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Quando la superiorità numerica è un handicap

Il Pescara, pur giocando in superiorità numerica per tutto il secondo tempo e con un gol di vantaggio, non è riuscito nell’impresa di vincere la sua ottava partita esterna stagionale. Una vittoria che avrebbe potuto sancire il sorpasso in classifica nei confronti dello Spezia e mantenere inalterato il distacco dal Bologna che attualmente occupa il secondo posto in classifica.
Una partita che sembrava essersi messa per il verso giusto, almeno dal punto di vista del risultato con il doppio vantaggio biancazzurro e con almeno un’altra, clamorosa occasione da gol, sciupata da Melchiorri.
Tutto bene dunque? No, dal mio punto di vista non va tutto bene.
È vero che il Pescara è in piena corsa per disputare i play off, ma il modo in cui ottiene i risultati preoccupa. Preoccupa la mancanza di continuità nel gioco, soprattutto il modo episodico con cui va in gol. Ovvero quasi tutti i gol che realizza non sono il frutto dello sviluppo di un gioco armonico di squadra, ma più legato a prodezze individuali. Una squadra che non sviluppa un gioco da squadra.

Le dichiarazioni di Marco Baroni
A questo si aggiungono le dichiarazioni post partita dell’allenatore che lasciano più di un dubbio sulla reale capacità di Baroni di condurre in porto, da vincitrice, la squadra biancazzurra.
«Le nostre assenze, di cui non mi voglio comunque lamentare ma che vanno comunque contate, hanno la loro importanza». Non è accettabile che l’allenatore si lamenti per l’assenza di due calciatori, pur importanti come Memushaj e Bjarnason, quando ha una rosa a disposizione che ha almeno due calciatori importanti per ruolo. Nessuna squadra di serie B, forse solo Il Bologna, ha un organico così ben assortito.
Ancor più dubbiosi lascia la seconda affermazione.
«Ci può stare subire un gol su un campo così e davanti a così tanta gente».
Lo stadio “Alberto Picco” di La Spezia, ha una capienza massima di 10.000 spettatori, le cronache della partita dicono che gli spettatori presenti siano stati 6777, con un centinaio di tifosi pescaresi.
Dunque perché queste affermazioni?
Siamo abituati ad ascoltare tante banalità e luoghi comuni nelle dichiarazioni post gara, ma un’affermazione del genere lascia comunque molto perplessi. E la domanda delle cento pistole da porsi è la seguente: Ma davvero Baroni pensa che che chi l’ascolta possa dare credito a ciò che dice, se ciò che dice stride con la realtà dei fatti?
Buon campionato a tutti.

Melchiorri il migliore, nonostante l’errore clamoroso sotto rete

9 Melchiorri 6,6

15 Salamon 6,3

16 Brugman 6,2

19 Pettinari 6,1

7 Politano 6

13 Zuparic 6

11 Zampano 6

20 Gessa 6

42 Sansovini 5,6

6 Fornasier 5,5

29 Rossi 5,5

1 Fiorillo 5,3

2 Pucino 5

25 Pasquato sv

Marco Baroni 4,875

Il Pescara di Marco Baroni delude e non va oltre lo 0-0 nella gara contro il Bari

Ci si aspettava una vittoria, ma vittoria non è stata. Contro il Bari, che si è dimostrata essere una buona squadra, il Pescara non riesce a vincere anche perché riesce nell’impresa di non tirare mai in porta. In verità ci sono stati due tiri, uno di Caprari, una sorta di passaggio al portiere e un tentativo di Bjarnason che il portiere avversario devia in calcio d’angolo con la palla che sarebbe, in ogni caso, andata fuori dallo specchio della porta. C’è stato, infine, un clamoroso fallo di rigore ai danni di Melchiorri che l’arbitro non ha fischiato. Poco, troppo poco, per pretendere di vincere una partita che sarebbe stato molto importante vincere.

La sindrome dell’Adriatico
I numeri dicono che il Pescara raccoglie più in trasferta che in casa. Fino ad oggi i biancazzurri hanno disputato sedici gare in casa e sedici in trasferta. Ventisei i punti conquistati in trasferta, frutto di sette vittorie e quattro pareggi. Ventidue i punti conquistati in casa con cinque vittorie e sette pareggi. Le partite perse sono quattro all’Adriatico e cinque quelle in trasferta. Interpretando i numeri si può affermare che il Pescara di Marco Baroni rende di più quando non è costretto a “fare” la partita, quando cioè il pallino del gioco è in mano all’avversario. In quelle condizioni i suoi calciatori, molti dei quali dotati di un tecnica superiore alla media, rendono al meglio. Se accanto ad una valutazione quantitativa esprimiamo anche una valutazione qualitativa non possiamo non dire che la squadra soffre quando deve impostare il gioco e dettare i ritmi di gioco. Una squadra dunque camaleontica che si adatta all’avversario, pronta a sfruttare le debolezze altrui, incapace però di nobilitare ed esaltare le proprie virtù.

A La Spezia per vincere
Se dunque i numeri non mentono il Pescara potrebbe recuperare i punti non conquistati in casa contro il Bari nella trasferta di domani in terra ligure. Sarebbe una vittoria molto importante conquistata contro una diretta concorrente. E dunque, numeri a parte, se il Pescara vuole continuare a coltivare sogni di gloria deve cogliere un risultato positivo contro lo Spezia perché, arrivati a questo punto della stagione, ogni partita è determinante. “Step by step” dicono gl’inglesi, passo dopo passo. Fra poche ore scopriremo se possiamo continuare a contare i passi che ci dividono dalla serie A oppure dobbiamo cominciare a pensare al prossimo campionato di serie B.
Buon campionato a tutti.

Il tempo è scaduto

La partita di Brescia per Marco Baroni è la partita del “dentro o fuori”.
Ovvero se il Pescara dovesse perdere la settima partita su tredici, giocando male così come ha giocato quasi tutte le partite sin qui disputate non ci sarebbe nessuna ragione plausibile per confermare il tecnico toscano sulla panchina dei biancazzurri.
Questi i numeri impietosi che descrivono la gestione di Baroni.
Il bilancio è il seguente: 12 partite, 2 vittorie, 4 pareggi e 6 sconfitte. Le reti realizzate sono state 18 mentre quelle subite sono 21. La squadra è penultima in classifica.
Questi numeri, ma soprattutto le brutte prestazioni della squadra inducono a pensare che se in terra lombarda non avviene qualcosa di clamoroso, la prossima settimana il Pescara potrebbe avere un nuovo tecnico sulla sua panchina.

Difendere il tecnico si può e si deve, ma non oltre la logica
Fino ad oggi la società e il presidente in prima persona hanno sempre difeso il tecnico di Firenze. Si può essere d’accordo o meno con la valutazione tecnica sull’allenatore così come sulla opportunità o meno di confermarlo sulla panchina dei biancazzurri, certo è che la società ha fatto bene a difendere il suo lavoro e garantirgli la sufficiente tranquillità per proseguire la sua opera. È importante avere alle spalle una società che si assume le proprie responsabilità sia per l’allenatore sia per i calciatori.
Il presidente e la società sono convinti che il lavoro di Baroni darà i suoi frutti e, per queste ragioni, non hanno mai messo in discussione il suo ruolo.
Abbiamo ascoltato le ragioni del presidente, così come abbiamo ascoltato le argomentazioni del tecnico dopo ogni partita. Alcune volte siamo stati d’accordo, altre meno. Alcune volte in completo disaccordo. Fa parte del gioco, ognuno ha il suo ruolo. Quando i risultati non arrivano, difendere il tecnico si può, e per certi versi si deve, ma mai oltre la logica.

Il gioco non c’è e i punti sono pochi
Contano la logica e, ovviamente, i risultati. I motivi per i quali non siamo d’accordo sulla conferma del tecnico risiede in due semplici osservazioni: l’impalpabilità del gioco che la squadra esprime e i risultati negativi ottenuti sin qui.
Si può anche pensare che i risultati siano il frutto di tanti fattori e non soltanto funzione della bravura, e noi lo pensiamo, ma se la squadra non esprime un gioco compiuto e di senso vuol dire che il progetto tecnico è fallito. Indipendentemente dal risultato sul campo di Brescia, dunque, ciò che conterà sarà capire se la squadra è in grado di esprimere trame di gioco interessanti ed efficaci. Se così non fosse la scelta sarebbe ineludibile: un nuovo allenatore sulla panchina del Pescara.

Pescara-Spezia_1 novembre 2014

Per i calciatori binacazzurri a fine partita, mani sul viso e testa china, un “film” andato in onda più volta quest’anno allo stadio Adriatico di Pescara.

È già il Pescara di Serse Cosmi

I biancazzurri vincono in Liguria e si ri-candidano per la promozione in serie A
Diciamo la verità in pochi credevano in questo exploit del Pescara. Tutti speravano che la “cura” Cosmi producesse effetti positivi, ma in pochi avrebbero scommesso su un riscatto così immediato, soprattutto così limpido. Il Pescara di queste ultime tre giornate è infatti una squadra completamente diversa dalla precedente, gioca un calcio diverso. La prima prediligeva un giro palla che trovava il suo sbocco naturale sulle fasce esterne, disegnava triangoli che si ripetevano, sempre uguali, in ogni zona del campo, la seconda invece ha abbandonato le corsie esterne e il giro palla della prima edizione per proporre una sorta di Tiki Taka alla umbra.
Le azioni più pericolose della squadra di Serse Cosmi si sviluppano infatti con una trama di passaggi più fitta e ripetuta e con almeno tre calciatori biancazzurri molto vicini tra loro che fanno girare la palla almeno due volte sulla stessa porzione di campo per poi affidarsi al lancio lungo per la torre, Nando Sforzini.

Sette punti su nove. Quattro gol realizzati e uno solo subito
Grazie a questi accorgimenti tattici e a un lavoro non meno importante sulla psicologia del gruppo, questo nuovo Pescara conquista sette punti sui nove disponibili, soprattutto ha subito un solo gol in tre partite. Una squadra rinata dopo un lungo periodo in cui ha sofferto anche contro squadre di caratura tecnica molto inferiore. Cosmi, come ha più volte ribadito in queste sue prime settimane in riva all’Adriatico, ha trovato una squadra ben impostata da un punto di vista fisico e con nozioni tattiche importanti per la serie B, ha saputo far tesoro di questo e contemporaneamente ha imposto una svolta radicale, soprattutto da un punto di vista tattico, che si sta rivelando vincente. Il nuovo Pescara è diventato più opportunista, riesce a concretizzare quasi tutte le palle gol che costruisce e, pur concedendo la supremazia territoriale agli avversari, concede poche occasioni da gol.

Pescara-Palermo per capire quanto valgono i biancazzurri
E adesso tutti con il fiato sospeso aspettando Pescara-Palermo, la partita più importante dell’anno che giunge nel momento migliore per i biancazzurri. L’appuntamento è tra quelli da segnare in rosso sul calendario soprattutto per un campionato che si sta rivelando essere molto scadente da un punto di vista tecnico. Il Pescara ha l’occasione giusta per dimostrare di essere, così come sostengono in molti, una delle squadre più accreditate per il salto di categoria. Il big match contro i rosanero di Beppe Iachini farà capire il reale valore delle due squadre e il Pescara dovrà provare a vincere la partita per voltare definitivamente pagina e dare un nuovo e positivo significato al suo campionato.
Ci sono dunque tutti gli ingredienti per assistere a una bella partita di calcio e godersi, finalmente, lo stadio Adriatico pieno in ogni ordine di posto.

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