnason, autentico protagonista della stagione del Pescara. A Vicenza ha segnato la rete del momentaneo vantaggio.

Tutti bravi, Politano e Bjarnason hanno qualcosa in più

Le pagelle di Perugia-Pescara

7 Politano 7,3

8 Bjarnason 7,3

15 Salamon 7

45 Torreira 7

9 Melchiorri 7

16 Brugman 6,8

1 Fiorillo 6,8

6 Fornasier 6,8

32 Memushaj 6,5

11 Zampano 6,5

2 Pucino 6

25 Pasquato 6

17 Abecasis sv

13 Zuparic sv

Massimo Oddo 7,5

Perugia-Pescara_26 maggio 2015

Matteo Politano, uno dei migliori biancazzurrri della stagione, ancora una volta decisivo. Un gol e il rigore procurato e poi trasformato da Bjarnason.

Un Pescara forte e a tratti anche bello vince a Perugia la prima sfida dei play off e conquista la semifinale contro il Vicenza dell’ex Pasquale Marino

La prova generale c’era stata contro il Livorno, annichilito sul piano della determinazione e da un punto di vista tattico. La controprova a Perugia, vittoria in rimonta e passaggio del turno con pochi affanni. Aveva ragione Massimo Oddo, e con lui anche molti tifosi e addetti ai lavori, il Pescara è forte e può battere chiunque.
Se, nella doppia sfida contro il Vicenza, ci dovesse essere anche la terza conferma, potremmo archiviare, definitivamente, il recente passato e pensare solo al futuro.
Massimo Oddo ha vinto dunque la seconda partita consecutiva alla guida dei biancazzurri. Cinque gol realizzati e uno subito. Livorno e Perugia sono ormai alle sue spalle. Adesso tocca al Vicenza dell’ex Pasquale Marino.

Autostima e voglia di vincere
La squadra schierata a Perugia dall’allenatore già campione del mondo a Berlino, è stata una squadra con piena consapevolezza dei propri mezzi e coraggio. Tanto coraggio. Superati quindi due dei limiti che frenavano la squadra e che proprio Oddo aveva sottolineato il giorno della sua presentazione. Non più dunque basso profilo e discussioni su psicologia, ma scelte coraggiose. Non più richieste continue di calciatori per migliorare la qualità della rosa, ma valorizzazione di ciò che già c’è, che è, a detta di molti, il meglio che c’è in giro.

Difesa alta e qualità a centrocampo, la mano di Oddo c’è e si vede
La bella vittoria contro il Perugia ha evidenziato due aspetti, il primo tattico e il secondo tecnico, rilevanti dal mio punto di vista. La difesa alta e dunque la squadra molto corta e raccolta in pochi metri, che ha visto giganteggiare ancora una volta Salamon, e l’utilizzo contestuale di Torreira e Brugman. In particolare il cambio in corsa tra Memushaj e Brugman, oltre ad aver dato una svolta determinate alla partita, l’uruguagio è entrato subito in partita ed è stato utile in fase di possesso e non possesso, ha messo in evidenza la capacità di Oddo di saper leggere la partita, dote importante per ogni allenatore. Così come è da elogiare il suo pragmatismo quando ha indicato le caratteristiche del rigorista.
«Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia…» è sempre Francesco De Gregori che canta, l’interprete per una sera è stato un ragazzo venuto dal nord che non comprendeva la parola “ampiezza”, ma che sa giocare al calcio. Il suo nome è Birkir Bjarnason.
Buon campionato a tutti.

«Non c’era da pensarci, come se mi avessero chiamato per giocare una finale e non c’è cosa più bella di giocare una finale»

L’editoriale della scorsa settimana terminava con «Due gare per dirsi addio» riferito all’allenatore di Firenze e invece ne è bastata una. Una sola, quella giocata contro il già retrocesso Varese che schierava in campo molti calciatori della squadra primavera. Meglio così, ne parleremo, forse, nelle prossime puntate. Adesso ci si concentri sulla prima delle finali play off che attendono i biancazzurri di Massimo Oddo. «Non c’era da pensarci, come se mi avessero chiamato per giocare una finale e non c’è cosa più bella di giocare una finale», sono queste le prime parole del neo allenatore biancazzurro che segnano una linea immaginaria che separa, in maniera inequivocabile, l’Arno dal Pescara.

«È mancata consapevolezza nei propri mezzi e coraggio»
Una dichiarazione che mette di buon umore perché trasmette positività e voglia di vincere. Componenti essenziali per competere, ma anche per divertire e far ritornare i tifosi allo stadio.
Sembra avere le idee chiare Massimo Oddo soprattutto quando afferma che a questa squadra siano mancate consapevolezza nei propri mezzi e coraggio. Caratteristiche che ogni calciatore dovrebbe avere, ma che certamente l’allenatore deve infondere ai propri ragazzi. Soprattutto la consapevolezza nei propri mezzi che viene, certamente, alimentata dai risultati, dalla qualità del gioco e dalle certezze che l’allenatore deve saper trasmettere a un calciatore.

«Sono molto fiducioso perché credo che questa sia una squadra molto forte»
Sono trascorsi pochi giorni dalla incredibile partita partita di Varese, ma sembra sia passata un’intera stagione. La vitalità, la spensieratezza e, perché no, la “pescaresità” di Massimo Oddo hanno saputo creare una nuova e positiva atmosfera pre gara, esponendosi in prima persona, soprattutto nel giudizio sulla squadra. «Sono molto fiducioso perché credo che questa sia una squadra molto forte» e non frasi di circostanza. Un giudizio che è anche una pietra tombale sul passato recente.
Contro il Livorno c’è solo un risultato utile,come per una finale. Massimo Oddo nella sua precedente carriera ha vinto la finale più importante al mondo che un calciatore possa giocare. Non può, in questo senso, temere il Livorno e non lo teme. Adesso tocca ai calciatori, oltre al coraggio occorre altro.
«Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia…», canta Francesco De Gregori, domani sera i tifosi del delfino biancazzurro hanno voglia di vedere queste qualità in campo. Coraggio, altruismo e fantasia, se ci saranno arriveranno anche i tre punti che separano il Pescara dai play off.
Buon campionato a tutti.

Pescara-Livorno_9 maggio 2015

Federico Melchiorri, anche contro il Perugia uno dei migliori della squadra biancazzurra.

Baroni, una caduta stile pari solo agli errori tattici compiuti dall’inizio della stagione

«Io, se mi permettete, lo scorso anno vi guardavo dall’alto in basso…», dopo queste affermazioni, fossi stato al posto del presidente Daniele Sebastiani, avrei licenziato, seduta stante, il tecnico di Firenze. Una caduta di stile che rappresenta e svela i pensieri più reconditi di un uomo che fino a ieri aveva mostrato un altro volto, un’altra cultura, un altro modo di essere.
Non si parla qui dell’allenatore e delle sue capacità tecniche, ognuno è in grado di esprimere il proprio giudizio dopo aver visto la sua squadra giocare per un intero campionato, ma si parla della persona umana.
Un’affermazione improvvida sbagliata nei modi, nei tempi e nei contenuti. Un’affermazione che segna una distanza che non potrà mai essere colmata tra l’allenatore di Firenze e chiunque abbia in qualche modo a cuore le sorti della Pescara calcio e non solo. Tifosi, società, addetti ai lavori, semplici cittadini.

Si alzano polveroni quando non si è in grado di giustificare il proprio operato
Contro il Perugia, il tecnico di Firenze, schiera l’ennesima, bizzarra, formazione di una stagione che sarà ricordata, indipendentemente dal suo epilogo, per l’incapacità di saper valutare gli uomini a disposizione e scegliere sempre la migliore formazione possibile. Una partita, quella contro il Perugia, che nonostante il Pescara stesse conducendo per due a zero e in superiorità numerica non è riuscita a vincere. Prima in undici contro dieci e successivamente in undici contro nove il Pescara del tecnico di Firenze non ha saputo “chiudere” la partita così come successe nella gara di andata, quando riacciuffò il pareggio nell’ultimo secondo di gioco disponibile dopo avere giocato per gran parte della gara in superiorità numerica.

Due gare per dirsi addio
Nel frattempo il campionato giunge al capolinea, mancano due partite alla conclusione, Varese e Livorno, e il Pescara potrebbe raggiungere il traguardo dei play off. Basta aspettare pochi giorni, sette per la precisione, e poi potremo fare un bilancio definitivo anche da un punto di vista statistico di questo, incolore, campionato di serie B. Per misurare invece l’indice di gradimento non c’è bisogno di aspettare altri sette giorni. Il bilancio è in rosso e le dichiarazioni del tecnico di Firenze contribuiscono, in modo determinate, a renderlo ancor più negativo.
Buon campionato a tutti.

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