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Il Pescara di Massimo Oddo promosso in serie A

Serie A doveva essere e serie A è stata. E dunque dopo un anno dalla traversa di Bologna che negò al Campione del Mondo, Massimo Oddo, la gioia della serie A da una terra bella e profumata come la Sicilia arriva la notizia che tutti i tifosi del Pescara
attendevano: il prossimo anno si giocherà di domenica.
E si, il posto per i biancazzurri non è più tra i cadetti ma tra i grandi del calcio. Il calcio che conta. Quello che muove tanti soldi e che fa tremare le vene dei polsi.
La Juventus di Max Allegri, il Napoli di Lorenzo insigne, Il Sassuolo di Eusebio Di Francesco, e poi ancora la Roma, l’Inter, il Milan, la Fiorentina. Ci sarà da divertirsi. Da soffrire e da gioire.

Un grande gruppo con un allenatore super
Quando all’inizio del campionato il Pescara si è presentato ai nastri di partenza con una squadra molto rinnovata e un allenatore esordiente in molti hanno avuto da ridire sia in merito alla rosa sia in merito all’allenatore. Noi di Calcio Totale, dopo aver seguito tutta la preparazione estiva a Pizzoferrato, ci siamo espressi fin dalla prima partita, dopo la sconfitta di Livorno. Abbiamo sempre sostenuto, ci sono le registrazioni delle puntate a testimoniarlo, che la squadra era ottima e che l’allenatore era la persona giusta al momento giusto. Così come in questi giorni di play off non abbiamo amai avuto nessun dubbio: sarà serie A. E serie A è stata.

Massimo Oddo, il fuoriclasse del Pescara
Avremo modo di analizzare meglio e più in profondità le ragioni di questa bella affermazione del Pescara e di attribuire a i protagonisti i giusti riconoscimenti. Cominciando, ovviamente dal presidente, Daniele Sebastiani. Ma ora e qui voglio parlare di Massimo Oddo. È stato lui il valore aggiunto del Pescara dimostrando per tutto il campionato di essere uno dei miglior tecnici in circolazione. Già oggi, infatti, possiamo considerarlo come una perla che il Pescara ha saputo coltivare.
Ma aldilà e al di sopra del suo valore tecnico, che è come si usa dire in gergo calcistico “tanta roba”, è la cifra umana la qualità che lo aiuterà diventare un numero uno. L’abbraccio a Serse Cosmi a fine partita, ovvero l’abbraccio allo sconfitto è, per quello che mi riguarda, la fotografia più bella di tutto il campionato. Solo per questo merita un 10 pieno e un grazie, per la bellezza e l’umanità di quel gesto.

Buon calcio a tutti.

«Non c’era da pensarci, come se mi avessero chiamato per giocare una finale e non c’è cosa più bella di giocare una finale»

L’editoriale della scorsa settimana terminava con «Due gare per dirsi addio» riferito all’allenatore di Firenze e invece ne è bastata una. Una sola, quella giocata contro il già retrocesso Varese che schierava in campo molti calciatori della squadra primavera. Meglio così, ne parleremo, forse, nelle prossime puntate. Adesso ci si concentri sulla prima delle finali play off che attendono i biancazzurri di Massimo Oddo. «Non c’era da pensarci, come se mi avessero chiamato per giocare una finale e non c’è cosa più bella di giocare una finale», sono queste le prime parole del neo allenatore biancazzurro che segnano una linea immaginaria che separa, in maniera inequivocabile, l’Arno dal Pescara.

«È mancata consapevolezza nei propri mezzi e coraggio»
Una dichiarazione che mette di buon umore perché trasmette positività e voglia di vincere. Componenti essenziali per competere, ma anche per divertire e far ritornare i tifosi allo stadio.
Sembra avere le idee chiare Massimo Oddo soprattutto quando afferma che a questa squadra siano mancate consapevolezza nei propri mezzi e coraggio. Caratteristiche che ogni calciatore dovrebbe avere, ma che certamente l’allenatore deve infondere ai propri ragazzi. Soprattutto la consapevolezza nei propri mezzi che viene, certamente, alimentata dai risultati, dalla qualità del gioco e dalle certezze che l’allenatore deve saper trasmettere a un calciatore.

«Sono molto fiducioso perché credo che questa sia una squadra molto forte»
Sono trascorsi pochi giorni dalla incredibile partita partita di Varese, ma sembra sia passata un’intera stagione. La vitalità, la spensieratezza e, perché no, la “pescaresità” di Massimo Oddo hanno saputo creare una nuova e positiva atmosfera pre gara, esponendosi in prima persona, soprattutto nel giudizio sulla squadra. «Sono molto fiducioso perché credo che questa sia una squadra molto forte» e non frasi di circostanza. Un giudizio che è anche una pietra tombale sul passato recente.
Contro il Livorno c’è solo un risultato utile,come per una finale. Massimo Oddo nella sua precedente carriera ha vinto la finale più importante al mondo che un calciatore possa giocare. Non può, in questo senso, temere il Livorno e non lo teme. Adesso tocca ai calciatori, oltre al coraggio occorre altro.
«Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia…», canta Francesco De Gregori, domani sera i tifosi del delfino biancazzurro hanno voglia di vedere queste qualità in campo. Coraggio, altruismo e fantasia, se ci saranno arriveranno anche i tre punti che separano il Pescara dai play off.
Buon campionato a tutti.

A Bologna per la serie A

Tutti aspettavano le scelte di Giovanni Stroppa e le scelte ci sono state. Non sono arrivati i primi punti del campionato ma, al contrario, è giunta la terza sconfitta consecutiva, con tre reti al passivo.
Stroppa ha schierato una squadra con quattro difensori in linea, due mediani in mezzo al campo, due esterni larghi sulle fasce, un trequartista e una punta centrale. Un modulo ampiamente annunciato in settimana, così come erano stati annunciati gli uomini che hanno giocato e perso la sfida contro la pragmatica Sampdoria di Ciro Ferrara.
Abbiamo, dunque, visto all’opera la squadra che ha in mente Stroppa che ha tradito, solo in parte, le aspettative. L’andamento della partita infatti ha detto che il Pescara è stato superiore in tutto alla Sampdoria tranne che per il particolare più importante, l’essenza stessa del calcio: il gol.
I biancazzurri hanno avuto un possesso palla leggermente superiore alla Sampdoria (52% a 48%), hanno tirato di più in porta (15 contro 10) così come hanno giocato più palloni (566 contro 508). La supremazia territoriale vede addirittura prevalere il Pescara con 12’30’’, contro la metà del tempo 6’30’’, della squadra blucerchiata. Quando però analizziamo i dati degli attacchi diretti alla porta le cifre si capovolgono, 43,5% per il Pescara contro il 51.0% della Samp.
I problemi che la squadra ha evidenziato fino a questo momento, 3 sconfitte con 9 gol subiti e due realizzati, non risiedono dunque prevalentemente nell’assetto difensivo, ma proprio nella capacità realizzativa della squadra. Certo la difesa non è sembrata esente da responsabilità in queste prime uscite, in particolare il primo gol della Sampdoria è l’esatta fotocopia del primo gol subito contro l’Inter, ma non è in quel settore del campo che si è persa la partita di ieri. Alla squadra manca, soprattutto, la capacità di concretizzare il gioco che è in grado di esprimere. Non è una squadra con una vocazione offensiva, non lo è nei numeri e non lo è per ciò che si è visto in queste prime giornate. Se focalizziamo l’attenzione sul rendimento di due calciatori, lo scorso anno grandi protagonisti del vittorioso campionato di serie B, troviamo una prima, anche se parzialissima risposta. I calciatori sono Balzano e Cascione. Il primo, ieri schierato come esterno alto di centrocampo, pur disputando una partita molto generosa, non è in grado di offrire in quella posizione un contributo alla costruzione del gioco, tantomeno un contributo offensivo come ci si può attendere da uno dei tre di centrocampo. E Cascione, pur essendo il miglior del reparto con 15 palle recuperate e 54 passaggi riusciti, schierato in quella posizione non è in grado di offrire il contributo in fase di attacco alla porta avversaria che ci si potrebbe aspettare dalle caratteristiche del calciatore.
Siamo dunque in un “work in progress” che però che già dalla prossima partita deve riuscire a conciliare progressi, alcuni sono già evidenti, e risultato.
La prossima gara si disputerà a Bologna e quando a Pescara si dice Bologna, si dice serie A. Come dimenticare infatti i 40.000 del 1979 che accompagnarono la vittoria nello spareggio contro il Monza e la promozione in serie A? A Bologna per la serie A quindi, domenica come 33 anni fa.

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