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Brilla la stella di Brugman, sul podio Matteo Politano e Belardi

Classifica finale di rendimento

18 Brugman_6,27

7 Politano_6

25 Belardi_5,98

33 Zuparic_5,96

14 Balzano_5,94

27 Ragusa_5,9

6 Zauri_5,78

21 Schiavi_5,7

19 Maniero_5,68

22 Pelizzoli_5,6

29 Rossi_5,57

20 Nielsen_5,57

15 Bocchetti_5,54

8 Caprari_5,5

11 Cutolo_5,5

5 Capuano_5,39

18 Rizzo_5,36

28 Bovo_5,31

46 Mascara_5,29

32 Sforzini_5,27

23 Cosic_5,22


Serse Cosmi_5,3

Pasquale Marino_5,28

Il Pescara chiude il campionato con la 16ª sconfitta della stagione

I numeri, a volte, spiegano tutto
Il campionato del Pescara termina con 52 punti in 42 partite con una media di 1,23 punti a partita. Ha vinto 13 gare, altrettante ne ha pareggiate e ne ha perse 16. I gol segnati sono stati 50, mentre 53 sono quelli subiti.
Un elenco di numeri che confermano ciò che di brutto abbiamo visto durante tutto il corso della stagione. Una stagione sportiva da dimenticare al più presto, iniziata con ambizioni diverse.
Il fallimento è sotto gli occhi di tutti ed è un fallimento tecnico che chiama in causa in primo luogo i due allenatori che si sono succeduti sulla panchina adriatica, i calciatori della rosa, e infine la società che pur allestendo una squadra che ai più sembrava potesse recitare un ruolo da protagonista è, in ultima analisi, il soggetto che ha operato le scelte.

Due allenatori, due fallimenti diversi
Il bilancio dei due allenatori, anche in questo caso leggendo i numeri, che si sono alternati sulla panchina del Pescara fa pendere la bilancia leggermente in favore di Pasquale Marino. Il tecnico siciliano infatti vanta una media punti a partita di 1,307 avendo disputato 26 partite con 10 vittorie, 7 pareggi e 9 sconfitte. La media del tecnico umbro è invece di 1,125 punti a partita con 3 sole vittorie, 6 pareggi e ben 7 sconfitte.
Se non consideriamo i numeri e ci affidiamo a un giudizio tecnico per quello che abbiamo visto sul campo di gioco, la partita tra Marino e Cosmi è nettamente vinta dal siciliano. Infatti la squadra di Marino pur non brillando mai in senso assoluto ha mostrato in diversi momenti della stagione buone trame di gioco, un giro palla lento ma spesso efficace e soprattutto aveva un’identità. Viceversa con il tecnico umbro, che pure ha disputato 16 partite sulla panchina del Pescara, la squadra non ha mai avuto una identità riconoscibile, ma soprattutto non è mai riuscita ad imporre il proprio gioco.

Adesso si volta pagina
Con il campionato ormai alle spalle, tutto l’ambiente attende nuove notizie. Soprattutto c’è molta curiosità per conoscere il nome del nuovo allenatore. Si parla soprattutto del ritorno di Zdeněk Zeman e del possibile arrivo, come direttore sportivo, di Peppino Pavone che con il tecnico di Praga costruì la prima zemanlandia in terra di Capitanata. In alternativa a Zeman si sonderanno i nomi di Claudio Foscarini, allenatore del Cittadella, Massimo Drago, allenatore del Crotone e di Davide Nicola, allenatore del Livorno. Tutti questi allenatori hanno una caratteristica comune: sono costruttori di squadre che preferiscono avere il pallino del gioco anziché distruggere quello altrui: il prerequisito per diventare l’allenatore del Pescara.

Tutti senza vota. Per Serse Cosmi il voto è 4,5

Le pagelle di Pescara-Modena

Questa settimana per le pagelle di Calcio Totale tutti senza voto, ad eccezione dell’allenatore che rimedia un 4,5.

22 Pelizzoli_sv

33 Zuparic_sv

5 Capuano_sv

15 Bocchetti_sv

14 Balzano_sv

27 Ragusa_sv

46 Mascara_sv

28 Bovo_sv

29 Rossi_sv

7 Politano_sv

8 Caprari_sv

11 Cutolo_sv

45 Selasi_sv

32 Sforzini_sv

Serse Cosmi_4,5

«Grande è la confusione sotto il cielo, perciò la situazione è favorevole»

L’ennesima formazione e l’ennesima sconfitta
Siamo in periodo di elezioni e dunque per essere in totale sintonia con il tempo che viviamo mi sembra giusto citare uno dei pensieri più noti di Mao Tse-tung. Nei periodi di grande confusione bisogna sapere approfittare della situazione negativa per progettare il futuro in maniera più radicale. Questo significa in estrema sintesi la frase di Mao, «Grande è la confusione sotto il cielo, perciò la situazione è favorevole».
A Padova Serse Cosmi schiera l’ennesima formazione. Cambia ancora uomini come se si trovasse sulla giostra di un Luna park e schiera l’inedita coppia d’attacco Politano-Caprari.
Cosa si può aggiungere di più su questo terreno se non quello che abbiamo ripetuto in maniera forse anche ossessiva in queste ultime settimane?
Mentre Cosmi parlava di aggancio alla zona play off anche quando la logica consigliava prudenza, noi di calcio Totale sottolineavamo l’inadeguatezza della squadra e dello stesso allenatore. Non erano nelle condizioni di raggiungere quell’obiettivo, la squadra per un errore di valutazione commesso da tutti, il tecnico perché si dimostrava, partita dopo partita, inadeguato per quel compito.

Cosmi non è riuscito a dare un’identità alla squadra
La pecca più grave compiuta dall’allenatore umbro è stata di non aver saputo dare un’identità tattica alla squadra. Ha dimostrato di non avere le idee chiare e questo primo errore ha causato il secondo, altrettanto grave, di utilizzare formazioni diverse in ogni partita. Una squadra dunque allo sbando da un punto di vista tattico che non ha saputo trovare al suo interno la forza per rendere meno amaro il campionato.
Cosmi aveva assicurato che gli obiettivi del Pescara non erano cambiati e che il raggiungimento dei play off restava il traguardo della stagione.
I fatti hanno dimostrato che si sbagliava sia nella previsione quanto nella valutazione della squadra.

Dall’addio a Cosmi deve nascere un nuovo Pescara
Tra qualche anno nessuno si ricorderà del passaggio di Cosmi sulla panchina che fu di Galeone e Zeman, in molti si ricorderanno di quest’annata scialba e negativa.
Si volti pagina dunque e si riparta da un’allenatore che porti in dote non la dialettica o la teatralità dei suoi gesti, ma idee tattiche precise. Un allenatore in grado di schierare una squadra in grado d’imporre il proprio gioco indipendentemente dall’avversario che si trova di fronte. Un allenatore capace di lavorare con i giovani e che sia disposto a lavorare su un periodo medio lungo in riva all’Adriatico.
Noi di calcio Totale abbiamo già espresso le nostre preferenze, ma non spetta a noi operare le scelte.
Noi, come molti crediamo, abbiamo solo voglia di girare pagina e di tornare allo stadio per cantare il nostro inno al bel calcio che faceva più o meno così: «Che bello è…quando esco di casa…per andare alla stadio…a vedere il Pescara…».

Si salva solo Rossi

Le pagelle di Pescara-Virtus Lanciano

Questa settimana per le pagelle di Calcio Totale ci sono solo i voti. La prestazione è stata talmente brutta che non merita di essere giudicata anche con giudizi.

22 Pelizzoli_5

3 Salviato_4,5

5 Capuano_5,5

15 Bocchetti_5

14 Balzano_5,5

28 Bovo_5,5

46 Mascara_5

27 Ragusa_5

29 Rossi_6,5

19 Maniero_6

32 Sforzini_5

6 Zauri_sv

20 Nielsen_sv

Serse Cosmi_5

Il Pescara conquista la salvezza, quasi matematica, contro Siena e Lanciano

Continua la confusione tattica
Alla vigilia di Carpi-Pescara, e dunque prima delle sfide contro Siena e Lanciano, l’allenatore del Pescara Serse Cosmi continuava a parlare di play off svelando ai più che non aveva ben chiaro il reale valore della rosa a sua disposizione. Ovvero, ha dato l’impressione di non aver compreso che l’unico obiettivo possibile, a quel punto della stagione, era la salvezza matematica da conquistare nel più breve tempo possibile. E così, forte delle sue convinzioni, contro il Carpi ha schierato l’ennesima, nuova, formazione. Fuori Gianluca Caprari e dentro Matteo Politano. Dentro Giuseppe Rizzo e fuori Matti Nielsen. Quando poi Caprari è entrato per sostituire Pippo Maniero, Cosmi ha offerto ai tifosi del Pescara l’opportunità di vedere Antonino Ragusa impiegato come punta centrale, forse l’unico ruolo che il forte attaccante siciliano non aveva ancora ricoperto sotto la guida tecnica dell’ex allenatore del Perugia.
Dichiarazioni e scelte tecniche che lasciano perplessi per diversi motivi.
Il Pescara di Serse Cosmi non ha un’identità tattica e cerca la via del gol con azioni che non si ripetono mai uguali a se stesse. Le scelte tecniche sono perciò una diretta conseguenza della confusione, soprattutto tattica, che regna in riva all’Adriatico dal suo arrivo.

Questi calciatori sono stati, tutti, sopravvalutati
L’allenatore umbro non è ovviamente l’unico responsabile del fallimento tecnico di questa stagione. Non dobbiamo infatti dimenticare il contributo che ha dato, in questo senso, la gestione tecnica di Pasquale Marino, soprattutto non si deve trascurare lo scarso rendimento di quasi tutti i componenti della rosa.
È ormai chiaro a tutti che i calciatori che formano l’organico del Pescara sono stati, quasi tutti, sopravvalutati. Giornalisti, tifosi, società, addetti ai lavori, pensavano che questa squadra potesse conquistare con relativa facilità l’accesso ai play off per giocarsi, realisticamente, la possibilità di un pronto ritorno nella massima serie. Non è stato così, non sarà così, purtroppo.
Non è ancora tempo di bilanci, ma si può affermare con poche possibilità di errore che se si escludono Brugman, il Ragusa del girone di andata e un paio di altri calciatori, tutti hanno reso molto meno di quanto ci si aspettasse. Una rosa dunque non all’altezza del compito e due allenatori che, in ogni caso, hanno reso anch’essi molto meno del valore che tutti gli attribuivano.

Contro il Siena e il Lanciano i punti necessari per la salvezza
Nella doppia sfida casalinga contro Siena e Lanciano giunge un parziale riscatto, non dal punto di vista del gioco espresso ma dalla conquista di quattro punti su sei a disposizione. Manca un punto per la salvezza matematica che potrebbe arrivare già dalla prossima trasferta contro il Padova già retrocesso.
Il tempo dei bilanci è dunque giunto e dalla prossima settimana si dovrà cominciare a programmare il futuro che non può prevedere Serse Cosmi in panchina anche per il prossimo anno.

Il Pescara delude ancora

La sconfitta di Carpi avvicina, pericolosamente, i biancazzurri alla zona che scotta
Alla vigilia di Carpi-Pescara, l’allenatore del Pescara Serse Cosmi continuava a parlare di play off svelando ai più che non aveva ben chiaro il reale valore della rosa a sua disposizione. Ovvero, ha dato l’impressione di non aver compreso che l’unico obiettivo possibile, a questo punto della stagione, era la salvezza matematica da conquistare nel più breve tempo possibile. E così, forte delle sue convinzioni, contro il Carpi ha schierato l’ennesima, nuova, formazione. Fuori Gianluca Caprari e dentro Matteo Politano. Dentro Giuseppe Rizzo e fuori Matti Nielsen. Quando poi Caprari è entrato per sostituire Pippo Maniero, Cosmi ha offerto ai tifosi del Pescara l’opportunità di vedere Antonino Ragusa impiegato come punta centrale, forse l’unico ruolo che il forte attaccante siciliano non aveva ancora ricoperto sotto la guida tecnica dell’ex allenatore del Perugia.
Dichiarazioni e scelte tecniche che lasciano perplessi per diversi motivi.
Il Pescara di Serse Cosmi non ha un’identità tattica e cerca la via del gol con azioni che non si ripetono mai uguali a se stesse. Le scelte tecniche sono perciò una diretta conseguenza della confusione, soprattutto tattica, che regna in riva all’Adriatico dal suo arrivo.

Questi calciatori sono stati, tutti, sopravvalutati
L’allenatore umbro non è ovviamente l’unico responsabile del fallimento tecnico di questa stagione. Non dobbiamo infatti dimenticare il contributo che ha dato, in questo senso, la gestione tecnica di Pasquale Marino, soprattutto non si deve trascurare lo scarso rendimento di quasi tutti i componenti della rosa.
È ormai chiaro a tutti che i calciatori che formano l’organico del Pescara sono stati, quasi tutti, sopravvalutati. Giornalisti, tifosi, società, addetti ai lavori, pensavano che questa squadra potesse conquistare con relativa facilità l’accesso ai play off per giocarsi, realisticamente, la possibilità di un pronto ritorno nella massima serie. Non è stato così, non sarà così, purtroppo.
Non è ancora tempo di bilanci, ma si può affermare con poche possibilità di errore che se si escludono Brugman, il Ragusa del girone di andata e un paio di altri calciatori, tutti hanno reso molto meno di quanto ci si aspettasse. Una rosa dunque non all’altezza del compito e due allenatori che, in ogni caso, hanno reso anch’essi molto meno del valore che tutti gli attribuivano.

Contro il Siena i punti necessari per la salvezza
Prima di fare il bilancio di una stagione comunque deludente c’è da terminare il campionato in corso, soprattutto c’è da conquistare, matematicamente, la salvezza e con essa la possibilità di disputare anche il prossimo anno il campionato di serie B.
Si metta da parte tutto e ci si concentri sull’unico obiettivo raggiungibile. Nella partita contro il Siena non conta giocare bene o convincere, conta solo conquistare la vittoria.
«After all, tomorrow is another day!» recita uno degli explicit più famosi della storia del cinema. «Dopotutto, domani è un alto giorno» appunto, pensiamo positivo.

Tutti senza voto, allenatore compreso

Le pagelle di Carpi-Pescara

Questa settimana per le pagelle di Calcio Totale tutti senza voto.

22 Pelizzoli_sv

6 Zauri_sv

5 Capuano_sv

15 Bocchetti_sv

14 Balzano_sv

18 Rizzo_sv

16 Brugman_sv

3 Salviato_sv

7 Politano_sv

19 Maniero_sv

27 Ragusa_sv

8 Caprari_sv

20 Nielsen_sv

32 Sforzini_sv

Serse Cosmi_sv

Il Pescara è sempre più incolore

Le pagelle di Pescara-Novara

Questa settimana per le pagelle di Calcio Totale ci sono solo i voti. La prestazione è stata talmente brutta che non merita di essere giudicata anche con giudizi.

22 Pelizzoli_5

6 Zauri_5,5

15 Bocchetti_5

5 Capuano_5

14 Balzano_5,5

33 Zuparic_5

16 Brugman_5

3 Salviato_5

27 Ragusa_5,5

8 Caprari_5,5

19 Maniero_5,5

20 Nielsen_5

46 Mascara_sv

11 Cutolo_sv

Serse Cosmi_4,5

Una squadra che non sa più vincere, ma soprattutto convincere

Il pareggio con il Novara stabilisce il reale valore della squadra
Un’altra partita archiviata in questo triste e noioso campionato per il Pescara. Per fortuna ci pensa Cosmi a movimentare la giornata cambiando per l’ennesima volta assetto tattico e formazione. In questa occasione il tecnico umbro schiera tre attaccanti, due esterni puri come Ragusa e Caprari e Maniero come punta centrale, che agiscono quasi sulla stessa linea in fase di possesso palla, una vera novità. Zuparic viene riportato in mediana a coprire le spalle a Brugman e Bocchetti ritrova una maglia da titolare al centro della difesa. L’ennesimo cambiamento non porta però grandi vantaggi alla causa biancazzurra, la squadra, al contrario, è in evidente regressione tattica e quello di buono che era stato fatto in questo campionato è ormai solo un pallido ricordo.
Questa girandola di moduli, che differiscono per cambiamenti progressivi, e di uomini ha avuto come esito certo lo sgretolamento, direi scientifico, delle poche certezza che la squadra aveva acquisito durante il campionato.

Lo strano caso di Brugman, Politano, Belardi e Ragusa
Pur tra alti e bassi la squadra aveva infatti acquisito, cammin facendo, alcune certezze sulle quali costruire il proprio campionato. In primo luogo il ruolo di Brugman come play che aveva stupito tutti a partire proprio dall’allenatore Pasquale Marino che aveva accantonato un talento come Federico Viviani per far giocare l’uruguagio. La redditività di Matteo Politano che aveva saputo conquistare una maglia da titolare come esterno alto in un reparto che vede tanti calciatori in rosa. Antonino Ragusa, protagonista di uno strepitoso girone di andata agendo da esterno alto. E infine la scoperta di Belardi che aveva saputo bene interpretare il ruolo di estremo difensore risultando decisivo, ai fini del risultato, in più di una occasione.
Ebbene queste poche certezze che la squadra aveva faticosamente “trovato” lungo il suo cammino, oggi non esistono più. Belardi e Politano siedono in panchina, il primo non ha più giocato mentre per il secondo ci sono solo scampoli di partita, Ragusa ha ricoperto tutti i ruoli tranne quello che gli aveva garantito un rendimento molto alto e Brugman, in qualche occasione ha dovuto lasciare la bacchetta di direttore d’orchestra a Beppe Mascara.

Adesso servono i punti per conquistare la salvezza matematica
Giunti a questo punto del campionato però ha poco senso continuare a dissertare di tattica e di uomini da schierare, perché è evidente a tutti che la squadra non è stata e non sarà, purtroppo, tra le protagoniste in positivo del campionato. A questo punto del campionato e nelle condizioni in cui è arrivato il Pescara occorre solo conquistare, prima possibile, il diritto a disputare anche per il prossimo anno il campionato di serie B. Quando ciò avverrà, e solo in quel momento, avrà senso parlare nuovamente di tattica e di uomini da schierare.

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